Ogm: l’Italia deve decidere che politica adottare

 Lo stop alla discussione sull’adozione delle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche è coerente con i nuovi orientamenti dell’Unione Europea sulla libertà per gli Stati membri di decidere in merito alla coltivazione di colture geneticamente modificate”. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione di accantonare la discussione sulle linee guida per la coesistenza tra coltura Ogm e non, annunciata dal coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura Dario Stefa’no al termine della riunione in preparazione della commissione politiche agricole che è l’organismo della conferenza stato regioni che istruisce le materie agricole.

Dalle cellule di rana arriva il naso elettronico infallibile

 Un naso elettronico molto più sensibile di quelli utilizzati, ad esempio, nella produzione alimentare per captare eventuali cibi marci. A crearlo, utilizzando a sorpresa cellule di rana geneticamente modificata, è stato Shoji Takeuchi, bioingegnere dell’università di Tokyo (Giappone), riporta la rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’. Secondo l’esperto gli ‘e-nose’ attualmente in uso non sono poi così precisi e accurati, perché utilizzano sistemi al quarzo progettati per vibrare a una frequenza diversa quando si legano a determinate sostanze bersaglio. Ma non si tratta di un sistema infallibile, perché sostanze diverse con pesi molecolari simili possono essere scambiate fra loro, producendo falsi positivi. Takeuchi crede invece che non ci sia nulla di meglio della biologia per distinguere fra diverse biomolecole. Ha quindi sviluppato un sensore olfattivo ‘vivente’.

OGM: arriva il salmone transgenico, ma quasi 3 italiani su 4 non lo vogliono

 Quasi 3 italiani su 4 sono contrari al super salmone transgenico nel piatto: questo è quanto emerge secondo l’indagine Coldiretti/Swg, secondo la quale il 72 per cento dei cittadini italiani che esprimono un’opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla decisione sull’immissione in commercio di salmoni geneticamente modificati che la Food and Drugs Administration (Fda), ovvero l’organo regolatorio statunitense su farmaci e cibo, dovrà assumere a partire dal 19 settembre.

Ogm: devastato un campo a Vigevano. Gli Ogm tra polemiche e illegalità

L’illegalità va condannata sempre anche quando come in questo caso, viene attuata per porre fine ad altra illegalità ma bisogna anche prendere atto che non c’è stata da parte delle istituzioni la stessa tempestività avuta nel condannare il gesto dei no global anche nel contrastare l’illegalità originaria lasciando libere le piante di crescere con il rischio che la maturazione del mais e la conseguente disseminazione di polline possa provocare una contaminazione“. La Coldiretti commenta così il raid di una settantina di no global che ha devastato un campo di mais geneticamente modificato a Vivaro, in provincia di Pordenone.
A preoccupare la Coldiretti è il pericolo della contaminazione che “avrebbe un impatto devastante sull’ambiente, sulla fauna selvatica, su altri ambiti agricoli e che non potrebbe essere limitato ai confini amministrativi dei comuni o della regione coinvolta, come ha fatto notare la task force di 27 organizzazioni per una Italia libera da Ogm“.

Le opinioni di italiani ed europei sull’alimentazione: Italiani contrari all’OGM

 Quasi tre italiani su quattro, il 72% ritengono che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) sono meno salutari rispetto a quelli tradizionali. E’ quanto emerge da una recente indagine della Coldiretti-Swg “Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione“, divulgata in occasione del blitz di un migliaio di coltivatori della Coldiretti a Fanna in provincia di Pordenone in Friuli dove sono state seminate illegalmente piante di mais Ogm. Una vicenda venuta alla luce da lettere anonime recapitate anche all’assessore all’Agricoltura del Friuli Venezia Giulia Claudio Violino e contenenti sementi transgeniche e accompagnate da una mappa che indicava un terreno in provincia di Pordenone, dove i semi sarebbero stati utilizzati e in merito alla quale sono stati chiamati ad indagare i Carabinieri del Noe.

