Nuova Zelanda, altre 107 balene spiaggiate e soppresse

 In un ennesimo spiaggiamento di massa in Nuova Zelanda, 107 balene globicefale, morte o moribonde, sono state scoperte la scorsa settimana da escursionisti su una remota spiaggia di Stewart Island, al largo della costa meridionale dell’Isola del Sud. I cetacei erano arenati in profondita’ sulla spiaggia e con la marea che si ritirava rapidamente, i ranger del Department of Conservation hanno preso la ”decisione difficile ma senza alternative” di sottoporre a eutanasia le 48 balene ancora vive. Il dipartimento disponeva di soli cinque ranger, e con la bassa marea non vi era speranza di tenere in vita gli animali sopravvissuti fino all’arrivo di altri soccorritori, ha detto un portavoce.

Il cammello

 Il cammello (Camelus bactrianus Linnaeus, 1758) è un mammifero della famiglia dei Camelidi.
Alto circa 2 metri, diffuso in Asia centrale, è utilizzato per la carne, il grasso, il latte, la lana e come animale da trasporto. Un antenato del cammello vivente in Nordamerica era l’Aepycamelus.
Il cammello è oggi prevalentemente un animale domestico ma in Mongolia, e in particolare nel deserto del Gobi, vi sono circa 800 esemplari selvatici, per questo è stato inserito nella lista rossa IUCN delle specie minacciate.
Fra gli Artiodattili, il cammello è uno delle specie più grandi. La definizione tradizionale di Artiodattili li presenta come ungulati che possiedono un numero pari di dita e la cui zampa è retta ugualmente dal terzo e quarto dito contrariamente ai perissodattili, che possiedono un numero dispari di dita e il cui peso è sostenuto essenzialmente dal terzo dito.
Il cammello può raggiungere i 3-4 metri di lunghezza, l’altezza da terra alla punta della gobba raggiunge anche i 2-3 metri e pesa in media 400-500 kg. Si distingue dal suo parente più prossimo, il dromedario (Camelus dromedarius), per la presenza di due gobbe sul suo dorso, che contengono una riserva di grasso.

Il vombato dal naso peloso settentrionale

 Il vombato dal naso peloso settentrionale (Lasiorhinus krefftii Owen, 1873), viene chiamato anche yaminon, è una delle tre specie di vombato. Fino a non più di 100 anni fa era diffuso in Nuovo Galles del Sud, Victoria e Queensland, ma attualmente sopravvive soltanto in una piccolissima area di 3 km² all’interno del Parco Nazionale di Epping Forest (32 km²), nel Queensland.
Il vombato dal naso peloso settentrionale è più grande degli altri vombati e pesante circa 30 kg, ed ha una corporatura tozza e massiccia. Il corpo, lungo circa un metro, è rivestito da una soffice pelliccia setosa di colore marrone-grigiastro, con degli anelli scuri che circondano gli occhi. Gli arti del vombato dal naso peloso settentrionale sono corti e possenti, muniti di robuste unghie per poter scavare le tane. Le femmine possiedono un marsupio con apertura nella regione posteriore per impedire l’ingresso di terra durante la fase di scavo.
Il nome comune, vombato dal naso peloso settentrionale, deriva dall’ampio muso ricoperto da baffi sottili.
Come tutti i vombati, anche questa specie è erbivora e notturna e trascorre le ore calde della giornata sottoterra, dove produce un complesso sistema di gallerie usate in contemporanea da gruppi di 4-5 individui.

Balenottera morta sulla spiaggia del Parco di San Rossore: la carcassa verrà affondata in mare

Sara’ affondata in mare la carcassa della balena che ieri si e’ spiaggiata sull’arenile del Comune di San Giuliano Terme (Pisa), nell’area del Parco di San Rossore. La decisione, ipotizzata gia’ ieri da Arpat, e’ stata presa dopo un vertice tenuto proprio davanti alla carcassa dell’animale al quale hanno partecipato esperti dell’Osservatorio toscano cetacei, ministero dell’Ambiente, Universita’ di Siena, Firenze e Padova insieme a Parco di San Rossore, guardia costiera, vigili del fuoco, nucleo subacqueo di Livorno e corpo forestale.

