Foreste Casentinesi

 Il Parco Nazionale Foreste Casentinesi è stato istituito con D.P.R. del 12 luglio 1993 “Istituzione dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna”. Si estende per circa 36.843 ettari, ripartiti in quattro zone a tutela differenziata, come previsto dal Piano del Parco.
La “Zona A di riserva integrale”: comprende aree di eccezionale valore naturalistico, in cui l’antropizzazione è assente o di scarso rilievo e nelle quali l’ambiente naturale e la biodiversità sono conservati nella loro integrità; sono destinate alla salvaguardia ed al mantenimento degli equilibri biologici ed ambientali in atto, alla prevenzione ed all’eliminazione di eventuali fattori di disturbo endogeni ed esogeni.

Oasi WWF “Montagna di Sopra”

 L’Oasi WWF “Montagna di Sopra” è situata nel Comune di Pannarano (BN), nel Parco Regionale del Partenio. L’istituzione di un’area naturalistica nel massiccio montuoso del Partenio è il risultato di un’attività decennale contraddistinta da lotte ed iniziative per tutelare un territorio ancora integro in cui la natura ha prevalso sull’antropizzazione.
La natura a tratti ancora “selvaggia” e il dislivello altitudinale del territorio dell’Oasi (dagli 800 ai 1598 m s.l.m. dei Monti d’Avella) permette di immergerci in scenari completamente diversi, caratterizzati dalla ricchezza e complessità delle varietà floristiche e specie faunistiche presenti dove la biodiversità e l’ambiente sono tutelati e protetti.

Mediterraneo a rischio trivellazioni incontrollate

 Le scoperte di giacimenti colossali di gas sui fondali profondi del Mediterraneo “hanno scatenato una caccia al tesoro” che rischia di danneggiare “inevitabilmente ambienti unici per la biodiversità marina, protetti in base a convenzioni internazionali“. L’allarme arriva dal Wwf che ricorda come la più recente trivellazione, “quella del giacimento ‘Leviatano’, il più grande del mondo, a 135 km al largo della costa di Israele, è avvenuta in acque cosiddette profonde e su fondali dalle caratteristiche uniche“. Ma per gli ambientalisti “lo stesso si può dire dei giacimenti di gas trovati nelle acque antistanti il Delta del Nilo, a 80 km a nord-ovest di Alessandria“.
In queste due aree -sottolinea il Wwf- vivono comunità di spugne di acque profonde, vermi, molluschi e coralli di acqua fredda. Per questo motivo, nel Mare di Levante dove è situato il primo giacimento, vige una limitazione della pesca a strascico sotto i 1000 metri di profondità proprio per proteggere le specie di acque profonde“.

Recupero dei territori montani: verso un programma nazionale di ricerca per la montagna

 Appello per l’avvio di un Programma nazionale di ricerca per la montagna che favorisca “la ripresa e lo sviluppo dei territori montani“, aree del Paese che contribuiscono per il 16,1% alla produzione del reddito nazionale e che, nonostante la duplice vocazione turistico-agricola e industriale, stanno registrando un progressivo abbandono delle popolazioni in favore delle aree costiere e metropolitane. L’appello per un programma nazionale di ricerca a sostegno delle aree montane sarà lanciato domani, a Roma, da politici, amministratori locali e centrali, ricercatori ed esperti di montagna nel corso del convegno ‘La ricerca italiana a supporto delle politiche per la montagna’, organizzato dal Consiglio nazionale delle ricerche.

Parco dell’Etna -parte terza-

 L’universo vegetale dell’Etna si presenta caratterizzato da un insieme di fattori tra i quali ha un ruolo predominante la natura vulcanica della montagna. La flora del Parco dell’Etna, estremamente varia e ricca, condiziona il paesaggio offrendo continui e repentini mutamenti; ciò dipende dalla diversa compattezza e dal continuo rimaneggiamento del substrato ad opera delle colate laviche che si succedono nel tempo, nonché dal variare delle temperature e delle precipitazioni in relazione all’altitudine ed all’esposizione dei versanti. Partendo dai piani di altitudini più basse, dove un tempo erano le foreste di leccio, ora si trovano vigneti, noccioleti, boschi di querce, pometi e castagni. Intorno ed anche oltre i 2.000 metri troviamo il faggio che, in Sicilia, raggiunge il suo limite meridionale e la betulla che è considerata dalla maggior parte degli autori un’entità endemica.

