Scoperto un nuovo tipo di coccodrillo preistorico -parte terza-

 Le forme più note, come Metriorhynchus, sono vissute tra il Giurassico medio e superiore e raggiungevano una lunghezza di tre metri. Tra le altre forme ben note, da ricordare Geosaurus, i cui resti fossili includono esemplari perfettamente conservati, e Dakosaurus, stranamente dotato di un muso corto e dai denti robustissimi. L’ultima forma ben nota, Enaliosuchus, risale al Cretaceo inferiore, circa 120 milioni di anni fa. Il Neptunidraco ammoniticus era diverso dai coccodrilli di oggi: era un animale marino, e non semi-acquatico, e probabilmente saliva sulla terraferma ben di rado. Era lungo circa 4 metri, con un corpo di forma idrodinamica e una coda più simile alla pinna di uno squalo che alla coda di un coccodrillo.
Si sospetta inoltre che il Neptunidraco ammoniticus fosse dotato di pinne. “Era così ben adattato alla vita marina che gli era impossibile sopravvivere fuori dall’acqua” spiega Andrea Cau, co-autore della ricerca e paleontologo dell’Università di Bologna. “Per certi versi, era più simile ad un delfino che ad un coccodrillo“.

Scoperto un nuovo tipo di coccodrillo preistorico -parte seconda-

 Il nuovo animale preistorico scoperto, il Neptunidraco ammoniticus, è il più antico rappresentante della famiglia dei metriorinchidi ( Metriorhynchidae), una specie di antichi coccodrilli marini che hanno abitato gli oceani per circa trenta milioni di anni prima di estinguersi. Questi rettili arcosauri simili a coccodrilli sono vissuti tra il Giurassico inferiore e il Cretaceo inferiore (190-120 milioni di anni fa). I loro resti sono stati rinvenuti in Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Russia, Cuba, Messico, Argentina e Cile.
Questi animali furono l’unico gruppo di arcosauri ad adattarsi completamente all’ambiente acquatico. Il corpo dei metriorinchidi divenne particolarmente allungato e del tutto sprovvisto dell’armatura dermica tipica dei crocodilomorfi; un adattamento, questo, per garantire una migliore idrodinamicità. Il muso era allungato e sottile, dotato di mascelle con denti acuminati, ma la caratteristica più distintiva dei metriorinchidi erano le zampe trasformate in vere e proprie pagaie; queste venivano utilizzate dall’animale per direzionarsi durante il nuoto. Il paio posteriore era relativamente allungato e strutturalmente simile a quello degli odierni coccodrilli.

Scoperto un nuovo tipo di coccodrillo preistorico -parte prima-

 Uno studio recente afferma che i fossili trovati in alcune lastre di calcare destinate a diventare dei piano da lavoro per le cucine italiane, sono quelli di una nuova specie di coccodrillo preistorico. I fossili erano stati trovati in un blocco di pietra calcarea della ditta della famiglia Pasini a Portomaggiore in provincia di Ferrara in Italia nel 1955 dopo che gli operai hanno tagliato un grande blocco di pietra in quattro lastre e hanno trovato le ossa intrappolate nella pietra. Il blocco di pietra calcarea proviene dalle cave di Sant’Ambrogio di Valpolicella, vicino a Verona. Nelle lastre si notano molto bene i denti e le robuste mandibole dell’antico animale preistorico e alle estremità delle lastre si notano alcuni frammenti più squadrati: le vertebre del collo del Neptunidraco ammoniticus. Un primo sopralluogo permette di identificare quei resti frammentari fossili come parte del cranio di un antico coccodrillo marino vissuto nel Giurassico, il Neptunidraco ammoniticus.
Quando il proprietario ha visto le ossa ha deciso di mettere da parte le lastre”, ha detto il co-autore dello studio Federico Fanti, un geologo del Museo Geologico Giovanni Capellini in Italia.

Scoperto un nuovo vulcano nel Tirreno: è inattivo e non ha ancora un nome

L’Italia ha un nuovo vulcano: un nome non ce l’ha ancora, è spento da moltissimo tempo e si trova nel Tirreno meridionale, al largo della Calabria, di fronte a CapoVaticano. I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica eVulcanologia (Ingv), in collaborazione con l’università della Calabria, l’hanno scoperto grazie alla sua “firma magnetica” contenuta nelle sue rocce. Il nuovo vulcano, che i ricercatori descrivono in un articolo in via di pubblicazione sul Journal of Geophysical Research, si aggiunge ai 28 già noti in Italia (fra attivi e non).

Scoperta la Bagheera kiplingi, il primo ragno vegetariano del mondo

 Nessuno ne sospettava l’ esistenza, ma esiste un ragno vegetariano. Tra le 40.000 specie di ragni finora note, quella appena scoperta e descritta sulla rivista Current Biology, è l’ unica a non tessere la sua tela per intrappolare altri insetti e nutrirsene.

BAGHEERA KIPLINGI, IL RAGNO VEGETARIANO
I ricercatori che l’ hanno scoperta, in Messico meridionale e Costa Rica, l’ hanno chiamata Bagheera kiplingi. E’ anche l’ unica specie nella quale è il maschio a prendersi cura delle uova e delle larve. Osservazioni sul campo e analisi sugli insetti hanno confermato che l’ unica fonte di cibo del ragno vegetariano sono delle strutture rossastre, ricche di proteine, che si trovano sulle foglie di acacia. Queste stesse strutture erano finora note perché le sostanza nutritive che contengono sono la ricompensa per gli eserciti di formiche-guardiano, annidate nelle cavità della pianta in cui si trovano le spine. Il loro compito è difendere le acacie dalle minacce di predatori erbivori.