Energia nucleare: in Italia moratoria di un anno sulle nuove centrali

 La moratoria di un anno sul nucleare è una decisione di buon senso, di cautela, di rispetto per la preoccupazione dei cittadini di fronte a eventi straordinari che hanno suscitato grande inquietudine nell’opinione pubblica”. A sostenerlo è il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo. ”Oggi, a quasi due settimane dal sisma e dallo tsunami che hanno devastato il Giappone, – aggiunge il ministro – non abbiamo ancora piena chiarezza su ciò che è accaduto e su ciò che sta tutt’ora accadendo. Dopo una primissima fase in cui le notizie sul fronte nucleare riferivano del riuscito fermo di tutte le centrali, si e’ andato evolvendo uno scenario sempre più preoccupante che ha imposto ai Governi di tutto il mondo l’esigenza di un approfondimento sul tema della sicurezza. Una esigenza che si e’ posta in termini molto più pressanti nei paesi che ospitano entro i loro confini le centinaia di centrali nucleari in questo momento in esercizio, ma che è stata fortemente sentita anche dall’Italia ‘circondata’ dalle centrali straniere”.

Energia nucleare: il 20 percento dei reattori nel mondo si trova in zone sismiche

 Il 20% dei 440 reattori nucleari operativi nel mondo sorge in una zona sismica. Lo afferma un documento della World Nuclear Association, un’associazione di costruttori ed esperti di nucleare, secondo cui anche 62 impianti ora in costruzione sorgono vicino a faglie conosciute, cosi’ come molti dei 400 per cui sono state chieste le autorizzazioni. Secondo l’associazione praticamente tutti i reattori giapponesi sono a rischio ‘alto’ o ‘molto alto’ di essere soggetti a un forte terremoto nei prossimi 50 anni. Al massimo livello di rischio ci sono anche sei reattori a Taiwan e quattro negli Usa, di cui tre in California e uno nello stato di Washington. Hanno rischio da alto a moderato anche un reattore in Pakistan e uno in India, oltre a quelli in programma in Iran.

Nucleare: l’India rivede la sicurezza di 20 centrali nucleari

 Della necessita’ di un controllo della sicurezza nelle centrali atomiche ha parlato oggi anche il primo ministro Manmohan Singh in un messaggio al Parlamento di New Delhi dove ha espresso solidarieta’ con la popolazione giapponese colpita dalla doppia calamita’. I responsabili della Nuclear Power Corporation of India (NPCIL) hanno tuttavia assicurato che i siti atomici in India vantano ”i piu’ alti sistemi di protezione in base a standard internazionali e che hanno resistito a grandi disastri naturali”. Va ricordato, a questo proposito, che parte del territorio indiano si trova in una zona altamente sismica per via della collisione di due placche tettoniche. L’ultimo grande sisma risale al 2001 nello stato nord orientale del Gujarat seguito da quello in Kashmir nel 2005.
In particolare, il premier ha chiesto alle autorita’ competenti di valutare le conseguenze di grandi disastri naturali come un terremoto o uno tsunami sulla sicurezza dei reattori nucleari, che sono per la maggior parte situati sulla fascia costiera.

Emergenza radiazioni in Giappone: aumenta la fobia del nucleare in Europa

 L’Europa teme l’apocalisse nucleare giapponese, un po’ per la salute, un po’ per la psicosi, molto per i costi. Percepisce la paura dei cittadini per una catastrofe che potrebbe – come sostengono in Francia e Russia – persino essere peggiore di Chernobyl. Cosi’ Nicolas Sarkozy, che guida un paese fondato sull’energia nucleare, chiede che il G20 si riunisca per immaginare le opzioni alternative. Ma intanto i politici europei, a parte Angela Merkel (che deve fare i conti con un partito verde arrivato in Germania al 18% nei sondaggi) non riescono a pensare un futuro senza energia atomica: anche perche’ il costo della rinuncia rischia di diventare insostenibile a breve termine.

Rilevatori di radioattività: vendite in aumento del 500 percento in Italia dopo l’emergenza in Giappone

A ruba in Italia i rilevatori di radiaottività, soprattutto quelli portatili. Sull’onda emotiva del rischio nucleare in Giappone le aziende che commercializzano queste apparecchiature sono sommerse da ordinazioni, e registrano picchi di vendite con aumenti fino al 500%. “Nell’ultima settimana stiamo assistendo a un fenomeno abnorne – riferisce all’ADNKRONOS Bruno Agnanti, Amministratore unico della Pec Italia – non solo per il boom di richieste dall’Italia di questi strumenti portatili, i cosiddetti Geiger, ma anche da altri paesi europei, con percentuali di crescita, in questo caso, stimabile intorno al 1000%“.

