“Il fenomeno e lo sviluppo dei Farmer’s Market nel Lazio non può e non deve essere frenato“. Così Massimo Gargano, presidente regionale della Coldiretti del Lazio. “La parola abusivismo – aggiunge – non può e non deve essere accostata ai nostri Farmer’s Market e rischiare così di stordire i cittadini – consumatori che hanno dimostrato, con i fatti, di essere dalla nostra parte“.
Atteggiamenti denigratori
“Dispiace – prosegue Gargano – registrare atteggiamenti poco costruttivi e denigratori che rispediamo ai mittenti insieme alla consapevolezza di essere nel giusto e alla promessa di continuare a lavorare contro le speculazioni e le sofisticazioni che sono davvero le uniche cose da bloccare“.
“Nel corso del 2010 – spiega il presidente regionale della Coldiretti – sono saliti a 705 i mercati degli agricoltori di Campagna Amica aperti, per un totale di 25.115 giornate (+148 per cento). Anche i numeri nella nostra regione sono di tutto rispetto. Si tratta di un primato straordinario – sottolinea – conquistato in appena due anni dell’inizio di queste esperienze dove è ora attiva la più estesa rete di vendita diretta dei produttori agricoli presente in tutta Europa“.
Chiarezza verso il consumatore
Secondo Aldo Mattia, direttore regionale della Coldiretti, questa “è stata l’unica associazione a sottolineare l’importanza di mettere in bella evidenza il cartellino con presente il prezzo e la provenienza dei prodotti. Coldiretti ha ottenuto la legge sull’etichettatura. Dai nostri mercati viene una risposta gradita ad un nuovo stile di vita e ad modello di consumo più sostenibile che si sta affermando tra un numero crescente di cittadini“.
Il successo dei Farmer’s market
“Guardare in faccia il produttore, farsi raccontare direttamente la storia del prodotto che si acquista, tagliare le intermediazioni e le manipolazioni sul cibo che si porta in tavola, salvaguardare le tradizioni culturali e colturali, sostenere economicamente il proprio territorio e la possibilità di fare un acquisto al giusto prezzo sono – precisa Mattia – alcune delle motivazioni che spingono questo successo“.
“Partendo da tutto ciò non possiamo tollerare – conclude – strumentalizzazioni o, peggio, dichiarazioni eclatanti che mirano solo a gettare fango e confusione su quanti operano per dare dignità al settore primario mettendo in evidenza il prezzo (solitamente al di sotto del 30% da quello di mercato)“.