Il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis G. Fischer, 1814), uno dei cinque rinoceronti esistenti, è una specie della famiglia dei Rinocerotidi. È l’unica specie del genere Dicerorhinus. Con un’altezza al garrese di 120 – 145 centimetri, una lunghezza di 250 centimetri e un peso di 500 – 800 chilogrammi, è di gran lunga il rinoceronte più piccolo. Come le specie africane, è dotato di due corni; quello sul naso, di maggiori dimensioni, è lungo solitamente 15 – 25 centimetri, mentre l’altro è quasi sempre ridotto a un moncone. Gran parte del corpo è ricoperta da una peluria marrone-rossastra.
Il rinoceronte di Sumatra un tempo abitava le foreste pluviali, le paludi e le foreste della nebbia di India, Bhutan, Bangladesh, Myanmar, Laos, Thailandia, Malaysia, Indonesia e si incontrava anche nelle regioni sud-occidentali della Cina, specialmente nel Sichuan. Ora è gravemente minacciato e in natura ne rimangono solamente sei popolazioni di maggiore entità: quattro a Sumatra, una nel Borneo e un’altra nella Malaysia peninsulare. Il numero degli esemplari di rinoceronte di Sumatra è difficile da valutare, poiché è una creatura solitaria che si sposta molto attraverso il proprio areale, ma è stato stimato che ne rimangano meno di 275.
animali selvatici
Il Baiji, il delfino dello Yangtze -parte seconda-
Il lipote ha un corpo delle dimensioni di un essere umano, ha occhi piccoli e un rostro lungo e stretto. Il colore del manto del baiji sembra bianco o grigio se visto da una certa distanza, ma da vicino è grigio-bluastro scuro sul dorso e sfuma verso un bianco grigiastro sul ventre. La pinna dorsale del lipote è di forma triangolare e bassa, mentre le pinne pettorali sono larghe e piuttosto arrotondate.
Si pensa che i baiji si accoppino nella prima parte dell’anno dato che la stagione dove era avvistato il maggior numero di piccoli di lipote era da febbraio ad aprile. E’ stato determinato un tasso di natalità del 30%, la gestazione della femmina di lipote è di dieci, undici mesi e partoriscono un piccolo alla volta. L’intervallo fra una nascita e l’altra è di due anni.
I piccoli di lipote alla nascita misurano 80-90 cm circa e vengono accuditi dai genitori dagli otto ai venti mesi. I maschi raggiungono la maturità sessuale all’età di quattro anni e le femmine all’età di sei anni. I maschi maturi misurano circa 2,3 metri e le femmine 2,5 metri. Il più lungo esemplare di lipote misurava 2,7 metri. Il baiji pesa dai 135 ai 230 chili e vive in media 24 anni allo stato selvatico.
Il Baiji, il delfino dello Yangtze -parte prima-
Il lipote (Lipotes vexillifer Miller, 1918), in cinese baiji, è un delfino di acqua dolce che popolava le acque del fiume Yangtze in Cina. Il lipote è stato dichiarato estinto nel 2006 a causa dell’industrializzazione selvaggia della Cina e dell’uso intensivo del fiume come via di trasporto, fonte per le centrali idroelettriche e per le tecniche invasive di pesca. Il lipote è stato la prima specie di mammifero acquatico ad essere dichiarata estinta dopo il Leone di Mare giapponese e la foca monaca del Mare dei Caraibi negli anni 1950. Il baiji è stata la prima specie di cetaceo ad essere dichiarata estinta a causa dell’influenza dell’essere umano. Il danno irreparabile è stato causato dalla costruzione dell’immensa Diga delle Tre Gole, che ha isolato i lipoti condannandoli a fine certa. Ad agosto del 2007 le riprese effettuate da Zeng Yujiang mostrano un grande animale acquatico bianco che nuota nel fiume Yangtze. Anche se Wang Kexiong dell’istituto di Idrobiologia dell’Accademia Cinese delle Scienze ha confermato che l’animale ripreso nel video è molto probabilmente un baiji, la presenza di un solo animale, inoltre di età avanzata, non è abbastanza per dichiarare una specie salva dall’estinzione. L’ultimo esemplare vivente in acquario di lipote è stato Qi Qi, morto nel 2002.
Il Pipistrello dalla coda corta della Nuova Zelanda
Il Pipistrello dalla coda corta della Nuova Zelanda (Mystacina tuberculata Gray, 1843) è un chirottero della famiglia dei Mystacinidae. In Maori si chiama Pekapeka-tou-poto ed è uno delle due specie di pipistrelli dalla coda corta della famiglia dei Mystacinidae endemica della Nuova Zelanda. L’altra specie di Pipistrello dalla coda corta il Mystacina robusta pare sia stato avvistato l’ultima volta nel 1965.
