Squalo bianco, una specie quasi estinta

 Dopo essere diventato il simbolo del terrore in mare per la sua abilità nell’uccidere, ora il grande squalo bianco, protagonista dei film di Spielberg, è ora il momento di lottare contro un nemico ben piu’ temibile: l’estinzione. Secondo uno studio dell’università di Stanford ne sono infatti rimasti meno di 3500 esemplari, un numero inferiore anche a quello delle tigri. I biologi marini, gli stessi che hanno scoperto che questo animale può percorrere distanze fino a 18 mila chilometri, hanno presentato i risultati del loro studio ad una conferenza a San Diego.

Allarme del Wwf: sono rimaste solo 3200 tigri

 A pochi giorni dall’avvio dell’Anno della Tigre del calendario cinese, il prossimo 14 febbraio, il Wwf lancia l’allarme per la sopravvivenza di questo grande felino di cui, nel mondo, restano ormai appena 3.200 esemplari ed il cui habitat si è ridotto del 40% dal ’98.
Molte le minacce rilevate dal Wwf che mettono a rischio in natura le tigri. Così l’associazione ambientalista ha tracciato una mappa dei 10 maggiori punti critici con l’obiettivo di arginare il rischio della scomparsa delle tigri sul nostro pianeta. Riduzione habitat in India, cambiamento climatico in Bangladesh, deforestazione in Russia e Mekong, commercio di ossa, pelli e carne di tigre in Cina, Vietnam e Nepal le maggiori cause del rischi di estinzione di questa specie individuati dal gruppo del Panda. “Nell’Anno della Biodiversità – spiega il Wwf – la tigre è stata scelta da noi come simbolo della natura che scompare e che dobbiamo difendere, che porta con sé problemi pressanti di assedio del territorio e delle risorse naturali, con inevitabili ripercussioni anche sul benessere dell’uomo, che di quelle risorse non può fare a meno“.

Mondo elefante, una mostra etica per salvare gli habitat naturali

 Presso il Museo Etnografico “C’era una volta”, in Piazza della Gambarina, ad Alessandria, EticoEtica presenta “MONDO ELEFANTE“, una mostra di elefanti in miniatura realizzati nei più svariati materiali con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulla preoccupante situazione che sta vivendo la grande fauna selvatica in tutto il mondo. Durante la sua permanenza la mostra ospiterà “Gli incontri dell’etica”, conferenze ed eventi culturali con la presenza di prestigiosi ospiti. Ecco il programma.

PROGRAMMA
Domenica 14 febbraio, ore 16.30
Un gesto che tutti possiamo fare: salvaguardare gli habitat con le nostre scelte alimentari.
Conferenza: Dieta vegetariana/vegana: aspetti salutistici nell’adulto e nel bambino.
Relatrice: Dott.ssa Michela De Petris, medico chirurgo, dietologa specialista in Scienza dell’Alimentazione, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, medico specialista all’Ospedale San Raffaele di Milano, membro del comitato medico scientifico dell’Associazione Vegetariana Italiana e dell’Istituto per la Certificazione Etica e Ambiente.
Al pubblico presente Michela De Petris presenterà il suo nuovo libro, Ricette da favola (Edizioni Novalis).
Introduce: Bianca Ferrigni, giornalista de “Il Piccolo” di Alessandria.

Caccia, 30 morti e 87 feriti in cinque mesi. Ecco il bollettino di guerra

 In totale ”le vittime per armi da caccia della stagione venatoria” appena conclusasi – nei 5 mesi che vanno dal primo settembre al 31 gennaio – sono ”117: 30 i morti e 87 i feriti”. A riferirlo il presidente dell’Associazione vittime della caccia Daniela Casprini, nel corso della presentazione di un dossier a Palazzo Madama. Il dossier, dice Casprini, conta il numero delle vittime, feriti e morti, da ”armi da caccia sulla base dei dati raccolti dalle rassegne stampa, che sono dati per difetto dal momento che non tutto arriva in questura e non tutto ai giornali”.

Caccia: sulla deregulation dei calendari venatori interviene la Prestigiacomo

 No alla ”deregulation”, bisogna ”rimediare al ‘colpo di mano”‘: ad affermarlo è il ministro dell’ Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha presentato un emendamento all’indomani delle deroghe al calendario venatorio che hanno avuto il sì dal Senato. L’emendamento del ministero dell’Ambiente – spiega una nota – punta a ripristinare l’intesa che era stata raggiunta e che e’ poi stata disattesa dalla votazione del Senato.

