Riscaldamento globale: nel Mediterraneo muoiono spugne e coralli

L’ estate marina si è allungata di oltre trenta giorni e l’ aumento della temperatura del mare registrato fra il 1974 e il 2006 nel Mediterraneo ha provocato episodi di mortalità di massa di organismi che abitano il fondo marino.
E’ quanto emerge da uno studio spagnolo del Consiglio Superiore di Ricerche Scientifiche (Csic) pubblicato sulla rivista Proceedings dell’ Accademia nazionale di scienze statunitense, secondo il quale la mortalità di organismi invertebrati è il prodotto del riscaldamento globale. Il lavoro segnala infatti che, in periodi estivi estremamente lunghi e caldi, come quelli registrati dal 1999 al 2003, si sono prodotti processi di mortalità di massa sui fondali del Mar Ligure e in quasi tutto il Mediterraneo nord occidentale.

Stagione balneare 2009, le Marche confermano un mare pulito

 In vista della stagione balneare 2009 inizia la rincorsa al mare pulito e alla spiaggia migliore: così cominciano ad arrivare anche le notizie sulla balneabilità delle spiagge. Il mare marchigiano si conferma “pulito” e pronto per la stagione: su 173.779 metri di costa, l’87,18% (151.449 metri) è idoneo alla balneazione, lo 0,49% (850 metri) temporaneamente non idoneo, il 4,92% (8.550 metri) permanentemente non idoneo, mentre il 7,44% (12.930 metri) è interdetto alla balneazione (aree portuali, industriali, militari o comunque non accessibili). Se si considerano solo i tratti balneabili (160 chilometri di costa), la percentuale di idoneità sale al 94,19%.

Inquinamento marino: il santuario delle balene in Liguria abbandonato dai cetacei

 Il santuario dei cetacei, un’ area del mar Ligure che sino a poco tempo fa aveva rappresentato un vero e proprio paradiso per balene e delfini, ha visto un calo drastico della presenza dei cetacei: sino al 75% in meno gli avvistamenti di balenottere e fino al 50% in meno di stenelle. La causa? Presto detto: il traffico marino incontrollato, con imbarcazioni che viaggiano anche fino a 70km/h, e la presenza di batteri fecali in alto mare. Insomma… il paradiso dei cetacei è diventato una fogna in alto mare.
Sotto l’ occhio del mirino la mancanza di regole e l’ assenza di un piano di gestione del traffico marittimo. A portare all’ attenzione dei media il problema è stata ancora una volta Greenpeace, con un dossier intitolato “Balene a perdere”, presentato la scorsa settimana a Roma. Il dossier raccoglie i risultati della ricognizione effettuata lo scorso agosto dalla Artic Sunrise proprio nelle zone del santuario cetaceo.

Inquinamento marino: il degrado fa cambiare sesso ai molluschi

 Il mare inquinato fa cambiare sesso ai molluschi. La scoperta non è nuova, ma è stata riscontrata nuovamente dalle analisi dell’ Ispra nel Mediterraneo. Ma questo è solo uno degli effetti del degrado che sta modificando il nostro mare. Il responsabile della “mascolinizzazione della popolazione” di murici (molluschi bioindicatori) è un composto presente nella vernice delle imbarcazioni (il tributilsragno, Tbt) che causa la comparsa di veri e propri organi sessuali maschili nelle femmine sottoposte alle concentrazioni più elevate. Il Wwf aveva già chiesto anni fa la messa al bando del Tbt, “il killer del mare”. A cambiare sesso sono infatti i molluschi che vivono in aree ad alto traffico navale.