Gli aspetti faunistici di maggior rilievo dell’area protetta costituita dal Parco Regionale Adda Sud riguardano soprattutto l’avifauna con la presenza di tre garzaie e di alcune coppie di falco di palude che nidificano frequentemente nell’area protetta del Parco Regionale Adda Sud. Molte altre specie interessanti frequentano l’area protetta durante la migrazione o il periodo invernale alle volte in gruppi numerosissimi.
I mammiferi presenti nell’area protetta del Parco Regionale Adda Sud sono meno numerosi degli uccelli, è di sicuro interesse la presenza della puzzola nelle zone umide meglio conservate e del ghiro nei boschi più estesi.
Particolare attenzione è posta alla presenza di una piccola popolazione di daini insediatasi nei boschi della zona nord del Parco Regionale Adda Sud.
Aree Protette e Parchi
Parco Regionale Adda Sud -3-
La flora dell’area protetta della riserva naturale del Parco Regionale Adda Sud è caratterizzata da boschi, ambienti umidi e spiagge fluviali. I boschi che si estendono luno i fiumi sono degli ecosistemi ricchi in biodiversità e permettono la crescita e la proliferazione di molte specie vegetali.
Nelle aree umide lentiche l’ambiente e la biodiversità sono tutelati e protetti al meglio e in esse sono stati classificati anche i corsi d’acqua minori naturalisticamente rilevanti.
Il paesaggio delle aree coltivate all’interno dell’area protetta, rappresenta un aspetto importante del Parco Regionale Adda Sud, anche se nel corso degli anni hanno subito un progressivo degrado causato da errati metoi di gestione che con l’istituzione dell’area protetta si cerca di recuperare.
Lungo i percorsi sono presenti filari arborei e siepi arbustive formate da Populus x Euroamericana (Pioppo ibrido), Robinia pseudocacia (Robinia),
Parco Regionale Adda Sud -2-
L’area protetta del Parco regionale Adda Sud segue il corso del fiume Adda nella sua parte meridionale e comprende gli ambienti adiacenti al fiume nella sua parte delle aree antropizzate e più selvagge, garantendo la tutela e la protezione dell’ambiente e della sua biodiversità.
Il corso dell’Adda si snoda, nella sua parte meridionale, tra depositi alluvionali. I terrazzi più antichi, di età olocenica, sono i più distanti dal letto fluviale, mentre i più recenti degradano lentamente verso l’asta del fiume. Il territorio dell’area protetta comprende, oltre ai boschi rivieraschi, anche zone palustri costituite da lanche” e “morte” che il fiume ha formato nel tempo, cambiando percorso; alcuni esempi di grande interesse, per il significato geomorfologico, botanico e zoologico che hanno assunto, sono l’Adda Morta, un vecchio ramo del fiume, nei comuni di Castiglione d’Adda e Formigara, la Zerbaglia una zona umida di interesse nazionale nei comuni di Turano, Cavenago d’Adda e Credera Rubbiano e la Morta di Soltarico formatasi dopo l’alluvione del 1976.
Parco Regionale Adda Sud -1-
L’area protetta del Parco regionale Adda Sud si estende per 24.260,00 ettari, in un territorio dove l’ambiente e la biodiversità sono tutelati e protetti, della regione Lombardia, nelle provincie di Cremona e Lodi.
Le finalità dell’istituzione dell’area protetta parco Regionale Adda Sud sono di gestire il Parco Naturale in modo unitario con particolare riguardo alle esigenze di protezione della natura e dell’ambiente, di uso culturale e ricreativo, sviluppo delle attività agrozootecniche e silvo-pastorali e delle altre attività tradizionali atte a favorire la crescita economica, sociale e culturale dell’area protetta; promuovere la conservazione e la corretta funzione dell’ecosistema fluviale e della sua biodiversità; promuovere mediante idonee iniziative la salvaguardia di opere di particolare interesse culturale sia per la storia del Parco Regionale Adda Sud che per la popolazione;
Parco Nazionale dell’Asinara -2-
Presentare un quadro generale sulla flora e la vegetazione dell’isola non è semplice: gli studi botanici sono stati sinora frammentari e non esaurienti, nonostante l’importanza fitogeografica di molte specie e l’elevata percentuale di endemismi.
Le famiglie numericamente più rappresentate sono le composite, le leguminose e le graminacee, che insieme alle ombrellifere e alle scrofulariacee, rappresentano circa la metà della flora spontanea dell’isola.
Anche la fauna del Parco Nazionale dell’Asinara ha subito negli ultimi decenni profonde modificazioni, ora con l’istituzione del Parco Nazionale l’ambiente e la biodiversità sono tutelati e protetti.