Parco dell’Etna -parte seconda-

 L’Etna rappresenta una speciale “finestra astenosferica” causata dal processo di convergenza litosferica tra l’Africa e l’Eurasia e la sua evoluzione strutturale e profondamente legata alla geodinamica del bacino del Mediterraneo. Con i suoi 135 km di perimetro, si è sviluppata, modificata, distrutta e ricostruita attraverso una molteplicità di eventi geologici che si sono succeduti nel corso di molte decine di migliaia di anni. L’inizio dell’affascinante storia dell’Etna è del Pleistocene medio-inferiore: 570000-600.000 anni fa, quando hanno avuto luogo le prime manifestazioni eruttive. In quel tempo, l’area nella quale siamo soliti vedere gli abitati di Acicastello, Acitrezza, Ficarazzi era occupata da un ampio golfo marino interessato da un’intensa attività vulcanica sottomarina.

Parco dell’Etna -parte prima-

 L’idea di costituire il Parco dell’Etna, per proteggere la biodiversità di un ambiente naturale straordinario ed unico in Europa, nacque nel corso degli anni ’60, da un’iniziativa sostenuta dal prof. Valerio Giacomini e da un piccolo gruppo di studiosi ed appassionati. Dopo accesi dibattiti e violente polemiche, dopo differimenti e ritardi durati oltre un decennio, ma soprattutto dopo le manifestazioni del movimento conservazionista culminate con la marcia allo Zingaro del 18 maggio 1980, l’Assemblea Regionale Siciliana vara il 6 maggio 1981 la Legge n. 98 che prevede l’istituzione di 19 riserve e la nascita di 3 parchi naturali: l’Etna, i Nebrodi e le Madonie, segnando in questo modo l’inizio della via siciliana ai parchi e della tutela dell’ambiente e della biodiversità nell’isola. Con tale legge quadro, la regione Sicilia, decise di avviare un’azione organica di tutela del territorio.

Case editrici amiche dell’ambiente: ecco quali nella classifica Salvaforeste

 Da 60 a 110 in meno di sette mesi. Sono le case editrici che, da oggi, potrete trovare nell’ultima versione della classifica ‘Salvaforeste‘ di Greenpeace. Le case editrici sono state valutate in base alla sostenibilità della carta che utilizzano nei propri libri e, in testa, ci sono nomi come Bompiani e Fandango. Maglia nera invece per Newton Campton, Sellerio, Zanichelli e Disney Libri.
E se con questo aggiornamento la classifica è quasi raddoppiata, il numero delle case editrici valutate positivamente è triplicato, passando da 15 a 45. Tra queste: tutte le case editrici del Gruppo Feltrinelli, Minimum Fax, Marsilio, Baldini Castoldi e Dalai e Einaudi Stile Libero del Gruppo Mondadori. Ottimi numeri, che fanno crescere le chance di sopravvivenza per le ultime foreste indonesiane e gli oranghi del Borneo e di Sumatra.

Benvenuti nel 2011, anno Onu delle foreste. E’ allarme deforestazione

 Alla vigilia del 2011, Anno Onu delle foreste, non cessa l’allarme deforestazione, nonostante alcuni segnali positivi. Secondo gli ultimi dati, dal 2000 ad oggi ogni anno il Pianeta ha registrato una diminuzione del patrimonio foreste equivalente all’area di un paese come il Costarica. L’area verde oggi copre il 31% della superficie globale, ma interventi di riforestazione e la naturale espansione in alcuni paesi sono riusciti in una piccola parte a ridurre la perdita netta: si parla di circa 13 milioni di ettari perduti o convertiti ad altro uso negli ultimi dieci anni, rispetto ai 16 milioni del decennio precedente. Per questo anche nei negoziati Onu sul clima pesano la riforestazione nei paesi in via di sviluppo, la salvaguardia dei polmoni verdi rimasti, ma anche misure che portino beneficio alle popolazioni indigene.

Convenzione Onu per i corsi d’acqua: l’Italia verso la ratifica

 L’Italia compirà gli opportuni sforzi per fare in modo che si possa centrare l’obiettivo prospettato del Presidente Gorbaciov di raggiungere entro il 2012 il numero di ratifiche necessarie all’entrata in vigore della Convenzione“. Queste le parole del ministro degli Esteri Franco Frattini in una lettera indirizzata al presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio. Lo rende noto un comunicazione dell’organizzazione ambientalista, fondata da Gorbaciov circa 20 anni fa, che sta da anni conducendo un’impegnativa campagna a favore della Convenzione delle Nazioni Unite per i corsi d’acqua, un trattato globale volto a limitare i conflitti e indirizzare la gestione sostenibile di fiumi e laghi che formano o attraversano i confini internazionali.