Golfo del Messico: perdita di petrolio sottostimata, sarebbe 4-5 volte maggiore del previsto

 La perdita di petrolio originata dall’esplosione della piattaforma nel golfo del Messico potrebbe essere molto maggiore di quanto stimato dal Noaa (l’organismo federale americano che si occupa della tutela ambientale delle acque e delle coste marine), forse 4-5 volte di piu’. Lo affermano al New York Times alcuni esperti. La cifra fornita dal governo americano è stata ottenuta con un metodo chiamato ‘Bonn Convention’ basato sui colori dell’acqua, che sono usati per stimare lo spessore della macchia di petrolio: ”Ma questo protocollo è specificatamente non raccomandato per le macchie molto grandi – afferma al quotidiano Alun Lewis, un esperto britannico -, inoltre una sua applicazione corretta dovrebbe dare un intervallo di quantità”.

Sversamento di petrolio: le difese naturali dell’ambiente contro gli agenti inquinanti

 Oltre agli sforzi messi in atto dalla Bp o dal governo Usa, anche la natura sta cercando di rispondere al disastro ambientale provocato dalla marea nera che sta invandendo il golfo del Messico. Lo spiegano diversi esperti al National Geographic, secondo i quali però c’è un limite di quantità oltre il quale tutte le contromisure diventano inefficaci. ”Anche la natura ha la sua ‘cassetta degli attrezzi’ per rispondere alla perdita di petrolio – spiega Christopher Reddy, chimico della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) in Massachusetts – che presi tutti insieme possono essere molto efficaci. In particolare il ‘migliore amico’ dell’ambiente in questo momento è l’evaporazione, che ha effetti immediati”.

Energia nucleare: effetti collaterali. L’esempio delle contaminazioni nel Niger

 E’ sempre Greenpeace che diffonde un’inchiesta che rivela come l’estrazione di uranio dalle miniere di Areva, il gigante dell’energia nucleare, sta mettendo in serio pericolo la popolazione del Niger. Areva è la società che possiede la tecnologia dell’EPR, le centrali che il governo vuole costruire in Italia. In collaborazione con il laboratorio francese indipendente CRIIRAD e la rete di ONG ROTAB, Greenpeace ha realizzato un monitoraggio della radioattività di acqua, aria e terra intorno alle cittadine di Arlit e Akokan, a pochi chilometri dalle miniere di Areva, accertando che i livelli di contaminazione sono altissimi.

Marea nera: Greenpeace diffonde Orizzonte nero, sei domande sulla politica del petrolio

 Greenpeace si interroga sul disastro ambientale avvenuto nel Golfo del Messico dopo lo sversamento della piattaforma petrolifera Deepwater Horizons, e per farlo diffonde un documento: si chiama Orizzonte nero e tira in causa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che aveva promesso una rivoluzione verde.
Dopo tante promesse di “rivoluzione verde” e Green Economy, agli inizi di aprile 2010 – inizia la premessa di Orizzonte Nero -, Barak Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli USA, dopo una lunga moratoria. Un pedaggio pagato alle lobby petrolifere per far passare un “Climate Bill” (la legislazione per la riduzione delle emissioni di gas serra) che riduce le emissioni degli USA solo del 4% rispetto al 1990 (anno di riferimento del Protocollo di Kyoto). Obama è stato subito ripagato da BP (che non vuol dire più British Petroleum ma Beyond Petroleum, cioè “Oltre il Petrolio”!) con una marea nera che lascerà il segno. Vediamo di capire come e perché.”

Sversamento British Petroleum: dalla maxi-cupola ai capelli umani per contenere la marea nera

 Gli esperti della British Petroleum le stanno tentando tutte per riuscire ad arginare la fuoriuscita di greggio che ormai persiste da giorni sui fondali del Golfo del Messico. La prossima strategia consisterà nel posizionare sul pozzo petrolifero danneggiato una gigantesca cupola metallica, destinata ad arginare la fuoriuscita di greggio. La struttura, che sarà solidamente ancorata sul fondale marino a 1.500 metri di profondità, è collegata a una conduttura che convoglierà il greggio su una nave d’appoggio. Alta oltre 12 metri e pesante circa 78 tonnellate, questa struttura in metallo e cemento progettata ‘ad hoc’ dovrebbe incapsulare ciò che resta del tubo della piattaforma da cui continua a fuoriuscire petrolio. Una volta installata e collegata ad un apposito compressore in superficie, la struttura dovrebbe poi aspirare fino all’85% del petrolio ancora presente in fondo al mare. Ed evitare la catastrofe.

