Le coste italiane a rischio erosione

CLAMER è l’acronimo di Climate Change Impacts on the Marine Environment – ovvero impatti del cambiamento climatico sull’ambiente marino -, e si tratta di un progetto europeo promosso da diciassette istituti oceanografici provenienti da una decina di paesi diversi.

Meno inquinamento e più riscaldamento globale: nuovi scenari climatici

Ridurre l’inquinamento atmosferico potrebbe causare un ulteriore aumento delle temperature terrestri e – di conseguenza – anche dei rischi sul clima ed il riscaldamento globale. Questo il risultato di una ricerca condotta da 48 istituti di ricerca in 24 paesi europei per il progetto Eucaari (European Integrated project on ‘Aerosol Cloud Climate and Air Quality Interactions’), tra i quali vi è anche il CNR italiano. La conclusione della ricerca è stata presentata recentemente ad Helsinki e pubblicata su Atmospheric Chemistry and Physics Discussions.

Clima: sei punti critici per il pianeta

Sei regioni instabili dal punto di vista climatico possono compromettere l’equilibrio climatico mondiale: sono la calotta dell’Antartico occidentale, i ghiacciai artici e alpini, la calotta glaciale della Groelandia, la circolazione atlantica termoalina e l’ozono stratosferico dell’emisfero Nord. Questi i punti critici del pianeta secondo un recente studio dell’Istituto di Potsdam (in Germania) per la ricerca sull’impatto climatico (PIK).

Secondo i risultati dello studio, il processo di destabilizzazione del clima globale si sarebbe già innescato in questi punti, con conseguenze poco prevedibili sul clima globale.

Riscaldamento globale: cambiamenti climatici ed estati caldissime

 

Se ne parla da anni ormai, ma il problema sembra non spaventare più di tanto le ignare popolazioni, mentre preoccupa gli esperti che continuano invano a diffondere campagne di sensibilizzazione su scala mondiale: il riscaldamento globale procede a grande velocità e si calcola che entro il prossimo mezzo secolo le estati diventeranno caldissime. Molte aree del Pianeta Blu, infatti, diventeranno davvero “bollenti” e si registreranno solo raramente belle stagioni relativamente fresche. Non è una minaccia che intende spaventare, ma una certezza soprattutto in posti come i tropici e gran parte dell’emisfero settentrionale. Il cambiamento sarà irreversibile in un periodo di tempo che va dai prossimi 20 ai 60 anni circa.

Siccità da record in Cina

E’ siccità da record in Cina centrale e meridionale, una delle peggiori degli ultimi sessant’anni. Che sia causa diretta del riscaldamento globale e dei mutamenti climatici o meno, il governo di Pechino sta cercando di fronteggiare la situazione, che vede 35 milioni di persone colpite dalla siccità, in prevalenza agricoltori e pescatori. In quattro milioni non hanno acqua potabile.

E, nonostante l’evidenza, le autorità difendono quelle che sono stati a vista di molti delle scelte ambientali sbagliate, come il progetto della diga delle tre Gole, il più grande impianto idroelettrico del paese, che secondo molti avrebbe contribuito di molto a peggiorare la situazione.

Biodiversità: per l’Ue nuova strategia in sei punti

 Noi esseri umani, oltre ad essere parte integrante della biodiversità, dipendiamo da essa per procurarci cibo, acqua e aria pulite e un clima stabile. È il nostro capitale naturale, che stiamo spendendo troppo in fretta e tutti noi sappiamo cosa accade quando ci indebitiamo al di là delle nostre possibilità“. Con questa premessa il Commissario europeo per l’Ambiente, Janez Poto?nik, ha presentato la nuova strategia adottata dall’Unione Europea per arrestare la perdita della biodiversità e il degrado ambientale del nostro territorio. La strategia proposta dalla Commissione UE prevede sei obiettivi prioritari che mirano a contrastare i principali fattori responsabili della perdita della biodiversità.

Clima: oceani potrebbero salire oltre un metro e mezzo entro 2100

 A causa del riscaldamento globale, il livello dei mari e degli oceani potrebbe alzarsi più di quanto sia stato finora calcolato: fino a 160 centimetri entro la fine del secolo. La nuova stima è riportata dal documento “Snow, water, ice and permafrost in the arctic (Swipa)”, realizzato dall’AMAP (Arctic Monitoring and Assessment Programme, un’organizzazione istituita nel 1991 dagli 8 Paesi del Consiglio Artico: Stati Uniti, Canada, Russia, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Islanda). “Il livello del mare in tutto il pianeta salirà entro il 2100 di 90-160 centimetri rispetto ai livelli del 1990“, afferma il rapporto, secondo cui l’entità del fenomeno è stata sottovalutata dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite.

Educazione ambientale: dall’Ispra arriva Vaddi, un gioco per capire i cambiamenti climatici

 Giocare per gestire le difficoltà legate ai cambiamenti climatici. E’ la proposta che l’Ispra offre ai giovani attraverso Va.d.di. (acronimo di ‘Vallo a dire ai dinosauri’), gioco-simulazione che insegna ad affrontare una tematica così delicata in prima persona, per rafforzare la coscienza civica ed indurre a riflettere sui problemi e le loro possibili soluzioni, utilizzando un modello simulato della realtà che viene messo in funzione (sulla base di regole) attraverso le decisioni dei giocatori.

Va.d.di.
Il ‘gioco’ è in realtà un kit di materiali didattici destinato agli studenti delle scuole superiori, coinvolgendo anche gli adulti e in particolare i docenti, che svolgono un ruolo di facilitazione, da apprendere attraverso corsi dedicati che l’Ispra organizzerà in una fase successiva. Ogni giocata, che coinvolge 50 persone, è ambientata nella regione di Pycaia e nei tre centri di Molaria, Naraoia e Santacaris, che prendono il nome da altrettanti fossili, da cui il riferimento ai dinosauri. I giocatori possono ricoprire diversi ruoli e sono chiamati a prendere decisioni sulle problematiche legate al riscaldamento globale.

Maxi progetto di cattura e sequestro Co2 in Canada

 Le tecniche per la cattura e lo stoccaggio della CO2, l’anidride carbonica (CCS, dall’inglese Carbon capture and storage) sono viste sempre più come uno degli strumenti fondamentali per contrastare i cambiamenti climatici, per uno sviluppo sostenibile: secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia potranno contribuire per il 19% alla riduzione delle emissioni globali di CO2. Perciò la ricerca in questo campo è in forte crescita non solo nei Paesi industrializzati, nonostante i costi elevati e la debolezza delle politiche internazionali in materia di cambiamenti climatici. Tra i progetti di maggiore rilievo va segnalato quello canadese di Esteven, che il governo della provincia indipendente del Saskatchewan ha definitivamente approvato nei giorni scorsi.

Artico: individuate le 13 aree più a rischio del Polo

Lo Stretto di Bering e la costa del Mare di Barents: sono questi alcuni esempi delle tredici aree piu’ vulnerabili e ricche di vita da proteggere con urgenza nell’Artico, sulle 77 da tutelare nel complesso.
E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn), che per la prima volta ha identificato le zone piu’ importanti per l’ecosistema marino del Polo Nord e maggiormente a rischio a causa di riscaldamento globale, perdita dei ghiacci marini e acidificazione degli oceani. A queste minacce si aggiungono anche attivita’ in espansione in zone prima inaccessibili nella regione, dai trasporti marittimi alla pesca, fino all’esplorazione in cerca di gas e petrolio. In ballo c’e’ anche la sopravvivenza di una fauna selvatica unica: dagli orsi polari ai trichechi, ma anche balene, foche e uccelli.