La storia è di quelle che intenerisce il cuore… eppure non è la trama di un cartoon o di una fiaba, ma è una storia vera. E’ la storia di un giovane pinguino imperatore – ribattezzato ora Happy Feet – che si è perso ed è finito per arenarsi – completamente solo – su una spiaggia della Nuova Zelanda. Il poverino, confuso, aveva ingerito della sabbia, scambiandola per neve, ma fortunatamente è stato salvato da un’équipe dello zoo di Wellington. Happy Feet è così stato trasportato allo zoo e operato allo stomaco da John Wyeth, un noto chirurgo di gastroenterologia che solitamente opera sugli esseri umani.
natura animali
Le meduse, voraci predatori oceanici
Meduse: difficile pensarle come voraci predatori dell’oceano anziché fastidiosi esserini gelatinosi che possono lasciare dolorosi ricordini sulla pelle… eppure un recente studio del Virginia Institute of Marine Science ha approfondito il ruolo della medusa nel suo ambiente naturale, tracciandone un ritratto a molti inedito, dovuto al suo ruolo nella catena alimentare oceanica. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pnas, mostra come la medusa sia in grado – se in branchi particolarmente numerosi – di distruggere la catena alimentare in cui si inserisce.
Le balene tornano a New York City
Balene, delfini e foche sono tornati in prossimità dei porti di alcune grandi città degli Stati Uniti, specialmente al porto di New York City.
Il ritorno delle balene dei delfini e delle foche a New York City ha ispirato la creazione di itinerari turistici dedicati proprio all’osservazione di questi fantastici animali marini. Una delle imbarcazioni che organizzano questi tour di avvistamento di balene, foche e delfini è l’American Princess del Capitano Tom Palladino. “Si potevano avvistare dieci balene l’anno, ora se ne vedono almeno cento. E si avvistano i delfini tutti i giorni tra giugno e settembre.” dice il Capitano Palladino.
Biodiversità: per l’Ue nuova strategia in sei punti
“Noi esseri umani, oltre ad essere parte integrante della biodiversità, dipendiamo da essa per procurarci cibo, acqua e aria pulite e un clima stabile. È il nostro capitale naturale, che stiamo spendendo troppo in fretta e tutti noi sappiamo cosa accade quando ci indebitiamo al di là delle nostre possibilità“. Con questa premessa il Commissario europeo per l’Ambiente, Janez Poto?nik, ha presentato la nuova strategia adottata dall’Unione Europea per arrestare la perdita della biodiversità e il degrado ambientale del nostro territorio. La strategia proposta dalla Commissione UE prevede sei obiettivi prioritari che mirano a contrastare i principali fattori responsabili della perdita della biodiversità.
Concorso video-fotografico: Le Famiglie allo Zoo di Roma
Ogni compleanno che si rispetti chiama a raccolta i vecchi amici, quelli con cui si condividono i ricordi più belli.
Per festeggiare il suo 100esimo anniversario, il Bioparco di Roma indice un concorso video-fotografico per raccogliere le più belle immagini della sua storia, dei suoi animali e di quella dei suoi visitatori, bambini, ragazzi e adulti, di un secolo.
Il concorso, dal titolo Le Famiglie allo Zoo di Roma – 1911 al 1989, intende celebrare nell’anno del centenario il legame del Giardino Zoologico con le famiglie italiane, tra gli animali, i bambini e i ragazzi, che per generazioni lo hanno visitato armate di macchina fotografica e cinepresa.
Fotografato il ghepardo sahariano
Uno dei felini più schivi e rari è stato fotografato tra luglio e agosto del 2010, dopo un lungo anno di appostamenti da parte degli scienziati che lavorano per il Saharan Conservation Fund (SCF), si tratta del ghepardo sahariano.
Il ghepardo sahariano è stato fotografato di notte con una fotocamera nascosta nella zona desertica di Termit in Niger.
Il ghepardo sahariano è un animale in via d’estinzione, pare che ne siano stati avvistati meno di dieci esemplari nella zona del Termit. Non si sa molto delle abitudini e dello stile di vita del ghepardo sahariano, si sa soltanto che è in grado di sopravvivere senza un fonte d’acqua a temperature molto elevate.
Dalle foto si vede il ghepardo sahariano guardare verso la fotocamera, ha il corpo esile, una lunga coda e delle macchie sul dorso.
“Eravamo più felici che sorpresi quando abbiamo visto le immagini, perché sapevamo che i ghepardi erano in quella zona e perché avevamo visto più volte le loro tracce.”