Agrofarmacie di campagna, i luoghi dove acquistare gli agrofarmaci

 Agrofarmaci sì, ma solo con la ricetta, nel rispetto di tutela dell’ambiente e sicurezza del cittadino. E gli agronomi lanciano le ‘agrofarmacie di campagna‘, ovvero l’unico luogo abilitato alla vendita degli agrofarmaci solo attraverso una ricetta prescritta da un professionista abilitato.
Salute del consumatore e tutela dell’ambiente. Nel dibattito in corso sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, sono questi gli obiettivi primari che il Conaf, Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, e’ necessario tenere in considerazione riguardo alla direttiva comunitaria, pubblicata il 24 novembre 2009, le cui linee guida sono proprio in questi mesi in via di definizione, e gli stati membri devono redigere i piani di azione nazionali e inviarli alla Commissione europea entro dicembre 2012.

Marea nera, la Lousiana chiede aiuto a Barack Obama

 Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ieri si è recato nelle zone colpite dalla catastrofe ecologica provocata dalla marea nera che è arrivata sulle coste del Golfo del Messico. Intanto, resta alto l’allarme nelle zone colpite dal disastro ambientale. L’enorme macchia nera di petrolio arrivata sulle coste della Louisana – ha dichiarato il governatore della Louisiana Bobby Jindal, che già da giovedì scorso ha dichiarato lo stato di emergenza – “non solo minaccia le nostre zone paludose e la nostra industria ittica, ma anche il nostro stile di vita“.

L’ondata di petrolio arriva sulle coste della Lousiana: è disastro nazionale per gli Usa

La marea nera fuoriuscita dalla piattaforma petrolifera esplosa nel Golfo del Messico è sempre più inarrestabile, anzi aumenta a dismisura di ora in ora. Ieri si è appreso di una terza falla sempre intorno ai 1.500 metri di profondità, e che la fuoriuscita di greggio è cinque volte rispetto a quanto previsto, 5000 barili al giorno contro i 1000 stimati, come dire 800.000 litri al giorno. La chiazza ha ormai raggiunto una dimensione di qualcosa come 72 chilometri per 169. Il presidente Usa Barack Obama ha definito il disastro “di rilevanza nazionale”, e ha annunciato che saranno utilizzati “tutti i mezzi necessari” per arginarlo. Intanto anche alle forze armate è stato chiesto aiuto.

Chiudi il rubinetto, il progetto di sensibilizzazione al risparmio idrico di Aquafresh

 Una delle prime cose che facciamo nella nostra giornata è sicuramente quella di lavarci i denti. E proprio da questo piccolo gesto quotidiano può arrivare una risposta agli sprechi di acqua. Aquafresh, nota marca di dentifiricio, presenta “Chiudi il rubinetto” un progetto di sensibilizzazione al risparmio idrico rivolto al consumatore. Chiudi il rubinetto, che ha ottenuto il Patrocino dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Milano, nasce dalla consapevolezza che ogni attività umana, ogni prodotto che viene commercializzato, lascia un impatto importante sul mondo in cui viviamo. Una di queste tracce è “l’acqua virtuale” – altrimenti nota come “water footprint” o “impronta idrica” – cioè il costo idrico, la quantità d’acqua dolce necessaria per il ciclo di vita del prodotto (per la sua realizzazione e consumo).

Stati Uniti, una terza falla nella piattaforma affondata fa fuoriuscire 5mila barili di petrolio al giorno

 La Guardia costiera statunitense ha individuato una terza falla nella piattaforma petrolifera ‘Deepwater Horizon‘ affondata la scorsa settimana a 84 chilometri a sud-est del porto di Venice, in Louisiana, dopo un’esplosione che ha causato un incendio e 11 persone disperse. Una falla dalla quale fuoriesce una quantità di petrolio pari a 5 mila barili al giorno, cinque volte superiore a quanto ere stato stimato all’inizio. La nuova perdita dalla piattaforma, scoperta a una profondità di 1.500 metri, è stata confermata da un portavoce della BP propretaria della piattaforma, che però ha contestato l’aumento della quantità di greggio dispersa: “Noi pensiamo che il volume di quello che si disperde resti invariato“, ha detto.