Parco Nazionale dell’Asinara -1-
Il Parco Nazionale dell’Asinara si estende per 5.200,00 ettari nella regione della Sardegna in provincia di Sassari, nel comune di Porto Torres. Un territorio isolato dova la biodiversità e l’ambiente sono tutelati e protetti.
L’Asinara, per dimensioni la seconda isola sarda dopo Sant’Antioco, presenta una forma stretta, allungata in senso Nord-Sud con un andamento della linea costa molto frastagliato, indice di una notevole varietà di habitat. L’Isola presenta una situazione storica, ambientale e giuridica estremamente singolare. Sebbene i primi resti della presenza umana risalgano al neolitico, la natura si é potuta conservare grazie ad un susseguirsi di eventi che le fecero assumere il nome poco accattivante di Isola del Diavolo. Ed è proprio con l’istituzione del Parco Nazionale dell’Asinara che la biodiversità e l’ambiente dell’isola sono tutelati e protetti con maggiore efficacia.
Susanna Tamaro e l’amore per le foreste: alla ricerca di una laurea in scienze naturali
“Sono nata a Trieste, quindi in una città di mare, ma ho sempre prediletto la montagna e il clima montano come mio vero spirito. L’amore per le foreste nasce dalla passione per le scienze naturali, tanto che desidererei una laurea, non in lettere, ma in scienze naturali (honoris causae, perché non mi sono mai laureata)“. Così la scrittrice, Susanna Tamaro, spiega l’origine della sua passione per i boschi e la scelta di far stampare il suo nuovo libro ‘Il grande albero’, edito da Salani Editore, usando fibre di cellulosa provenienti da foreste gestite in modo sostenibile.
L’amore per le foreste
“Il mio grande interesse – aggiunge – sono sempre stati la Natura, gli animali, le foreste, l’osservazione dei fenomeni naturali. Ho tutt’ora una forte passione per i boschi: li osservo come un enorme laboratorio di scienze naturali pieno di lezioni da imparare. Da 20 anni vivo in campagna in Umbria, piantando alberi e seguendoli nella crescita; si imparano molte cose direttamente sul campo“.
Foreste Casentinesi
Il Parco Nazionale Foreste Casentinesi è stato istituito con D.P.R. del 12 luglio 1993 “Istituzione dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna”. Si estende per circa 36.843 ettari, ripartiti in quattro zone a tutela differenziata, come previsto dal Piano del Parco.
La “Zona A di riserva integrale”: comprende aree di eccezionale valore naturalistico, in cui l’antropizzazione è assente o di scarso rilievo e nelle quali l’ambiente naturale e la biodiversità sono conservati nella loro integrità; sono destinate alla salvaguardia ed al mantenimento degli equilibri biologici ed ambientali in atto, alla prevenzione ed all’eliminazione di eventuali fattori di disturbo endogeni ed esogeni.
Oasi WWF “Montagna di Sopra”
L’Oasi WWF “Montagna di Sopra” è situata nel Comune di Pannarano (BN), nel Parco Regionale del Partenio. L’istituzione di un’area naturalistica nel massiccio montuoso del Partenio è il risultato di un’attività decennale contraddistinta da lotte ed iniziative per tutelare un territorio ancora integro in cui la natura ha prevalso sull’antropizzazione.
La natura a tratti ancora “selvaggia” e il dislivello altitudinale del territorio dell’Oasi (dagli 800 ai 1598 m s.l.m. dei Monti d’Avella) permette di immergerci in scenari completamente diversi, caratterizzati dalla ricchezza e complessità delle varietà floristiche e specie faunistiche presenti dove la biodiversità e l’ambiente sono tutelati e protetti.
Coralli del pianeta a rischio: cambiamenti climatici e acidificazione delle acque le cause principali
Coralli del Pianeta e rischio sopravvivenza. E’ quanto emerge da una nuova analisi, che per la prima volta include anche le minacce dei cambiamenti climatici, dal riscaldamento delle acque marine all’acidificazione degli oceani. Il rapporto mostra che le pressioni locali, come eccesso di pesca, sviluppo costiero e inquinamento, sono i fattori di rischio immediato, che minacciano oggi oltre il 60% delle barriere coralline. Indicati anche i 27 paesi piu’ vulnerabili dal punto di vista economico e sociale a causa del degrado o della perdita dei coralli. Si tratta di Haiti, Grenada, Filippine, Comore, Vanuatu, Tanzania, Kiribati, Fiji e Indonesia.