Trentino Alto-Adige: ambiente naturale ed aree protette

 Grazie alla sua conformazione geologica con una relativa stabilità dei versanti e scarsa sismicità, alla mancanza di grandi centri urbani e a un’ attenta, secolare cura del territorio a opera di una popolazione che non ha mai abbandonato l’ agricoltura montana e a una efficace politica di tutela del paesaggio, il Trentino Alto-Adige è la regione italiana dove i problemi ambientali assumono aspetti meno urgenti, limitandosi ad alcuni episodi franosi, al pericolo delle valanghe e all’ eccessivo carico di impianti sciistici in qualche comprensorio.

AREE PROTETTE IN TRENTINO ALTO-ADIGE
In una regione che trova nella sua bellezza paesaggistica la principale fonte di ricchezza e di sviluppo, non sorprende la particolare attenzione rivolta alla tutela del paesaggio e della natura. Quasi un quinto della superficie regionale (20,8%) è protetto da parchi e riserve naturali, percentuale che sale però a un terzo considerando anche le aree boschive sottoposte a vincoli di vario genere.

I musei della natura: il museo del vulcano a Saint-Ours-les-Roches

 Inevitabilmente, i vulcani richiamano alla memoria il processo mai interrotto della formazione del pianeta. L’ idea di creare un centro di vulcanologia racchiude in sé un forte elemento rituale e simbolico, e acquista tanta più forza se si considera la scelta del luogo. Non una città, ma la natura: un paesaggio segnato dalla presenza ben visibile di attività vulcaniche , dominato da vulcani spenti.
Da qui nasce il Centro europeo del vulcanesimo, in Alvernia, che ha implicazioni sia scientifiche che emozionali.

Un tale museo non può che richiamare visitatori molto diversi tra loro per interessi, età e cultura.

IL PROGETTO DEL MUSEO DEL VULCANO
Il complesso è progettato come un luogo in cui vivere un’ esperienza e comunicare idee e percezioni connesse con il vulcano. Non vi è dunque distinzione tra edificio e ambiente circostante, né tra sottosuole e superficie o tra contenitore e contenuto.
I visitatori, per accedere al museo, devono seguire un sentiero processionale, poichè discendono un abisso, discendono nel mondo infero, diretti al centro della Terra: impossibile non evocare Jules Verne e l’ inferno di Dante, come pure il rapporto con il grembo materno e la cavità protettiva.

Lombardia: ambiente naturale ed aree protette

 Una così imponente concentrazione di popolazione, aree urbanizzate, attività produttive, interessi economici, rende più complessi gli interventi di salvaguardia e protezione dell’ ambiente.

RISCHIO AMBIENTALE IN LOMBARDIA
A causa delle sue caratteristiche orografiche la Lombardia conosce principalmente due fenomeni di rischio ambientale: il dissesto idrogeologico in montagna e i rischi alluvionali in pianura.
Molte valli alpine, oggetto di sfruttamento a fini produttivi e turistici da parte dell’ uomo, hanno sperimentato una lunga fase di impoverimento del manto forestale e, in alcuni casi, di cementificazione selvaggia degli alvei dei corsi d’ acqua; da ciò è conseguita una situazione di grave dissesto idrogeologico, soprattutto nelle piccole valli laterali, al quale non sfuggono tuttavia anche le realtà territoriali più grandi, soggette a continui fenomeni di erosione e di rischio idrogeologico; ne rendono testimonianza gli eventi disastrosi del 1987 in Valtellina e Valcamonica.

I musei della natura: il Fjoerland, museo dei ghiacciai

 I fiordi della costa occidentale della Norvegia rappresentano una delle meraviglie della natura; chiusi da alte pareti rocciose, che possono arrivare fino a 1600 metri, penetrano per lunghi tratti all’ interno del Paese serpeggiando tra le profonde valli che caratterizzano questa parte del territorio.
Il più grande dei fiordi è il Sognefjord che, con una estensione pari a 200 chilometri, si sviluppa dalla linea costiera verso l’ interno fino a raggiungere le parti centrali del Paese, in una delle zone montuose della norvegia. Quasi a metà del lungo percorso, il fiordo compie uno dei suoi improvvisi cambi di direzione. Proprio da quest’ area, Fjoerland, i vichinghi con le loro lunghe imbarcazioni sin dall’ Ottocento cominciarono le loro incursioni nei territori dell’ Europa continentale. Ed è proprio lì, dove finisce il Fjoerland, che si trova il Museo dei Ghiacciai, realizzato su progetto di Sverre Fehn tra il 1989 e il 1991. Si tratta del gigantesco ghiacciaio Josterdal, il più grande di tutta la Norvegia, che da allora è diventato un vero museo “naturale”.

