L’Italia forse è definitivamente uscita dal nucleare con i referendum del giugno scorso. Ma anche se molti non lo sanno noi continuiamo a vivere a contatto con il nucleare. Essenzialmente si tratta delle scorie radioattive che le centrali nucleari italiane hanno prodotto durante la loro breve vita e che ora lo Stato si trova sul groppone – e dovrà pagare il costo del loro immagazzinamento ancora per migliaia di anni.
scorie nucleari
Da Greenpeace la mappa dei territori “nucleari” d’ Italia
Se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitarlo. Grazie all’analisi di tre importanti mappe, ormai dimenticate, sveliamo perché lo stivale è assolutamente inadatto alle centrali nucleari.
E’ stato approvato il DDL 1195 che dà sei mesi al governo per definire i criteri per la localizzazione dei siti nucleari. Oggi Greenpeace diffonde tre “carte nucleari” per capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari:
– la carta del CNEN, che era la risultante di varie carte tematiche elaborate negli anni settanta
– la mappa ENEA sulla vulnerabilità delle aree costiere ai cambiamenti climatici
– l’ elaborazione GIS per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari