Rubbia e il programma energetico per un mondo sostenibile

 Il problema energetico in maniera sostenibile “si può affrontare”. Ne è convinto il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia che proprio all’Istituto per gli studi avanzati di sostenibilità di Postsdam, vicino a Berlino sta studiando tre “ricette energetiche” pulite. Si tratta di tre progetti importanti nell’ambito “di un programma su energia e ambiente e stiamo sviluppando una tecnologia interessante” ha riferito il premio Nobel.

Le ricerche per la sostenibilità energetica
E su queste tre ‘ricette’, tre filoni di ricerca per la sostenibilità della produzione di energia Berlino ci crede davvero tanto che “il governo tedesco ha sostenuto questo centro di cui sono direttore scientifico dal giugno scorso e con me -ha detto ancora Rubbia- lavorano scienziati da tutto il mondo, fisichi, chimici, economisti, esperti di scienze sociali, rappresentanti dei più grandi enti scientifici tra cui ricercatori del Maxplanck“. Nel centro di ricerca di Postsdam il premio Nobel, che per anni ha guidato anche l’Enea, lavora a tre idee “decisamente straordinarie” ha sottolineato Rubbia che sono nate dal “super think-tank che guido con grande soddisfazione“.

Acqua bene comune: la manifestazione il 26 gennaio a Roma

 Si svolgerà a Roma il 26 marzo prossimo una manifestazione nazionale indetta dai comitati per l’acqua ‘bene comune’, per chiedere ai cittadini di partecipare al referendum sull’acqua pubblica e per fermare il nucleare. Il corteo partirà da piazza della Repubblica alle ore 14 e alle ore 17 ci sarà un concerto a piazza San Giovanni. L’appuntamento è stato presentato a Roma, nella sede della Federazione nazionale della stampa. Il primo quesito del referendum riguarda l’abrogazione dell’articolo 23 bis decreto Ronchi inerente la privatizzazione del servizio idrico, del trasporto pubblico locale, e l’igiene urbana. Il secondo quesito, invece, chiede l’abolizione o meno della remunerazione sul capitale investito, cioè il profitto garantito ai soggetti privati.

La natura come esempio di tecnologia produttiva

 In 10 anni, 100 innovazioni e 100 milioni di posti di lavoro, imparando dalla natura” come fare a ”uscire dalla crisi economica”. Questa la sfida lanciata dall’economista Gunter Pauli nel libro ”Blue economy” che in questo modo offre un assaggio della presentazione, a Roma, in occasione della ”Aurelio Peccei Lecture 2011” organizzata dal Wwf Italia e dalla Fondazione Aurelio Peccei (Club di Roma), in collaborazione con UniCredit, nell’ambito delle iniziative per l’Earth Hour – l’Ora della Terra (l’evento mondiale per il clima).
L’economista ha messo a punto ”un vero e proprio catalogo di 100 innovazioni, non solo realizzabili ma gia’ realizzate, che ispirandosi ai meccanismi” naturali possono ”aprire la strada ad un sistema economico” nuovo e piu’ sostenibile. Con il risultato di ottenere ”100 milioni di posti di lavoro in 10 anni” e offrire ”una via d’uscita dalla crisi economica”.

Il nucleare arriva negli Emirati Arabi: i lavori del primo impianto nucleare nel 2012

 I lavori per la costruzione del primo impianto nucleare degli Emirati Arabi Uniti (Eau) inizieranno il prossimo anno. Lo riferisce il quotidiano Gulf News. La centrale sara’ operativa nel 2017 mentre, una dopo l’altra, entro il 2020, verranno realizzate e messe in attiva’ altre tre centrali, tutte nella stessa localita’ desertica: Braqa, all’estremo sud-ovest dell’emirato, a 75km dal confine con l’Arabia Saudita. I progetti hanno avuto il benestare dell’Iab, organismo indipendente presieduto da Hans Blix, gia’ direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha valutato positivamente il programma nucleare emiratino volto alla produzione di energia per fini civili e le misure di sicurezza adottate.

Referendum contro la privatizzazione dell’acqua: ecco il logo della campagna

 E’ stato scelto il logo per la campagna referendaria ‘2 sì per l’acqua bene comune‘. Con 1187 voti su 9816, per una percentuale del 12,1%, il simbolo, realizzato da un ragazzo del comitato cittadino di Prato, è risultato il più votato fra 38 proposte, avanzate da diversi attivista d’Italia, nell’ambito del concorso di idee, lanciato on line dal ‘Forum Italiano dei movimenti per l’acqua pubblicà sul proprio sito (www.acquabenecomune.org). Il logo scelto dal popolo del web come ‘volto’ della campagna referendaria ha come sfondo una bolla d’acqua azzurra; sopra, oltre allo slogan ‘2 si’ per l’acqua bene comune‘, è riportata una mano che con la matita pone la crocetta sul sì e che ricorda la stessa immagine utilizzata dai comitati per pubblicizzare la raccolta delle firme.

Politiche energetiche europee: entro il 2014 un mercato unico dell’energia

 Realizzare entro il 2014 un mercato unico dell’energia è la sfida da mille miliardi di euro che è stata lanciata dai leader europei, venerdì a Bruxelles per il primo summit nella storia della Ue dedicato ai temi dell’energia e dell’innovazione. La base di partenza della discussione tra i 27 è il programma presentato nel novembre scorso dalla Commissione Ue che indica agli stati membri cinque priorità di intervento per ridurre la dipendenza energetica e fare fronte all’inevitabile aumento dei prezzi delle risorse fossili. E calcola che per avere tutti i paesi della Ue connessi l’uno all’altro, in modo tale da trasportare l’energia eolica prodotta nel mare del nord fino a Malta, o quella solare prodotta nei paesi del sud fino alla Finlandia, servono investimenti in nuove infrastrutture per mille miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

Risorse: sfamare nove miliardi di abitanti in modo sostenibile

 Nutrire in modo sostenibile e riducendo le disparità tra i 9 miliardi di abitanti del pianeta nel 2050 è possibile ma per questo serve ”non generalizzare il modello alimentare dei paesi industrializzati”, ”fare la scelta di un’agricoltura produttiva ed ecologica” e ”riequilibrare gli scambi commerciali internazionali di prodotti agricoli e agroalimentari”. Altrimenti il rischio è quello di dover aumentare a dismisura la produzione di cibo per ‘sfamare’ i 3 miliardi di abitanti supplementari con il rischio di nuove crisi alimentare, di un esaurimento delle risorse naturali e di un incremento delle disparità. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Agrimonde’ pubblicato nei giorni scorsi dall’Inra, l’Istituto nazionale di ricerca agronomica francese, e dal Cirad, il Centro di cooperazione internazionale in ricerca agronomica per lo sviluppo.

Ultima chiamata per Empower: scade a fine mese l’adesione la raccolta firme per le petizioni

 Si avvia verso la fase conclusiva EmPower, il progetto pilota cofinanziato e promosso dalla Commissione europea che mira a motivare e coinvolgere associazioni e cittadini sui temi ambientali piu’ importanti attraverso una serie di petizioni. L’iniziativa, che ha preso il via a gennaio 2009, ha visto fino ad oggi la partecipazione di quasi 7.000 utenti europei, che hanno firmato online le petizioni sui cambiamenti climatici, la biodiversita’, l’obbligo di etichettatura per gli ogm, la gestione sostenibile delle risorse idriche. C’e’ tempo ancora fino a fine mese per firmare, e per farlo basta poco: e’ sufficiente collegarsi al sito di Empower http://www.ep-empower.eu/epetitions/it/Home.aspx e registrandosi si potra’ fare un’azione concreta in difesa dell’ambiente.

Risorse: nel 2020 il break down alimentare

 Già nel 2020 il mondo potrebbe non riuscire a produrre abbastanza cibo per tutti, a causa dell’aumento della popolazione e degli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole. Lo afferma uno studio dell’Ong statunitense Universal Ecological Fund, che ha combinato le proiezioni sulle temperature dell’Ipcc con i dati disponibili sulle produzioni mondiali. Secondo i risultati dello studio, che parte dalla stima di un aumento di 2,4 gradi della temperatura media entro i prossimi dieci anni, alla popolazione che diventerà di 7,8 miliardi di persone verrà a mancare il 14% del grano, l’11% del riso e il 9% del mais, mentre le uniche produzioni che beneficeranno dei climi più caldi saranno quelle di soia.

Le università australiane bandiscono l’acqua nelle bottiglie di plastica

L’università di Canberra, nella capitale federale, è il primo campus in Australia a mettere al bando la vendita di acqua in bottiglia, creando un precedente che gli ambientalisti sperano faccia da modello per il resto del Paese. Nei caffé e nei negozi del campus l’acqua in bottiglia sarà sostituita da distributori automatici che riempiono contenitori, acquistabili separatamente, di acqua refrigerata liscia o gassata, a prezzi inferiori di quella in bottiglia. Il sistema è stato organizzato dal gruppo ambientalista Do Something! (Facciamo qualcosa!) dopo una campagna lanciata dagli studenti.