Area Marina Protetta Isole Pelagie -parte prima-

 Le Isole Pelagie rappresentano il gioiello più meridionale del sistema nazionale delle aree marine protette italiane. Le Isole Pelagie racchiudono, in un unico arcipelago tesori e caratteristiche ambientali che appartengono a due continenti distinti: l’Africa e l’Europa. Quasi un ponte attraverso il bacino del Mediterraneo, esse testimoniano l’interdipendenza delle dinamiche ecologiche dal quale non si può prescindere in nessun programma di protezione dell’ambiente. La bianca Lampedusa, la nera Linosa e lo sperduto isolotto di Lampione, sede di attente politiche di tutela ambientale, rappresentano oggi un nuovo contributo alla sfida della sostenibilità in Italia.
Le progressive invasioni di specie alloctone nelle Isole Pelagie costituiscono attualmente una delle principali emergenze ambientali e sono considerate dalla comunità scientifica internazionale la seconda causa di perdita di biodiversità a scala globale.

Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano -parte seconda-

 L’Appennino Tosco-Emiliano è stato una formidabile cerniera tra il Nord padano, la penisola e il mare di Luni. Ed è proprio andando a sollevare il velo della cultura materiale ancora ben viva e presente a cavallo della terra toscana e quella emiliana, che è possibile percepire che cosa unisce oggi i popoli residenti nel Parco Nazionale, riconoscere a tavola quali sono stati i travasi secolari in termini di enogastronomia e di tradizioni. Componenti cardine di questa tavola sono la “cultura del Parmigiano-Reggiano” di montagna per il versante emiliano, la “cultura del castagno” ampiamente rappresentata nei versanti di Garfagnana e Lunigiana, e la “cultura del testo”, il disco piatto utilizzato per la cottura sul fuoco che caratterizza la cucina appenninica dell’alta Toscana.
Una conferma della straordinaria ricchezza di prodotti agroalimentari di qualità in questo territorio è rappresentata dall’elenco di prodotti a marchio DOP e IGP, di valore nazionale ed europeo, dei prodotti agroalimentari tradizionali e dai Presidi Slow Food.
Tra i funghi presenti nel Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano il più noto è il Porcino (Boletus edulis) che cresce nei boschi cedui a fine estate e in autunno, essiccati o freschi, entrano a far parte di tutti i menu tradizionali di montagna.

Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano -parte prima-

 Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano è il più recente tra i parchi nazionali italiani: è stato infatti istituito con decreto del Presidente della Repubblica il 21 maggio 2001 e comprende due parchi regionali e quattro riserve naturali statali.
Il Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano si trova a cavallo tra la Regione Toscana ed Emilia Romagna, comprende le porzioni di crinale appenninico delle province di Lucca, Massa Carrara, Parma e Reggio Emilia tra le valli del Dolo, dell’Asta, del Secchia, dell’Enza, del Cedra, del Bratica e del Parma sul versante emiliano e per la Toscana tra le valli del Taverone e del Rosaro.
Il territorio del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano interessa una superficie di 26.149 ettari, comprende i passi della Cisa e delle Forbici, i crinali boscosi che separano la Toscana dall’Emilia e lasciano il posto a un ambiente di vera montagna. Le vette dell’Alpe di Succiso, del Monte Prado e del Monte Cusna superano i 2000 metri, le foreste lasciano il posto alle rocce, ai laghi e alle praterie d’alta quota. Più in basso, sul versante emiliano, l’arcigna Pietra di Bismantova domina il paesaggio con le sue pareti verticali.

Le Cesine, la riserva naturale Wwf divenuta il paradiso del birdwatching

 Il paradiso dei ‘birdwatchers’ è la Riserva naturale dello Stato Le Cesine, in Salento, gestita dal WWF dal 1980. A stabilirlo una votazione quasi ‘plebiscitaria’ (500 su 650) organizzata da EBN Italia, l’associazione nazionale che si dedica alla promozione dell’attività di osservazione degli uccelli (birdwatching) www.ebnitalia.it.

Riserva naturale dello Stato Le Cesine
L’Oasi 2010 è stata scelta dagli specialisti di ornitologia come luogo ideale in cui poter dar sfogo alla propria passione grazie ai suoi paesaggi spettacolari e la ricchezza di specie che vi sostano. Fenicotteri, aironi, anatre selvatiche sono alcune delle ‘chicche’ ornitologiche che gli appassionati possono osservare in natura.

La discarica nel parco nazionale -parte terza-

 Nel territorio del Parco Nazionale del Vesuvio si trovano tantissime specie vegetali tra alberi, piante e fiori. Le specie endemiche sono solo 18, probabilmente a causa dell’origine recente complesso vulcanico. Sulle colate laviche più recenti del Parco Nazionale del Vesuvio la colonizzazione vegetale inizia ad opera dello Stereocaulon vesuvianum, un lichene coralliforme dal tipico aspetto grigio e filamentoso. Il lichene ricopre interamente la lava del 1944 e la colora di grigio facendole assumere riflessi argentati nelle notti di luna piena. Sulle colate più antiche allo Stereocaulon vesuvianum si affiancano le altre specie pioniere, tra cui la Valeriana rossa (Centranthus ruber), l’Elicriso (Helichrysum litoreum), l’Artemisia (Artemisia campestris) e la Romice rossa (Rumex scutatus).
Tra gli alberi del Parco Nazionale del Vesuvio troviamo le pinete impiantate a partire dalla seconda metà del 1800 tra i 300 e i 900 metri, costituite prevalentemente da Pino marittimo (Pinus pinaster), da Pino domestico (Pinus pinea) e da Pino d’aleppo (Pinus halepensis); a partire degli anni ’90 è iniziata un’opera di sfoltimento delle pinete per lasciare il posto alla quercia tipica dell’area mediterranea, il Leccio (Quercus ilex) che in alcuni zone costituisce nuovamente dei folti boschi.