Si divide in tre sottospecie: il Pipistrello dalla coda corta di Kauri Forest, trovato solo in due siti della regione del Northland e uno su Little Barrier Island; il Pipistrello dalla coda corta dell’Altopiano Vulcanico, conosciuto a Northland, nella parte centrale dell’Isola del Nord e a Taranaki; e il Pipistrello dalla coda corta del sud, Mystacina tuberculata tuberculata, trovato sull’Isola di Codfish e nel nordovest delle aree di Nelson e di Fiordland.
Le ali del Pipistrello dalla coda corta possono essere ripiegate in tasche laterali. Le orecchie sono grandi e appuntite, le zampe corte e muscolose e le dita terminano con artigli arcuati e appuntiti, usati per aggrapparsi alla corteccia degli alberi. La lunghezza è tra 5 e 6 cm, il peso tra 12 e 15 g.
Il Coniglio di Fiume
Il coniglio di fiume o coniglio fluviale, in inglese riverine rabbit (Bunolagus monticularis, Thomas 1903) è un mammifero della famiglia dei Leporidae, endemico della regione del Karoo (Sudafrica). È l’unica specie del genere Bunolagus. Un esemplare adulto di coniglio di fiume pesa 1.5-1.8 kg ed è lungo 35-45 cm, escluse la coda (7-10 cm) e le orecchie (10-12 cm).
Il coniglio di fiume ha una pelliccia color crema, più scura in corrispondenza della coda, si riconosce agevolmente per la presenza di una striscia bruno scura che va dall’angolo della bocca alla base delle orecchie.
Il coniglio di fiume è un erbivoro che si nutre di fiori e foglie della vegetazione ripariale che cresce lungo i corsi d’acqua stagionali del Karoo. Ha abitudini notturne e trascorre le ore diurne in tane poco profonde scavate al di sotto di cespugli. Conduce una esistenza solitaria, con areali distinti, anche se parzialmente sovrapposti, per i maschi e le femmine.
L’areale del coniglio di fiume è ristretto alle zone semidesertiche del Karoo centrale. Occupa una nicchia ecologica molto ristretta, costituita dalle zone prossime ai corsi d’acqua stagionali.
Solenodonte di Hispaniola -parte seconda-
Il solenodonte è onnivoro, si nutre principalmente di insetti e ragni, che scova nel terreno frugando con la proboscide e scavando con le unghie, ma anche di vermi, piccole lucertole, radici, frutta e foglie.
I due sessi del solenodonte sono simili, i maschi hanno il pene non visibile e i testicoli nascosti in profondità delle cavità addominali. Le femmine vanno in calore in modo irregolare e apparentemente non correlato al cambio di stagione e possono avere due cucciolate da uno a tre piccoli per anno. Di solito sopravvivono solo due dei nuovi nati, che pesano da 40 a 55 grammi, perché la femmina ha solo due mammelle che si trovano vicino alle natiche dell’animale. I piccoli vengono svezzati dopo 75 giorni e, in alcuni casi, il giovane può rimanere con i genitori mentre nascono e vengono allevati altri piccoli successivi, aumentando il nucleo familiare fino ad un massimo di 8 individui per tana. In cattività possono raggiungere età superiore agli undici anni.
Il solenodonte si muove lentamente e non aveva predatori naturali, finché non sono stati introdotti da parte dei coloni europei cani, gatti e manguste come deterrente e mezzo di controllo per i topi che infestavano le piantagioni di canna da zucchero.
Solenodonte di Hispaniola -parte prima-
Il Solenodonte di Hispaniola o Agouta (Solenodon paradoxus Brandt, 1833) è un mammifero della famiglia dei Solenodontidi, a cui appartiene un’altra sola specie vivente, il Solenodonte di Cuba (Solenodon cubanus).
