Struttura fisica del gatto

 Il gatto è un mammifero, predatore notturno, carnivoro e la sua struttura fisica si è adattata a soddisfare i bisogni di un cacciatore di piccola o grande taglia.
Il gatto ha uno scheletro composto da circa 40 ossa in più di quello degli esseri umani, la maggior parte delle quali è nella colonna vertebrale e nella coda. Il gatto ha le clavicole piccole e uno sviluppo muscolare degli arti posteriori tale da permettergli di compiere grandi salti.
Il gatto può ruotare il capo quasi completamente, ha una vista acuta, l’iride si può dilatare al punto di far entrare la massima quantità di luce possibile e ha uno strato riflettente sul fondo dell’occhio che riflette qualsiasi raggio di luce non assorbito durante il suo passaggio attraverso l’occhio per utilizzarlo in un secondo tempo.

Udito e equilibrio
Le orecchie del gatto si muovono per percepire ogni suono anche il più debole, ha una capacità uditiva superiore e più precisa di quella di un essere umano. Non sente le tonalità basse che percepiscono i cani e gli esseri umani, ma percepisce le frequenze alte ad un livello superiore a quello dei cani e di un ottava e mezza in più a quella degli esseri umani.

Riserva Naturale Selva del Lamone – parte seconda –

 Nell’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone, oltre ai vari tipo di querce, si trovano anche l’acero, il carpino nero e, nei punti più umidi e poco esposti al sole, il faggio che qui si trova ad un altitudine inferiore al limite medio per questa specie. Tra muschi e licheni dell’area protetta troviamo anche molte piante spinose tipo il biancospino, il prugnolo e il rovo, e tantissimi fiori colorati che sbocciano rigogliosi in primavera. Nella Selva del Lamone è possibile trovare numerose specie di orchidee.
I fitti boschi dell’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone conservano intatta la biodiversità dei luoghi sia nelle parti boschive che in quelle più aride delle distese di rocce laviche che di quelle acquitrinose.
La biodiversità dell’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone mantiene intatto il fascino di un territorio poco antropizzato, tutto da esplorare solo in parte da soli perché a volte è necessario contattare una guida della forestale.

Riserva Naturale Selva del Lamone – parte prima –

 Al confine tra Lazio e Toscana, in provincia di Viterbo, proprio sotto Pitigliano e sopra Farnese, adiacente alla media valle del fiume Fiora, poco distante dal lago di Bolsena, si trova una delle aree protette più selvagge, interessanti e meno conosciute del Lazio.
L’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone è stata istituita con una legge regionale del 1994 e si estende per quasi duemila ettari nel territorio del comune di Farnese in provincia di Viterbo, che ne è l’ente gestore.
La Selva del Lamone è un bosco di querce fitto ed isolato che sorge su un territorio collinare di natura vulcanica lontano dai grandi centri abitati. Un’oasi di pace al confine tra Lazio e Toscana dove flora e fauna conservano intatte la biodiversità del territorio, tra colate laviche e resti di insediamenti preistorici.
L’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone si trova tra i Monti Vulsini e il Monte Amiata, il suo substrato principale è costituito da rocce vulcaniche dal colore che varia dal grigio chiaro al rosso, formatesi con la deposizione e sedimentazione dei prodotti delle eruzioni del vulcano Vulsino, attivo tra gli ottocentomila e i cinquantamila anni fa.

La pietanza non avanza: a Torino le mense scolastiche recupereranno i pasti avanzati

 Dal prossimo gennaio 2011 i cibi rimasti integri e inutilizzati nelle mense delle scuole torinesi non rischieranno più di finire nei cassonetti dei rifiuti, ma verranno destinati a chi ha bisogno di un pasto caldo. E’ quanto previsto dal progetto sperimentale di recupero pasti ‘La pietanza non avanza – Gusta il giusto, dona il resto’.
L’iniziativa, promossa e finanziata dall’assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte, in collaborazione con la Direzione regionale Sanità, il Servizio di Ristorazione Scolastica della Città di Torino, l’assessorato ai Servizi Sociali, la Divisione Ambiente del Comune di Torino, l’Associazione Banco Alimentare del Piemonte e la ditta Compass Group, si concluderà a fine anno scolastico e coinvolgerà nella prima fase di sperimentazione cinque scuole torinesi, per un totale di circa 1500 pasti al giorno.

EcoFuturArt: l’arte del riciclo fa pittura e scultura più vicine alla natura

Ha aperto la scorsa settimana, alla Galleria SpaziOttagoni di Roma, ‘EcoFuturArt‘, la mostra collettiva sull’uso del riciclo nella pittura e nella scultura. Scopo dell’esposizione, che restera’ in galleria fino al 12 dicembre, sara’ quello di mettere in rilievo l’importanza della sostenibilita’ come modus operandi dell’agire umano. Saranno Lara Cetta, Publia Cruciani, Stefania Di Filippo, Roberto Fois, Valerio Giacone, Costabile Guariglia, Marcello Paternesi Meloni, e Sabrina Ventrella gli artisti che, rinnovando e consacrando lo scarto, renderanno il materiale di riuso ‘nuovo tesoro’ atto al ricordo dei meccanismi naturali del mondo, ma anche denuncia di un sovrappiu’ incessantemente prodotto da una societa’ che antiteticamente crea soverchiando la natura.