OGM: sabato 22 la Cia scende in piazza per protestare contro i mangimi esteri con Mangiasano

 Gli allevamenti di bestiame, oltre 300 mila stalle, sono invasi da mangime Ogm di provenienza estera. Piu’ di quattro milioni di tonnellate di soia (un quarto del fabbisogno nazionale) e due milioni di tonnellate di mais biotech (in pratica, oltre il 25 per cento del totale) entrano nell’alimentazione degli animali allevati in Italia. Una cifra destinata a raddoppiare nel giro di 4-5 anni. E cosi’, inevitabilmente, prodotti (carne, latte e formaggi) con presenza di organismi geneticamente modificati finiscono sulle tavole degli italiani. La denuncia è della Cia – Confederazione italiana agricoltori, il cui presidente Giuseppe Politi insieme a Guido Pollice, presidente dei Vas (Verdi ambiente e societa’) presenta la quinta giornata ”Mangiasano” che si svolgerà sabato 22 maggio con centinaia di iniziative in tutte le Regioni.

OGM, un autogol per l’economia Italiana

 Gli Organismi Geneticamente Modificati? Per l’agricoltura veneta e italiana e per le nostre aziende agricole sarebbero un autogol economico con ripercussioni pesantissime sul futuro”. Ne è piu’ che convinto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, che ribadisce la sua posizione su questo argomento: ”Non ne faccio una pregiudiziale ideologica nè tantomeno sono contrario alla ricerca e alla sperimentazione in quanto tali, anzi. Osservo semplicemente che la produzione di ogm priverebbe le nostre aziende agricole della proprieta’ delle sementi e le farebbe produrre le stesse cose che si possono produrre altrove a prezzi piu’ bassi”.

Greenpeace contro la patata Amflora

 La Commissione europea ha autorizzato la coltivazione di un OGM per la prima volta dal 1998. È la patata Ogm della Basf, conosciuta con il nome di Amflora e contenente un gene che conferisce la resistenza ad alcuni antibiotici. La sua immissione in ambiente potrebbe scatenare una resistenza batterica verso medicinali salva vita, denunciano gli attivisti di Greenpeace.
“Questa autorizzazione viene sventolata in faccia alla scienza, all’opinione pubblica e alle leggi europee. È scioccante che da sei anni il presidente Barroso prova a seppellire le evidenze scientifiche sui dubbi per la sicurezza di questa patata OGM” accusano dall’associazione.

Ogm: sempre meno Paesi europei li coltivano. E l’Italia che fa?

 Si sono ridotti a 6 su 27, i Paesi europei dove si coltivano organismi geneticamente modificati (ogm), con un crollo del 12% delle semine. Una riduzione registrata in Spagna, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia, e mentre la Polonia ha mantenuto la stessa superficie coltivata; solo in Portogallo è aumentata, mentre in Germania vige il divieto posto nell’aprile 2009. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti, a seguito della fine della moratoria Ue con il via libera alla prima patata transgenica e l’annuncio della Commissione Europea di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno Ogm sul proprio territorio, invertendo l’attuale quadro normativo.

Agricoltura: arriva anche in Italia il marchio Ogm-free

 Un marchio etico Ogm-free che garantisca i consumatori e i produttori contrari ai prodotti geneticamente modificati. E’ la proposta lanciata dal ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che autorizza le coltivazioni di mais geneticamente modicato. ”Un marchio – dichiara il ministro- che garantirebbe alla stragrande maggioranza dei produttori di continuare a fare agricoltura di qualita’ e certamente piu’ vicina alla conformazione culturale, produttiva e persino commerciale dei nostri territori. E’ pur vero -spiega – che oggi, anche se in misura contenuta, esistono e circolano liberamente semi Ogm. Il problema -aggiunge- è contenere il fenomeno, non svilupparlo: e questo per venire incontro alla struttura economica e identitaria che meglio ci rappresenta nel mondo”.