Come la specie cubana, il Solenodonte di Hispaniola ha l’aspetto di un grande toporagno, del peso di circa un 1 kg. Il corpo, lungo mediamente 35 cm esclusa la grande coda squamosa che può misurare fino a 25 cm, è ricoperto da una pelliccia grossolana bruno-rossastra, più chiara nelle parti inferiori e negli arti, che terminano con 5 dita. La testa del Solenodonte di Hispaniola appare molto più grande rispetto al corpo ed è caratterizzata da occhi piccolissimi, segno di una vista sottosviluppata, e da orecchie di grandi dimensioni. Il muso si prolunga con una lunga proboscide sorretta da una bacchetta cartilaginea, nuda all’estremità e dalla cui base si dipartono numerose vibrisse. La bocca del Solenodonte di Hispaniola porta 40 denti ed è munita di una lunga lingua ovale. Il secondo incisivo inferiore è dotato di una stretta scanalatura attraverso cui viene iniettata sulla preda una saliva velenosa secreta dalle ghiandole sottomascellari. Oltre al morso velenoso il solenodonte ha delle ghiandole sotto le ascelle e all’inguine che secernono un odore tipo di capra.
Echidna -parte seconda-
Le femmine delle echidna, ventidue giorni dopo l’accoppiamento, depongono un solo uovo dal guscio morbido e lo inseriscono direttamente nel marsupio. L’uovo si schiude dopo dieci giorni. Il piccolo echidna si nutre con il latte che fuoriesce dai pori di due sacche di latte, dato che i monotremi non hanno capezzoli, e rimane nel marsupio per 45, 55 giorni, finché non sviluppa gli aculei. La madre scava una tana nel terreno dove deposita il cucciolo di echidna che ha messo gli aculei e torna ogni cinque giorni ad allattarlo finché non raggiunge l’età di sette mesi e sarà svezzato. L’echidna vive in media sedici anni.
L’echidna maschio ha un pene a quattro teste. Durante l’accoppiamento le teste da un lato si chiudono e le loro dimensioni non crescono, mentre le altre due rilasciano il seme nell’organo riproduttivo femminile che ha due terminazioni. Ad ogni accoppiamento le teste usate precedentemente vengono sostituite dalle altre due.
Le echidna sono classificate in tre generi: Zaglossi (Zaglossus), che hanno tre specie viventi e due solo fossili; Tachiglossi (Tachyglossus) e il genere Megalibgwilia che esiste solo allo stato fossile.
Echidna -parte prima-
L’echidna appartiene alla famiglia dei Tachiglossidi, è conosciuta anche con il nome di “formichiere spinoso”. I Tachiglossidi sono classificati come una famiglia di mammiferi ovipari inclusi, assieme agli Ornitorinchidi, nell’ordine dei Monotremi.
L’echidna è un piccolo mammifero oviparo coperto di peli ispidi e aculei, somiglia al porcospino e al formichiere del sudamerica. Il nome “echidna” deriva dal nome di un essere dell’antica Grecia, Echidna, figlia di Ceto e Forco, che ha le sembianze di donna con la parte inferiore del corpo a forma di serpente.
I Tachiglossidi vivono essenzialmente in Nuova Guinea (genere Zaglossus) ed in Australia e Tasmania (genere Tachyglossus). Si tratta di insettivori privi di denti e con il corpo ricoperto di peli e di aculei sul dorso. Le varie specie si differenziano principalmente per il colore del pelo e per la presenza di artigli. I due generi differiscono per la forma del cranio e per le dimensioni, 40 – 50 cm per i Tachiglossi e 55 – 78 cm per gli Zaglossi.
Godzilla contro le baleniere giapponesi -parte seconda-
Le unità della flotta della Sea Shepherd Conservation Society hanno scoperto nell’ultimo giorno del 2010, alle ore 15 circa australiane, le baleniere giapponesi che si trovavano a 1700 miglia dalle coste sud orientali della Nuova Zelanda. Il capitano Paul Watson ha ordinato al Gojira (Godzilla) di proseguire il pattugliamento nella speranza di arrivare alla Nisshin Maru. In zona continuano ad operare anche la Steve Irwin e la Bob Barker, per intercettare e sabotare le baleniere. Gli attivisti della Sea Shepherd Conservation Society agiscono con grande cautela per evitare di essere colpiti e uccisi dal personale armato della Guardia Costiera giapponese che si trova a bordo delle baleniere o di essere speronati dalle navi che cacciano illegalmente le balene, dato che lo scorso anno la flotta della Sea Shepherd Conservation Society ha perso il catamarano Ady Gil, speronato dalla Shonan Maru 2.
“Stiamo cercando la nave-fattoria perché se la troviamo possiamo bloccare la caccia alle balene” ha detto Jeff Hansen, il portavoce di Sea Shepherd, ai giornalisti in Australia. “Possiamo salvare da 10 a 12 balene al giorno se riusciamo a bloccare lo scivolo della nave-fattoria, questa nuova imbarcazione (il Godzilla) potrà avere un ruolo determinante nel fermare la flotta di baleniere giapponesi per tutta l’estate”.