Baggio come Central Park: ieri alla Green Race anche Formigoni

 Milano sempre più come New York. Non è solo un auspicio, ma quello che realmente sta già accadendo almeno in quanto a manifestazioni sportive. La Green race, che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha corso ieri mattina al Parco delle Cave di Milano, non è che l’ ultima, concreta, testimonianza.

DAL DEGRADO AL VERDE PUBBLICO
Da qualche anno infatti, anche il quartiere di Baggio, che fino a pochi anni fa era considerato una delle zone più degradate della città, può vantare uno dei Parchi più belli e accoglienti e forse anche meglio organizzati del sud-ovest milanese. Una grossa “zona verde” che, come Central Park, si addice molto bene ad ospitare corse podistiche, agonistiche e non, all’ interno di uno scenario particolare. Correre, infatti, fra laghetti, fitti boschi, incontrando sul proprio percorso anche animali che qua e là fanno capolino, non è lo stesso che farlo nel traffico e nell’ inquinamento della metropoli.

LO SPORT NEL VERDE
In tanti sembrano averlo capito. Tant’ è che, ieri mattina, erano oltre 3mila le persone ai nastri di partenza della gara competitiva (10 km) e di quella amatoriale (2km). Fra loro tanti sportivi, ma anche semplici appassionati, famiglie e chi, complice anche la bella giornata di sole, non ha voluto perdere un’ insolita occasione di sport.

Il Festival Internazionale del film di Roma a Impatto Zero di LifeGate

 Il Festival Internazionale del Film di Roma aderisce al progetto Impatto Zero® di LifeGate per compensare, attraverso la creazione e la tutela di nuove foreste, le emissioni di anidride carbonica determinate dall’ organizzazione della kermesse.
Ecco un’ altra lodevole iniziativa romana in direzione dell’ ecosostenibilità, bagnando (e anche di molto) il naso ai colleghi meneghini.

UN PROGETTO DI RIFORESTAZIONE
Ma in che consiste il progetto Impatto Zero® di LifeGate? L’ intervento di riforestazione riguarderà due aree, una in Costa Rica e una a Roma. Grazir a questo progetto all’ interno della Riserva della Valle dell’ Aniene sono già in corso i lavori per ricreare una nuova area verde di 25.000 mq, con piantumazione di 500 alberi di specie autoctone.
La nuova area verde dovrebbe essere consegnata alla città di Roma proprio oggi. L’ iniziativa, realizzata grazie al contributo di Samsung Electronics Italia – sponsor ambientale del Festival – consentirà di compensare oltre 1 milione di kg di biossido di carbonio.

Gaeta ottiene il marchio Ecolabel: l’ ecosostenibilità qui è di casa

 Niente porzioni monodose per gli alimenti ed i prodotti per l’ igiene, uso di detersivi concentrati o con ricariche, risparmio idrico e raccolta differenziata, almeno due lampade a basso consumo in ogni camera e tecnologie per il risparmio energetico negli spazi comuni, carta ecologica e riciclata, ma anche promozione del territorio, dei prodotti locali e di forme di trasporto collettivo, nonché azioni di contenimento dell’ inquinamento acustico e coinvolgimento del turista nei comportamenti eco-sostenibili.
A tre anni dalla firma dell’ intesa, siglata da Legambiente, Comune di Gaeta e imprese turistiche, che ha portato a Gaeta il marchio Ecolabel di Legambiente Turismo, è più che buono il livello di ecosostenibilità raggiunto dalle strutture ricettive locali che aderiscono al progetto “Consigliato per l’ impegno in difesa dell’ ambiente“.

IL MARE DEL LAZIO HA L’ ETICHETTA ECOLOGICA
E’ quanto è emerso nel corso dell’ incontro che si è svolto tra gli amministratori comunali e i gestori dei quattro alberghi e due stabilimenti balneari aderenti, nell’ ambito della tappa a Gaeta della Goletta Verde nel Lazio, la quarta campagna regionale di informazione e analisi sul litorale e il mare del Lazio, organizzata da Legambiente Lazio con il contributo della Regione Lazio assessorato all’ Ambiente e alla Cooperazione tra i popoli. Il marchio Ecolabel rappresenta l’ etichetta ecologica che contraddistingue le strutture ricettive che adottano misure per ridurre l’ impatto delle proprie attività sull’ ambiente e per promuovere il territorio circostante, senza rinunciare alla qualità e al comfort, anzi.