EAZA per le scimmie antropomorfe

 Il Bioparco di Roma sostiene un’importante campagna internazionale di conservazione e sensibilizzazione a favore delle scimmie antropomorfe: i gibboni, le scimmie antropomorfe minori, e le grandi scimmie antropomorfe come gli oranghi, i gorilla e gli scimpanzé, la campagna EAZA.
Le scimmie antropomorfe sono in pericolo di estinzione a causa di caccia, deforestazione e malattie, tutti problemi portati dall’eccessiva antropizzazione dei luoghi di origine delle scimmie antropomorfe. Per alcune specie di scimmie antropomorfe c’è bisogno di una azione urgente., del Gibbone Hainan rimangono meno di venti esemplari in vita e ci sono meno di quattrocento gorilla occidentali (Gorilla gorilla diehli) che vivono nel loro ambiente naturale.
La campagna viene promossa dall’Associazione Europea Zoo e Acquari (EAZA), che quest’anno raccoglierà fondi da destinare alla conservazione in natura delle 16 specie di gibboni (7 appartenenti al genere Hylobates, 6 al genere Nomascus, 2 al genere Hoolock e una al genere Symphalangus), delle 2 specie di oranghi (Pongo pygmaeus e Pongo abelii), delle 2 specie di gorilla (Gorilla gorilla e Gorilla beringei), dello scimpanzé (Pan troglodytes) e del bonobo (Pan paniscus).

Il rinoceronte di Sumatra -parte settima-

 Malgrado i recenti successi ottenuti a Cincinnati, il programma di riproduzione in cattività è rimasto controverso. I suoi sostenitori sostengono che gli zoo hanno aiutato i progetti di conservazione studiando le abitudini riproduttive della specie, rendendo manifesta al pubblico la sua situazione, istruendo i visitatori e donando risorse finanziarie alle associazioni ambientaliste di Sumatra. Secondo gli oppositori, invece, le perdite sono state troppo grandi: il programma è stato troppo costoso e la rimozione di rinoceronti dal loro habitat, seppur temporanea, avrebbe alterato il loro ruolo ecologico; inoltre, essi sostengono che il tasso riproduttivo degli esemplari in cattività non sarà mai elevato quanto quello degli ospiti di un’area naturale ben protetta.
Oltre che per i pochi individui ospitati negli zoo e raffigurati sui libri, il rinoceronte di Sumatra è rimasto poco noto al grande pubblico, essendo stato superato dai più comuni rinoceronti indiani, neri e bianchi. Recentemente, tuttavia, riprese di questa creatura effettuate nel suo habitat naturale e nei centri di riproduzione hanno fatto la loro comparsa in alcuni documentari naturalistici. Le riprese più lunghe possono essere viste nel documentario della “Asia Geographic The Littlest Rhino”.

Il rinoceronte di Sumatra -parte sesta-

 Le foreste pluviali di Indonesia e Malaysia, rifugio del rinoceronte di Sumatra, sono anche oggetto delle mire delle compagnie di legname, legali e illegali, a causa della qualità dei legni duri ivi presenti. Essenze rare come il merbau (Intsia bijuga), il meranti (gen. Shorea) e il semaram (gen. Palaquium) sono molto quotati, fino a 1800 $ il m3, sul mercato internazionale. Applicare le leggi contro il disboscamento illegale è difficilissimo, poiché gli uomini vivono all’interno o nelle vicinanze delle stesse foreste abitate dal rinoceronte di Sumatra. Il maremoto dell’Oceano Indiano del 2004 è stato usato come pretesto per giustificare nuovi abbattimenti. Sebbene i legni duri delle foreste pluviali dove sopravvivono gli ultimi rinoceronti di Sumatra vengano immessi sul mercato internazionale e non utilizzati localmente, il numero delle richieste di abbattimento è aumentato drammaticamente a causa dello tsunami.
Sebbene sia sempre stato raro, il rinoceronte di Sumatra è un ospite occasionale degli zoo da quasi un secolo e mezzo. Lo Zoo di Londra acquistò due di questi animali nel 1872. Uno di questi, una femmina chiamata Begum, era stata catturata nei pressi di Chittagong nel 1868 e sopravvisse in cattività fino al 1900, facendo registrare il record di maggior longevità in cattività per la sua specie.