I butteri

 Buttero deriva dal greco “boùtoros” (chi punge i buoi) è una sorta di custode di cavalli e buoi selvatici che in Italia troviamo in aree protette dell’Agro Pontino, della Campagna Romana, della Maremma di Lazio e Toscana.
Il mestiere del buttero era fino agli anni 1930 un mestiere importante e ambito ma oggi è praticato da poche persone e principalmente in aree protette di parchi e riserve statali e riserve regionali d’Italia. Il mestiere del buttero è legato al territorio selvaggio di aree protette specialmente acquitrinose dove la biodiversità si conserva intatta per favorire il pascolo libero di cavalli e bovini.
L’abbigliamento tradizionale del buttero comprende calzoni di fustagno, cosciali, giacca di velluto, cappello a falde larghe, pastrano e “mazzarella”, un bastone usato per stimolare cavalli e buoi.

I butteri dell’Agro Pontino
I butteri delle aree protette dell’Agro Pontino, della Campagna Romana e della Maremma di Lazio e Toscana usano delle selle dette “bardella”, “scafarda” e “sella col pallino”, tutte selle diverse da quelle che si vedono nei film di cowboy americani.

Alimentazione del gatto – parte seconda

 I gatti, a differenza dei cani, preferiscono fare più pasti di piccole quantità in un giorno, possono arrivare a mangiare fino a dieci o quindici volte al dì e preferiscono mangiare in piatti o ciotole poco profonde. I gatti amano avere ampia varietà di scelta di cibi e variare dieta nell’arco della settimana per esempio tra manzo, pollo, o coniglio o pesce. I gatti amano variare la loro dieta ed è bene alternare cibi diversi a seconda del gusto del vostro gatto.

Il gattino
Il gattino ha bisogno di un maggior apporto proteico ed energetico rispetto ad un gatto adulto a causa della crescita e dello sviluppo. La dieta del gattino deve avere un elevato contenuto proteico e lipidico: Anche la gatta in gravidanza e in lattazione necessita di un maggior apporto energetico e proteico, rispetto ad un gatto adulto in condizioni “normali”.

Alimentazione del gatto parte prima

 Per mantenere uno stato ottimale di salute i gatti hanno bisogno di almeno cinquanta principi nutritivi al giorno. Se uno di questi principi nutritivi viene a mancare, la salute del gatto inizia a compromettersi. Le esigenze nutritive del gatto dipendono dalla sua età, dallo stato di salute, dal genere sessuale e dalla gravidanza e dall’allattamento. I gatti sono dei carnivori ed hanno bisogno principalmente di proteine e lipidi e in quantità minore di carboidrati, vitamine e minerali.

Proteine
Le proteine sono formate da catene di aminoacidi che costituiscono la struttura dei tessuti corporei. I gatti non sono in grado di sintetizzare due di questi aminoacidi: la taurina e l’arginina. La taurina si trova solo in proteine animali, la carenza di taurina può causare cecità e problemi cardiaci. Una carenza di arginina può portare ad invecchiamento precoce, eccesso di peso e favorire la sterilità nel maschio.

A.R.F. Corso di dicembre

 L’11 e il 12 dicembre 2010 l’A.R.F. (Associazione Recupero Fauna) propone un corso della durata di due giorni sulla “Gestione e Cura dei Principali Animali Domestici Non Convenzionali”, tra i quali menzioniamo i mustelidi, i petauri, i viverridi e i rapaci.
Il programma del corso è diviso in due parti. La prima parte vi guiderà al riconoscimento degli animali definiti “domestici non convenzionali”, di solito selvatici, suddividendoli in specie notturne e diurne. Si parlerà di problemi di gestione dell’animale, di problemi dell’atteggiamento del proprietario nei confronti dell’animale e dei problemi comportamentali di un animale domestico non convenzionale, come si comportano i mustelidi, e i petauri e i rapaci?. Si prenderanno in esame i comportamenti troppo aggressivi o predatori di alcuni animali domestici non convenzionali, la loro predisposizione al gioco finalizzato all’apprendimento, specialmente dei mammiferi roditori come i criceti, i cincillà, le cavie, i conigli, ecc. Verranno inoltre insegnate le norme di primo soccorso dei roditori.

Eco Lucart Natural, la prima carta nata dal riciclo del Tetrapak

 Arriva Eco Lucart Natural, la prima carta eco-rivoluzionaria nata dal riciclo dei contenitori di Tetra Pak. L’innovativo processo di trattamento, messo a punto negli stabilimenti di Lucart group, consente di ottenere una carta veramente ecologica e dalle performance eccezionali. Lo rende noto lo stesso gruppo in un comunicato. Lucart Group è un gruppo multinazionale, a capo del quale si trova Cartiera Lucchese spa, un’azienda nata in provincia di Lucca nel ’53 e leader nel mercato del tissue ecologico (intendendo per tissue gli articoli in carta destinati al consumo quotidiano come carta igienica, carta per cucina, tovaglioli, tovaglie, fazzoletti etc.).