L’allocco, Strix aluco L. 1758, è un uccello rapace della famiglia degli Strigidi, un gufo. L’allocco è il più comune e ampiamente diffuso degli Strigidi europei; in Italia si trova ovunque, tranne che in Sardegna. Questo rapace notturno si distingue dal barbagianni per le dimensioni maggiori e il colore complessivamente molto più scuro. E’ un uccello è stanziale e strettamente notturno, vive in zone boschive miste di conifere e di caducifoglie. L’allocco non costruisce alcun nido ma utilizza cavità di ogni genere negli alberi e nelle rovine, spesso occupa anche tane di tasso e di coniglio. Questo animale selvatico è un rapace notturno dalla testa grossa e tondeggiante, presenta dischi facciali bruno-grigiastri. Gli occhi di questo uccello sono neri, a differenza degli altri Strigidi, e non possiede i ciuffi auricolari, quei “cornetti” che caratterizzano molti altri gufi, il piumaggio è bruno fulvo o marrone-grigio nella parte superiore, macchiettato e striato, e bianco con strisce e macchie marroni nella parte inferiore.
Il colore del piumaggio dell’allocco gli consente di mimetizzarsi perfettamente nei boschi perché il colore del piumaggio di questo rapace è molto simile al colore degli alberi.
Le dimensioni
L’allocco è un uccello grande dai 39 ai 43 cm, l’ala misura dai 25 ai 35 cm, l’apertura alare può variare dagli 87 ai 100 cm, la coda dai 17 ai 20 cm, il tarso dai 43 ai 48 mm e le dimensioni del becco variano sono di circa 29mm. Un allocco può pesare dai 310 ai 630 grammi.
Sessualmente dimorfica
Questa specie di rapace è sessualmente dimorfica, le dimensioni delle femmine sono maggiori di quelle dei maschi, la femmina di alloco è più grande, più lunga del 5% e più pesante del 25%.
L’allocco ha ali arrotondate dal piumaggio morbido e vellutato che gli permettono di volare in modo silenzioso planando sulla preda da catturare.
Occhi posizionati frontalmente
La vista dell’allocco e gli occhi posizionati frontalmente associati alla notevole mobilità del collo gli permettono di muovere il capo in direzione orizzontale e verticale, ruotandolo anche di 270°. Questa mobilità compensa l’incapacità di ruotare gli occhi, e le movenze del capo permettono di assumere informazioni sulla posizione di un oggetto, variando il cosiddetto punto di osservazione.
Gli occhi di questo animale selvatico sono almeno 100 volte più sensibili di quelli dell’uomo. Durante il giorno la pupilla è contratta, la notte si dilata enormemente, per catturare più luce possibile. La retina, invece, è ricca di bastoncelli, i fotorecettori più sensibili alla luce e adatti servono per la visione notturna. L’udito di questo rapace è intensificato dalle penne disposte a disco attorno agli occhi che fanno apparire la faccia dell’animale piatta e che, coprendo le aperture auricolari, convoglia le onde sonore verso l’orecchio.