Moria di insetti impollinatori: sotto accusa pesticidi e agrofarmaci

 Non un allarme estemporaneo ma un fenomeno che non si arresta quello della moria di insetti impollinatori, a partire dalle api e dalle farfalle, queste ultime di sono addirittura dimezzate negli ultimi 5-6 anni. Sotto accusa “la contaminazione dell’ambiente da parte di agrofarmaci e pesticidi soprattutto quelli di ultima generazione che hanno un impatto più subdolo rispetto a quelli più ‘vecchi’, perché danno una mortalità non immediata ma di tipo cronico“, spiega all’ADNKRONOS Marco Lodesani, direttore del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (Cra).
Un problema dunque che, nonostante le diverse misure ‘preventive’ – il nostro ministero dell’Agricoltura ha deciso di vietare l’uso di insetticidi neonicotinoidi nella concia dei semi di mais – “esiste, e non riguarda solo le api, ma molti altri insetti di cui però non si parla“, spiega l’esperto.

Bruxelles pronta a vietare i sacchetti di plastica in tutta la Ue

 Bruxelles è pronta a vietare i sacchetti di plastica in tutta la Ue. La scelta italiana di mettere al bando gli shopper trova sostegno in Europa nonostante un tentativo di fermarla attraverso un ricorso dei produttori e alcuni rilievi procedurali. “Le attuali tendenze dell’industria non sono sostenibili“, ha detto il commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnick, per il quale “gli effetti dell’uso massiccio delle buste di plastica sull’ambiente, soprattutto sui mari, sono sotto gli occhi di tutti“. Non ci sarà quindi nessuna sospensiva delle norme italiane che dal primo gennaio avevano vietato l’utilizzo di queste buste, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Nucleare: rischio di contaminazioni alimentari da radiazioni. Aumenta il rischio tumori

 Il rischio nucleare che dal Giappone tiene l’intero pianeta con il fiato sospeso minaccia la catena alimentare. Le sostanze radioattive che si propagano nell’aria da Fukushima potrebbero contaminare acqua e alimenti, facendo lievitare il rischio tumori. A correre maggiori pericoli i più indifesi: bambini e feti, ovvero piccoli che aspettano di venire al mondo. Secondo gli esperti, l’esposizione a materiale radioattivo può dare il la a vari tipi di cancro e le probabilità di ammalarsi crescono, naturalmente, all’aumentare del livello di radiazioni raggiunto. Ma c’è bisogno di misurazioni più precise, precisano gli addetti ai lavori, per fornire una valida stima del rischio.
Le esplosioni potrebbero esporre la popolazione a radiazioni per lungo tempo – spiega Lam Ching-wan, patologo all’università di Hong Kong nonchè membro dell’American Board of Toxicologists – aumentando il rischio di tumore alla tiroide, alle ossa e di leucemia. I bambini e i feti sono senz’altro i più vulnerabili. Per alcuni – aggiunge Lam, le cui dichiarazioni stanno rimbalzando sulle principali testate internazionali – anche una piccola quantità di radiazioni aumenta il rischio di cancro“.

Scomparsa delle api: il loro nemico è l’acaro varroa

La copertina del rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) mostra la foto di un’ape da miele con un parassita, la ‘varroa‘, un piccolo acaro rossastro chiaramente visibile sul suo torace. E’ un parassita che si nutre dei fluidi vitale dell’insetto, in tutte le sue fasi, e diffonde da arnia ad arnia pericolosi virus e batteri che se non individuati e curati possono portare alla morte di tutta la colonia, il piu’ serio dei pericoli, secondo quanto affermato nel rapporto, per le api da miele nei paesi occidentali.

La scomparsa delle api
Dal 2006, quando gli allevatori statunitensi cominciarono a denunciare la sparizione delle loro api – un misterioso fenomeno che ha spazzato via piu’ di un terzo delle colonie al suo culmine, nel 2007-2008 – in pochi prestavano attenzione a questo microscopico parassita della grandezza di una capocchia di spillo.