Apicoltura e agrofarmaci: coesistenza possibile per un ritorno delle api in Italia?

 Un confronto su dati scientifici per monitorare il ritorno delle api in Italia. A chiederlo è Agrofarma, l’Associazione nazionale di imprese agrofarmaci di Federchimica, in merito a “quanto dichiarato dalle associazioni di apicoltori, in occasione del Congresso nazionale dell’apicoltura italiana, riguardo alla presunta relazione tra il ritorno delle api in Italia e la sospensione dei neonicotinoidi anche per l’anno 2010“.
Anziché lasciarsi andare a dichiarazioni ideologiche e attacchi incondizionati all’industria, – afferma Agrofarma – sarebbe più utile per tutti, apicoltori compresi, sedersi ad un tavolo e discutere dei risultati di test scientifici e delle misure pratiche di precauzione come accaduto in Francia, Svizzera e Slovenia“.

In Francia si piantano i fiori per salvare le api

 Fiori lungo le strade francesi per salvare le api. A primavera, infatti, piante mellifere saranno seminate lungo 250 chilometri di strade per offrire alle api nuove risorse floreali per la loro alimentazione. L’iniziativa è stata presa dal Governo francese che intende così aiutare le api decimate dalle malattie e che devono far fronte ad una notevole diminuzione delle risorse di polline. Presto l’esperimento potrebbe essere esteso a tutta le rete stradale nazionale.
Questo esperimento, che è stato illustrato oggi dal segretario di Stato ai Trasporti, Dominique Bussereau e dal segretario di Stato all’Ecologia, Chantal Jouanno, sarà valutato su un periodo di tre anni per verificare ”l’efficacia della decisione, gli eventuali problemi e per trovare soluzioni adeguate”. L’obiettivo, al termine di quel periodo di esperimento, ”è di estendere il dispositivo all’insieme della rete stradale nazionale che non rientra nel sistema di concessioni (circa 12.000 chilometri) e di farne beneficiare anche le societa’ concessionarie (autostrade, enti locali) che sarebbero interessate ad una simile iniziativa”.

Tartarughe ninja in videogame per salvare le Caretta caretta

 Le famose Tartarughe Ninja scendono in campo per salvare le ‘cugine’ Caretta caretta. Il colosso internazionale dell’intrattenimento digitale, Ubisoft, e Legambiente, hanno infatti siglato l’accordo che vede le mitiche Tartarughe Ninja impegnate nella tutela e difesa delle loro compagne reali. Si tratta di un videogame e tutti coloro che acquisteranno una copia sosterranno la causa e contribuiranno alla difesa e alla tutela di questa specie.

TARTARUGHE NINJA
Questa volta il cattivo non è il vecchio rivale Shredder ed il suo Clan del Piede, nessun nemico da sconfiggere in scontri acrobatici a base d’arti marziali. La nuova sfida delle Ninja Turtles, infatti, si svolgerà nel mondo reale dove Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Donatello scenderanno in campo a sostegno delle ‘cugine’ Caretta caretta, le tartarughe marine che popolano il mare Mediterraneo.

Pesca: l’ Italia va contro l’ Europa per proseguire la cattura del tonno rosso

 A Bruxelles si discute sulla riforma del sistema per i controlli della pesca in Europa, sia per gli sportivi come per i pescatori professionali e l’ Italia fa di nuovo polemica per il suo rifiuto di affettuare i tagli alla pesca del tonno rosso. Come ha detto con forza ai partner europei il sottosegretario al settore Antonio Buonfiglio – “meglio una moratoria mirata sulla pesca industriale, salvando e valorizzando quella tradizionale e artigianale, che lasciare il comparto nella più grande incertezza con un livello di quote che non permette di armare neppure i pescherecci“.
Questa la motivazione per la quale l’ Italia dice no al recepimento dei tagli alla pesca del tonno rosso e alla sua flotta decisi dalla Commissione internazionale sui tonni (Iccat).

Caccia agli uccelli: l’ Italia finisce davanti alla corte europea

 Gli Stati membri devono seguire correttamente le norme per la conservazione delle specie ornitologiche per evitare la perdita di biodiversità. La normativa Ue sull’ ambiente naturale consente alcune deroghe in casi molto limitati, ma queste eccezioni – ha sottolineato il commissario Ue all’ ambiente Stavros Dimas – sono autorizzate solo se non esiste una soluzione alternativa e purchè vengano rispettate condizioni rigide“.