Domenica 20 marzo 2011, un cigno nero è stato trovato dai carabinbieri del Nucleo radio mobile di Roma sulla carreggiata esterna del Grande Raccordo Anulare, quasi all’altezza della Cassia. I militari hanno visto l’animale, probabilmente ferito alle ali, mentre stava attraversando la carreggiata.
I carabinieri, dopo aver salvato il cigno nero, lo hanno portato alla Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU).
Il Cigno nero (Cygnus atratus Latham, 1790), è un uccello acquatico, della famiglia delle Anatidae.
Questo animale è originario dell’Australia, dove nidifica in consistenti colonie. Vive nei pressi dei grandi laghi in acque poco profonde e nelle paludi d’acqua dolce e salmastra, spingendosi fino agli estuari dei fiumi. Per la sua eleganza è stato introdotto a scopo ornamentale in parchi, laghetti e corsi d’acqua d’Europa e della Nuova Zelanda. In Italia è occasionale, ma si può scorgere nelle acque dell’Adda.
Un uccello imponente
Questo animale è chiamato cigno nero proprio per la colorazione del suo piumaggio. È strettamente imparentato con il cigno reale di cui sembra il negativo. È anch’esso un uccello imponente, lungo fino a 140 cm e con un’apertura alare di 180 cm, inconfondibile per il piumaggio scuro e il becco arancione.
Perseguitato dagli aborigeni
In Australia questo uccello è stato a lungo perseguitato dagli aborigeni, che lo ritenevano, per il suo piumaggio scuro, uno spirito malvagio. Questo splendido animale è minacciato dalla caccia e dalla distruzione del suo ambiente naturale. Oggi la specie è protetta e frequentemente allevata negli zoo e nei parchi.
Questo animale viene riprodotto ed allevato in cattività dall’uomo con successo, sia per uso culinario sia come uccello da parco.