Liguria: ambiente naturale ed aree protette

 La Liguria rimane una delle Regioni d’ Italia più interessanti e più belle dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che spaziano dai suggestivi panorami della costa, con spiagge, scogliere, baie e promontori, al rigoglioso entroterra, dove la catena delle Alpi si congiunge con quella degli Appennini.

I RISCHI DELL’ URBANIZZAZIONE IN LIGURIA
Il territorio ligure è storicamente soggetto a gravi eventi alluvionali a causa della particolare conformazione idrografica e dei processi di urbanizzazione avvenuta sul territorio, che determinano, in caso di precipitazioni di elevata intensità, l’ inondazione di vaste aree in ambiente urbano, specie in corrispondenza dei tratti più vicini alle foci dei corsi d’ acqua, i cui alvei sono stati molto spesso cementificati per ottenere spazio per l’ urbanizzazione.

Piemonte: ambiente naturale ed aree protette

 Il Piemonte è una regione dalla scarsa sismicità (salvo che nel Pinerolese, dove però non si sono mai verificati eventi di portata catastrofica). Dotata di montagne poco franose, composte in gran parte da rocce cristalline, il Piemonte è molto esposto, invece, al rischio delle alluvioni. La presenza di versanti ripidi e impermeabili, il diboscamento montano, la rapidità del deflusso (dovuta alla discreta presenza di fiumi) e infine il forte carico umano che si addensa lungo gli alvei fluviali sono la causa di frequenti e rovinose inindazioni. Non di rado queste inondazioni causano danni ingenti e vittime umane, come fu il caso dell’ inondazione del 1994, dovuta allo straripamento della Bormida e del Tanaro, che devastò Alessandria.

DEGRADO AMBIENTALE IN PIEMONTE

Al di là degli eventi occasionali, il degrado ambientale stabile di questa regione presenta una doppia valenza. Da un lato, nelle valli montane e in alcune zone di alta collina, il deterioramento dell’ abiente è dovuto allo spopolamento, con conseguente rovina degli edifici, rinselvatichimento della vegetazione e impraticabilità dei sentieri. Dall’ altro, nelle aree urbane della pianura sono l’ eccessivo carico umano e il grande sviluppo delle attività industriali e commerciali a provocare problemi di congestione edilizia, traffico caotico, inquinamento dell’ aria e dell’ acqua, smaltimento dei rifiuti.

COMUNITA’ MONTANE E PRESIDIO TERRITORIALE
Un’ efficacie opera di presidio del territorio svolgono le comunità montane che, in una regione alpina come il Piemonte, sono naturalmente molto numerose. Importante è il ruolo di alcune di esse anche per la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche.

Valle d’ Aosta: ambiente naturale ed aree protette

 “Né cismontani né oltremontani, ma intramontani”: così nei secoli passati i valdostani rivendicavano orgogliosamente l’ equidistanza della Valle dai due versanti alpini. Ecologicamente parlando, mentre l’ alta montagna valdostana viene raggiunta solo da alpinisti ed escursionisti appassionati e conserva ancora il suo aspetto antico, più in basso l’ installazione di impianti sciistici e idroelettrici e l’ espansione edilizia hanno talvolta alterato l’ ambiente originario: oggi in tutti i centri turistici della Valle d’ Aosta, a cominciare da Cervinia, sono ormai presenti condomini in stile urbano, che hanno rotto l’ unitarietà dell’ architettura tradizionale.

INQUINAMENTO IN VAL D’ AOSTA
La situazione ambientale è comunque, nel complesso, abbastanza buona, dato lo scarso carico umano e l’ attenzione a essa rivolta dall’ amministrazione regionale e dalle comunità montane (che coprono tutta l’ estensione del territorio): solo la valle centrale, percorsa da migliaia di autocarri, soffre di problemi di inquinamento e di congestione del traffico, problemi che sono emersi drammaticamente all’ attenzione con il tragico incendio del 24 marzo 1999 nella galleria del Monte Bianco.