Riserva Naturale Regionale Monterano – parte seconda –

 Da visitare è il ponte di Seiano detto “Ponte del Diavolo”, un ponte di epoca romana situato però poco al di fuori dei confini della Riserva Naturale Regionale Monterano.
Nel territorio del comune di Canale Monterano si trovano le terme di Stigliano che esistevano già in epoca romana come terme del tempio di Apollo: “Aquae Apollinares”.
Con la decadenza dell’Impero Romano, a partire dal quarto secolo dell’Era Corrente, le città si impoverirono, le campagne furono abbandonate e i campi incolti lasciarono il passo alle sterpaglie, ai boschi e alle paludi, le strade prive di manutenzione divennero impraticabili e infestate da bande di briganti. In questo periodo gli abitanti della zona si stabilirono a Monterano che venne ampliato e fortificato e divenne il centro più importante della regione dei monti Sabatini fino al decimo secolo quando la diocesi fu assorbita dalla città di Sutri.
Nel 1400 Monterano divenne proprietà di alcune famiglie nobili fino ad essere venduta nel 1492 alla famiglia Orsini.

Riserva Naturale Regionale Monterano – parte prima –

 La Riserva Naturale Regionale Monterano è un’area protetta della Regione Lazio istituita nel 1988, su una superficie di circa 1100 ettari all’interno dell’area del territorio dei Monti della Tolfa, tra il laago di Bracciano e i Monti Sabatini.
La Riserva Naturale Regionale Monterano si trova a cinquanta chilometri a nord di Roma, vicino ai paesi di Canale Monterano e Montevirginio e a ovest del lago di Bracciano.
Nell’area protetta si trovano punti di interesse archeologico: resti di necropoli etrusche e il vecchio paese di Monterano, la chiesa barocca di S. Bonaventura e il ponte romano conosciuto come “Ponte del Diavolo”, e punti di interesse geologico, faunistico, naturalistico, botanico e di tutela della biodiversità.
La Riserva Naturale Regionale Monterano è stata istituita per valorizzare il territorio e le sue risorse naturali dovute alla biodiversità, per mantenere la biodiversità e recuperare e valorizzare i beni culturali presenti nel territorio, specialmente le rovine dell’antico paese di Monterano e la necropoli etrusca.
L’antico abitato di Monterano sorge su uno sperone di roccia tufacea a forma di testa di vipera.

La Riserva Naturale di Mont Mars

 La riserva naturale di Mont Mars si trova nella Valle d’Aosta, racchiusa nel vallone del torrente Pacoulla e caratterizzata dalla presenza di conche in roccia, di morfologia glaciale, disposte a gradinate con bacini lacustri e torbiere.
Il territorio dell’area protetta della Riserva Naturale di Mont Mars è costituito da un ambiente tipicamente alpino con boschi, praterie, pietraie e pareti rocciose, laghi e zone umide dalla caratteristica biodiversità tutelata dalla costruzione della riserva.
La Riserva Naturale di Mont Mars è stata istituita in Valle d’Aosta nel 1993 e comprende circa quattrocento ettari sul versante sinistro della bassa Valle del Lys, nel territorio del comune di Fontainemore, a 1670-2600 di altitudine. All’interno della riserva si svolge un’attività didattica di educazione ambientale che prevede percorsi formativi differenziati per ciascun ordine di scuola.
L’attività didattica si svolge presso il Centro Visitatori della Riserva Naturale di Mont Mars e si prefigge di fornire un servizio alle scuole per scoprire il territorio e la sua biodiversità, instaurando un rapporto di continuità del percorso formativo dalla scuola dell’obbligo all’università.

I butteri

 Buttero deriva dal greco “boùtoros” (chi punge i buoi) è una sorta di custode di cavalli e buoi selvatici che in Italia troviamo in aree protette dell’Agro Pontino, della Campagna Romana, della Maremma di Lazio e Toscana.
Il mestiere del buttero era fino agli anni 1930 un mestiere importante e ambito ma oggi è praticato da poche persone e principalmente in aree protette di parchi e riserve statali e riserve regionali d’Italia. Il mestiere del buttero è legato al territorio selvaggio di aree protette specialmente acquitrinose dove la biodiversità si conserva intatta per favorire il pascolo libero di cavalli e bovini.
L’abbigliamento tradizionale del buttero comprende calzoni di fustagno, cosciali, giacca di velluto, cappello a falde larghe, pastrano e “mazzarella”, un bastone usato per stimolare cavalli e buoi.

I butteri dell’Agro Pontino
I butteri delle aree protette dell’Agro Pontino, della Campagna Romana e della Maremma di Lazio e Toscana usano delle selle dette “bardella”, “scafarda” e “sella col pallino”, tutte selle diverse da quelle che si vedono nei film di cowboy americani.