A ruba in Italia i rilevatori di radiaottività, soprattutto quelli portatili. Sull’onda emotiva del rischio nucleare in Giappone le aziende che commercializzano queste apparecchiature sono sommerse da ordinazioni, e registrano picchi di vendite con aumenti fino al 500%. “Nell’ultima settimana stiamo assistendo a un fenomeno abnorne – riferisce all’ADNKRONOS Bruno Agnanti, Amministratore unico della Pec Italia – non solo per il boom di richieste dall’Italia di questi strumenti portatili, i cosiddetti Geiger, ma anche da altri paesi europei, con percentuali di crescita, in questo caso, stimabile intorno al 1000%“.
I rilevatori di radioattività
“I nostri operatori sono oberati di lavoro, sia per le richieste di informazione che per le ordinazioni, al punto che non riusciamo più ad assicurare tempi di consegna rapidi, anche perché i nostri fornitori statunitensi e tedeschi sono ‘ingolfati’ all’inverosimile“, conferma poi Alberto Gatto, presidente dell’azienda padovana Zetalab, che commercializza strumentazioni di laboratorio impiegati nella ricerca e apparecchi di misurazione della radioattività, del rumore o delle fonti luminose.
Chi acquista i rilevatori di radioattività
Ad acquistare gli apparecchi, il cui costo oscilla fra i 340 e i 450 euro, “sono sia persone che per lavoro devono recarsi in Giappone o in Cina – spiega ancora Gatto – sia aziende italiane che ricevono materiale da questi paesi, dal legno all’acciaio fino alla componentistica, e che vogliono verificare l’eventuale contaminazione nucleare“.
Al momento “stiamo lavorando solo su questi apparecchi data la grande richiesta, e i nostri fornitori stranieri, evidentemente oberati, non rispondono neppure più al telefono“, conclude.