Lo storico e secolare esemplare arboreo di Pinus pinea, di Villa La Terrazza di Sorrento non c’è più. 130 anni, 12 metri di altezza e 332 centimetri di circonferenza non sono bastati a salvare uno degli ultimi grandi esemplari di pino domestico presenti sul costone tufaceo della città. La denuncia è del Wwf che sottolinea la stridente coincidenza dell’evento con l’anno internazionale delle foreste proclamato dall’Onu. I motivi del disseccamento -riferisce il Wwf in una nota- non sono ancora chiari: certo è che i recenti interventi antropici sul terreno sottostante non hanno sicuramente giovato alla salute dell’albero, se si aggiungono poi le drastiche potature praticate 6 anni fa è evidente da cosa possa essere derivata la forte riduzione della capacità di fotosintesi della pianta.
inquinamento terra
Un pianeta polveroso: la Terra ha il doppio delle polveri rispetto a 100 anni fa
Il nostro pianeta è due volte più “polveroso” rispetto a 100 anni fa. Secondo uno studio della Cornell University (Usa), la quantità di polveri del deserto, non prodotte da attivita’ umana, presenti nell’atmosfera terrestre è raddoppiata nel corso dell’ultimo secolo influenzando il clima e l’ecologia in tutto il mondo. Per la prima volta i ricercatori, come riferisce la rivista Science Daily sulla base di uno studio presentato all’American Geophysical Union, hanno stimato la quantità di polvere del deserto e di altre particelle solide presenti in atmosfera nel corso del 20° secolo per cercare di capire quanto questi materiali siano responsabili dei cambiamenti climatici. E’ noto infatti che la polvere faccia da schermo alle radiazioni solari avendo così un effetto opposto ai gas serra. Inoltre è in grado di influenzare la formazione delle nubi e delle precipitazioni, comportando così una maggiore siccità ed una conseguente desertificazione.
Risorse: nel 2020 il break down alimentare
Già nel 2020 il mondo potrebbe non riuscire a produrre abbastanza cibo per tutti, a causa dell’aumento della popolazione e degli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole. Lo afferma uno studio dell’Ong statunitense Universal Ecological Fund, che ha combinato le proiezioni sulle temperature dell’Ipcc con i dati disponibili sulle produzioni mondiali. Secondo i risultati dello studio, che parte dalla stima di un aumento di 2,4 gradi della temperatura media entro i prossimi dieci anni, alla popolazione che diventerà di 7,8 miliardi di persone verrà a mancare il 14% del grano, l’11% del riso e il 9% del mais, mentre le uniche produzioni che beneficeranno dei climi più caldi saranno quelle di soia.
Le università australiane bandiscono l’acqua nelle bottiglie di plastica
L’università di Canberra, nella capitale federale, è il primo campus in Australia a mettere al bando la vendita di acqua in bottiglia, creando un precedente che gli ambientalisti sperano faccia da modello per il resto del Paese. Nei caffé e nei negozi del campus l’acqua in bottiglia sarà sostituita da distributori automatici che riempiono contenitori, acquistabili separatamente, di acqua refrigerata liscia o gassata, a prezzi inferiori di quella in bottiglia. Il sistema è stato organizzato dal gruppo ambientalista Do Something! (Facciamo qualcosa!) dopo una campagna lanciata dagli studenti.
Buste biodegradabili: un numero verde per tutte le informazioni
Le buste di plastiche sono ormai in via d’estinzione. Bandite dal mercato dal primo gennaio, i negozianti potranno smaltire le scorte di cui sono già in possesso. Le alternative proposte dal mercato sono ben note: dalla borsa in tessuto chic e personalizzata, al carrellino, al sacchetto in carta o, più innovativo, in bioplastica ricavata da mais e altre materie vegetali. Molte catene già da tempo si sono attrezzate con shopper ecologici che possono essere riutilizzati in casa per la raccolta del rifiuto organico.
Ma sono ancora tante le domande che ruotano intorno ai nuovi sacchetti. Per prima cosa come possiamo capire se un sacchetto è veramente ‘amico dell’ambiente’?
