ZeroEmission Rome, dal 30 settembre al 2 ottobre alla Fiera di Roma in scena le energie rinnovabili

 Giunto alla sua quinta edizione, ZEROEMISSION ROME è l’evento di riferimento per tutte le aziende e gli operatori interessati allo sviluppo delle energie rinnovabili, all’emission trading e alla sostenibilità ambientale in Italia e nel grande e promettente mercato del bacino del Mediterraneo.
L’edizione del 2008 ha riconfermato il successo della sua formula espositiva e convegnistica con oltre 18.000 visitatori, 300 espositori provenienti da 14 paesi, 9 convegni di 3 giorni con 46 sessioni e 330 relatori.

Anche quest’anno saranno sei le aree tematiche in cui saranno suddivisi i padiglioni: Eolica Expo Mediterranean, Co2 expo e Ccs expo, PV Rome Mediterranean, CSP Solar Tech Expo, Biofuel Expo, Agrienergy expo e Enerjob, dedicata all’incontro domanda-offerta per i lavori in ambito delle energie rinnovabili.

La politica energetica di Barack Obama

 Sin dalla campagna elettorale nel 2008 il presidente USA Barack Obama ha posto tra i primi punti della sua agenda la radicale trasformazione della politica ambientale ed energetica degli Stati Uniti, varando successivamente un piano, denominato “New Energy for America”, ideato con il vice presidente Biden e approvato il 13 febbraio 2009 dal Congresso.

L’ intera strategia di Obama in campo energetico si basa su 3 “Soluzioni”:

* “Chart a new energy future” – lo sviluppo delle energie alternative e rinnovabili, per cercare di limitare la dipendenza dal petrolio
* “Invest in clean, renewable energy” – raggiungere entro il 2025 l’ obiettivo di generare da fonti rinnovabili il 25% dell’ energia prodotta internamente
* “Fight climate change” – diminuire l’ inquinamento atmosferico attraverso l’ incremento dell’ efficienza energetica e la riduzione dei consumi.

Energia eolica: quella degli Usa basterebbe per il fabbisogno mondiale

 Tutto il mondo potrebbe essere ‘mosso’ dal vento, basterebbe anche solo quello che spira su suolo americano: infatti l’ energia eolica prodotta con un sistema di turbine sparse sul territorio dei soli Stati Uniti potrebbe essere sufficiente a coprire il fabbisogno del mondo intero. E’ quanto stimato in uno studio pubblicato sulla rivista dell’ Accademia Americana delle Scienze ‘Pnas’ da Michael McElroy della School of Engineering and Applied Sciences, Harvard University di Boston.

UNA RETE DI TURBINE
Secondo il calcolo eseguito dagli esperti basterebbe una rete di turbine da 2,5 megawatt di potenza (posizionate in modo da non danneggiare l’ambiente, ovvero nei territori non forestali, dove non ci sono ghiacciai e in aree non urbane), che operino ad appena il 20% della loro capacità, per produrre un quantitativo di energia pari a oltre 40 volte il consumo globale corrente di elettricità, oltre cinque volte il consume globale di energia in tutte le sue forme.

Una lobby per le alghe e la produzione di energie rinnovabili

 E’ nata l’ Associazione Europea per Alghe e la Biomassa acquatica, EABA (European Algae Biomass Association) che dal 3 giugno si è affacciata ufficialmente sulla scena internazionale per sostenere, coordinare, incentivare e facilitare la commercializzazione dell’ uso della biomassa acquatica e delle alghe come fonte di energie rinnovabili.

LO SFRUTTAMENTO COMMERCIALE DELLE ALGHE
Il nuovo organismo raggruppa 55 membri del mondo dell’ industria, di quello accademico e di tutti gli operatori interessati allo sviluppo di questa nuova tecnologia. Sui tempi di utilizzazione su larga scala l’ EABA non si esprime e le opinioni tra gli esperti divergono notevolmente, tra attori industriale che si dicono pronti ad applicare le loro tecnologie su larga scala e a sfruttare questa nuova fonte energetica in tempi brevi e chi invece prevede la necessità di un lasso temporale maggiore per lo sfruttamento commerciale delle alghe.

La tassa sulle energie rinnovabili: Ici su eolico e fotovoltaico, la protesta di Aeper

 Oltre alle questione burocratiche legate all’ iter di autorizzazione, le fonti di energia rinnovabile avrebbero ora anche un altro problema ad osteggiarne la diffusione: dover pagare l’ Ici. La tassa che abitualmente si paga sugli immobili riguarderebbe soprattutto gli impianti eolici e fotovoltaici, considerati alla stregua di opifici in categoria D1.

A deciderlo, l’ Agenzia del territorio (con risoluzione n. 3 del 2008) sulla base di una disciplina catastale del 1949. Una situazione analoga a quella delle centrali idroelettriche. A denunciare, per esempio, il pagamento di 150.000 euro all’ anno di Ici per impianto eolico da 36 Mw, è l’ amministratore delegato di Unendo energia, Enrico Bruschi, nel corso del Forum Qualenergia a Roma.

Energia elettrica da fonti rinnovabili: in Ue costerà un po’ di più, ma ne vale la pena

 L’ industria europea dell’ energia elettrica è pronta a fare la sua parte nella sfida per produrre il 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Tutto ciò però avrà un costo. Per incentivare la produzione di RES si dovrà ricorrere a sussidi superiori ai prezzi di mercato e, di conseguenza, è possibile prevedere un aumento delle bollette. Lo ha detto David Porter, responsabile del Comitato per la politica energetica di Eurelectric, l’ Unione che rappresenta l’ industria elettrica europea,nel corso di un Convegno organizzato a Bruxelles su ” Energie rinnovabili nel 2020: sfide ed opportunita”’.
IL GIOCO VALE LA CANDELA
Porter ha poi sottolineato che “comunque sarà vitale ottimizzare la cooperazione tra i paesi ed i vari attori e adottare le politiche adeguate per assicurarsi che lo sviluppo delle RES diventi un elemento di spinta più che di ostacolo, per l’ integrazione regionale dei mercati elettici. I dati Eurelectric, forniti da Porter, mostrano infatti la necessità non solo di utilizzare i meccanismi di ccooperazione tra paesi, così come previsto dalla direttiva Ue, ma di farlo nel modo più flessibile possibile. Così, con il commercio di energia rinnovabile attraverso le frontiere si potranno raggiungere gli obiettivi previsti per il 2020 con un risparmio annuo di 17 miliardi di euro l’ anno, rispetto a quanto si spenderebbe utilizzando solo le rinnovabili prodotte a livello nazionale“, ha sottolineato Porter.

Francia, mulini a vento sotto i ponti della Senna e sui tetti di Parigi

 Mulini a vento sotto i ponti della Senna e sopra i tetti di Parigi: così parte nella capitale francese la rivoluzione eolica. Dopo Londra anche la Ville Lumiere – la Francia è il secondo paese dopo l’ Inghilterra a disporre del più grande potenziale di vento – si doterà di impianti eolici per la produzione di energia elettrica. Uno studio dell’ Agenzia regionale dell’ energia e dell’ ambiente ha rilevato forti correnti di vento in quattro luoghi della città: Montmartre, le Buttes-Chaumont e Belleville nel nord e l’ avenue de France nel XIII arrondissement nel sud.

IDROEOLICHE LUNGO LA SENNA
Inoltre è in cantiere il progetto di installare idroeoliche ai piedi di certi ponti per utilizzare le correnti della Senna. I primi test saranno fatti nel 2011 o nel 2012.