Le iguana -parte seconda-
Oggi le iguana sono vendute come animali da compagnia anche nei negozi di animali europei e in negozi di animali di regioni dal clima molto più freddo di quello d’origine. Bisogna però ricordare che le iguana non sono animali da compagnia, sono animali selvatici che hanno bisogno di vivere in piena libertà e nel clima a loro adatto. Le iguana sono animali molto delicati e in cattività vanno incontro a numerosi pericoli per la salute dovuti ad un errato modo di tenerle.
Non è facile tenere un’ iguana in cattività in una regione dal clima notevolmente più basso di quello dove vivono in libertà. Per questo motivo ne sconsigliamo vivamente l’allevamento e la detenzione.
Cerchiamo di approfondire il perché della difficoltà dell’allevamento e della detenzione di iguana in un appartamento delle nostre città.
L’allevamento in cattività delle iguana è possibile solo se si ha a disposizione molto spazio perchè un maschio adulto può arrivare ad avere le dimensioni di due metri, e tenendole in un apposito contenitore di misura adeguata alla grandezza di un esemplare adulto di iguana, tenendo conto dello spazio necessario adatto al loro movimento e che presenti caratteristiche simili al loro ambiente naturale, il cui nome è terrario.
L’Iguana -parte prima-
L’iguana è un rettile molto simile alla lucertola, ma di dimensioni più grandi e dal movimento più lento. Quando raggiungono la maturità sviluppano una cresta sul dorso molto più evidente nei maschi che nelle femmine. La testa dei maschi ha una forma triangolare mentre quella delle femmine è arrotondata.
Il termine “iguana” indica anche il genere Iguana che comprende le iguana in senso stretto, ma in senso più ampio la stessa parola italiana indica tutti i rappresentanti della famiglia degli Iguanidi.
Le iguana in natura possono raggiungere anche i due metri e mezzo, mentre in cattività crescono fino a un metro e mezzo, un metro e novanta centimetri. Gli esemplari di iguana di grandi dimensioni sono ormai rari a causa della distruzione dell’ambiente che in molte zone provoca sovrappopolazione e conseguente riduzione delle dimensioni; dell’industria degli animali da compagnia e per il fatto che molte persone del centro e sud America considerano l’iguana un cibo prelibato. L’iguana non è cacciata per necessità ma come specialità gastronomica.
Il bue muschiato
Il bue muschiato è un mammifero artico sopravvissuto agli sconvolgimenti climatici dell’Era Glaciale ed oggi deve affrontare un nuovo ostacolo, quello del riscaldamento globale. Nel 2006 Joel Berger di Conservation Trust ha ricevuto un fondo di ricerca della National Geographic Society per scoprire come il bue muschiato sta affrontando i cambiamenti del suo habitat, l’Artide.
In passato il bue muschiato è sopravvissuto a cambiamenti climatici, caccia, scarsità di cibo e sfruttamento da parte dell’uomo, ma la sua scomparsa dall’Asia e dell’Europa indica che, come per molte altre specie, vi sono molti fattori in grado di influenzare la sua capacità di sopravvivere e accrescere la loro popolazione nel corso del tempo.
Il bue muschiato (Ovibos moschatus, Zimmermann 1780) è un mammifero artico appartenente alla famiglia Bovidae, noto per il suo folto manto che arriva quasi a terra e il caratteristico odore del muschio. Appartiene alla sottofamiglia Caprinae e pertanto è più imparentato con la capra domestica (Capra hircus) che non con il bue (Bos taurus).
In entrambi i sessi sono presenti lunghe corna curve. L’altezza al garrese è di circa 1 m, la lunghezza di 2 m. Il bue muschiato ha un manto il cui colore varia tra il bruno, il grigio e il giallastro.
L’Addax, l’antilope del deserto
Sembra una capra, ma non lo è, se la si guarda bene si vede che è diversa da una capra e che somiglia un po’ ad un’antilope, si tratta dell’ addax, l’antilope del deserto.
Al Bioparco di Roma sono presenti degli esemplari di addax e se passate da lì potete andare a vedere da vicino l’antilope del deserto.
L’addax, “Addax nasomaculatus” (Blainville, 1816) è conosciuta come antilope dalle corna a vite, è l’antilope maggiormente adattata al deserto, un tempo numerosi esemplari vivevano in tutte le regioni Sahelo-Sahariane ad ovest della Valle del Nilo, è oggi vive in aree limitate del Chad, della Mauritania e del Niger.
È un animale imparentato molto da vicino con gli orici, ma si differenzia dalle altre antilopi per avere grandi denti di forma squadrata come i bovini e per essere priva delle caratteristiche ghiandole facciali. Sebbene nel suo ambiente naturale sia ormai estremamente raro, è piuttosto comune in cattività e si riproduce regolarmente in fattorie dove viene cacciato per le sue splendide corna.