Gli uomini europei inquinano più delle donne
Sono i maschi, almeno in Europa, i veri nemici dell’ambiente. Le loro emissioni, afferma uno studio pubblicato dalla rivista Energy Policy, sono molto più alte di quelle delle donne, soprattutto a causa della smodata passione per le auto che sembra accomunare gli uomini di tutto il Vecchio Continente. I calcoli sono stati fatti da Riitta Raty e Annika Carlsson-Kanyama della Defence Research Agency svedese di Stoccolma sui dati di uomini e donne, in questo caso single, di Svezia, Norvegia, Germania e Grecia. I maschi sono risultati i più inquinanti in tutti i paesi, con una forbice che si amplia andando verso sud: se in Norvegia la differenza è solo del 6% e in Germania dell’8%, è in Grecia che questa diventa maggiore, sfiorando il 39%.
Inquinamento da amianto: scomparsi o declassati 13 siti a rischio 1. La denuncia di Defranceschi
“Sono scomparsi o sono stati declassati i 13 siti che comparivano nella classe di rischio 1, che identifica quegli edifici non confinati, accessibili e di uso pubblico nei quali sia presente materiale friabile e quindi estremamente pericoloso“. Al tempo stesso però “gli altri siti sono aumentati“.
Così il consigliere regionale ‘grillino’ Andrea Defranceschi commenta il nuovo censimento degli edifici con amianto da bonificare in Emilia-Romagna, aggiornato al 23 dicembre 2010 dalla Regione, che l’ha inviato al Ministero dell’Ambiente. “Quest’anno – spiega – la Regione ha preferito far passare solo sette mesi prima di replicare il censimento (solitamente annuale) dei siti con materiali in amianto. E considerato che, da maggio a dicembre, gli immobili a rischio per la salute dei cittadini son passati da 757 a 771, non possiamo che plaudire all’operato dell’assessorato alla Salute per l’utilità della mappatura“.
Alberi di Natale: a Roma al via la raccolta gratuita da Ama
Dopo la festività dell’Epifania, torna il tradizionale appuntamento romano di raccolta gratuita degli alberi di Natale. Tutti i centri di raccolta Ama saranno a disposizione dei cittadini per consegnare gli abeti di Natale, da venerdì 7 a sabato 15. L’iniziativa, giunta al sesto anno di vita, è promossa da Ama in collaborazione con l’assessorato alle Politiche Ambientali del Verde Urbano del Comune di Roma, il corpo Forestale dello Stato e il Tgr Lazio.
Sacchetti di plastica, addio. Dopo 50 anni la rivincita della sporta
”L’era del sacchetto di plastica per la spesa, inquinante e non sostenibile, si è finalmente conclusa. Il 2011, con il divieto di ‘circolazione’ dei sacchetti non biodegradabili per ‘l’asporto delle merci, per il WWF segna un punto di svolta poiché dopo 50 anni si prendono la rivincita quegli strumenti utilizzati dalle nonne come le sporte in tela, i carrelli della spesa, le retine che hanno tutte il pregio di poter essere riutilizzate infinite volte a beneficio dell’ambiente e del portafogli”. E’ quanto si legge in una nota del WWF.
”Il 1957, infatti, è la data che segnò l’inizio dell’era del sacchetto di plastica, prodotto per la prima volta negli Stati Uniti. Ne hanno decretato il successo le qualità peculiari: leggero, resistente, economico, conveniente per portare generi alimentari, vestiario e altri acquisti. I sacchetti di plastica ancora oggi sono tra gli oggetti di consumo più diffusi sulla Terra. Un peso di soli pochi grammi e una media di pochi millimetri di spessore, i sacchetti di plastica potrebbero sembrare completamente innocui se non fosse che vengono prodotti a partire dal petrolio e in quantità incredibili. Fabbriche in tutto il mondo sfornano circa 4-5.000 miliardi di buste di plastica l’anno, un quarto dei quali viene prodotto in Asia, contribuendo a immettere in atmosfera tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno”, continua la nota.
Riciclare gli scarti nucleari: il progetto cinese di riprocessamento dell’uranio
Gli scienziati cinesi hanno sviluppato una nuova tecnologia per il riprocessamento del carburante nucleare, capace di risolvere potenzialmente il problema di approvvigionamento cinese dell’uranio. Lo riporta la televisione cinese CCTV. La tecnologia e’ stata sviluppata nei laboratori della China National Nuclear Corp nel deserto del Gobi e permette il riuso del carburante gia’ irradiato.
Secondo quanto riferisce il China Daily che riprende la notizia televisiva sul suo sito web, con la nuova tecnologia, il riuso delle risorse di uranio cinesi gia’ stoccate potranno essere riusate per altri 3000 anni.