Il rinoceronte di Sumatra -parte quinta-

 Grazie agli studi in cattività, conosciamo molto bene le abitudini riproduttive del rinoceronte di Sumatra. L’approccio sessuale inizia con un corteggiamento caratterizzato da incremento delle vocalizzazioni, sollevamento della coda, frequenti minzioni e aumento del contatto fisico: sia il maschio che la femmina si danno piccoli colpetti col muso sulla testa e sui genitali. Il rituale di corteggiamento del rinoceronte di Sumatra è molto simile a quello osservato nel rinoceronte nero. Spesso i giovani maschi di rinoceronte di Sumatra sono troppo aggressivi nei confronti delle femmine e nel corso del corteggiamento possono ferirle o perfino ucciderle. In natura una femmina può fuggire via dalle attenzioni di un maschio troppo aggressivo, ma nei piccoli recinti dei giardini zoologici questo non è possibile; l’impossibilità di scappare dai maschi aggressivi può aver contribuito in parte allo scarso successo dei programmi di riproduzione in cattività.
In base alle osservazioni è stato visto che il periodo di estro, durante il quale la femmina è ricettiva nei confronti del maschio, dura circa 24 ore e si ripete ogni 21-25 giorni. Gli esemplari dello Zoo di Cincinnati sono stati visti copulare per 30-50 minuti, proprio come i rinoceronti di altre specie; gli studiosi del Centro per la Conservazione del Rinoceronte di Sumatra, in Malaysia, hanno invece osservato copule più brevi.

Il rinoceronte di Sumatra -parte quarta-

 Il rinoceronte di Sumatra mantiene sgombri i sentieri che attraversano il suo territorio. Questi possono essere di due tipi: sentieri principali utilizzati da generazioni di esemplari per spostarsi tra le aree più importanti dell’areale, come i depositi di sale, o tra zone separate da terreni inospitali e sentieri più piccoli, spesso ricoperti dalla vegetazione, utilizzati per spostarsi all’interno delle aree di foraggiamento. Alcuni sentieri intersecano fiumi profondi anche 1,5 metri e larghi 50 metri. Spesso la corrente di questi fiumi è molto forte, ma il rinoceronte è un ottimo nuotatore. Nelle aree popolate dai rinoceronti, la relativa assenza di pozze di fango nelle vicinanze dei fiumi indica che spesso questi animali fanno il bagno nel fiume invece del classico bagno di fango.
Il rinoceronte di Sumatra si nutre soprattutto poco prima del crepuscolo e nelle ore del mattino. È un brucatore e la sua dieta è composta da giovani alberelli, foglie, frutti, ramoscelli e germogli. Ogni esemplare può consumare fino a 50 chilogrammi di cibo al giorno. I ricercatori hanno identificato più di 100 specie di vegetali consumate da questa specie, soprattutto grazie all’analisi delle deiezioni. La maggior parte della dieta è composta da giovani alberelli con un diametro del tronco di 1-6 centimetri.

Il rinoceronte di Sumatra -parte terza-

 Sul corpo, dietro le zampe anteriori e prima di quelle posteriori, sono presenti due pieghe di pelle spessa. Un’altra piega più piccola è situata intorno al collo. Anche la pelle stessa è molto spessa, 10 – 16 mm, e almeno in natura sembra che non sia presente alcuna sorta di grasso sottocutaneo. Il pelo può essere sia fitto (soprattutto negli esemplari giovanissimi) che rado, e solitamente è di color marrone-rossastro. In natura è molto difficile notarlo, poiché i rinoceronti sono spesso ricoperti di fango. In cattività, invece, diventa più folto e si fa più ispido, probabilmente perché non lo strofina camminando attraverso la fitta vegetazione. Due ciuffi di peli più lunghi si trovano attorno alle orecchie e alla fine della coda. Come tutti i rinoceronti, anche quello di Sumatra ha la vista molto scarsa. Tuttavia, è piuttosto veloce e agile; si arrampica facilmente sui terreni montuosi e valica con comodità pendici scoscese e argini fluviali .
Il rinoceronte di Sumatra vive nelle foreste pluviali secondarie, sia di pianura che di montagna, nelle paludi e nelle foreste della nebbia. Predilige le regioni collinari vicine all’acqua, soprattutto vallate circondate da ripidi pendii con un fitto sottobosco. Un tempo il suo areale si spingeva senza interruzioni verso nord, fino al Myanmar, all’India orientale e al Bangladesh.