Cani e gatti con i tic: un disturbo ereditato dal cavallo

di Redazione 438 views0

 Il cane che gira a vortice per rincorrersi la coda, il gatto che si lecca fino a perdere il pelo o a procurarsi dermatiti. Anche Fido e Micio soffrono di tic, movimenti involontari e ripetuti senza scopo che proprio dal mondo animale prendono il nome: un suono onomatopeico praticamente invariato in tutte le lingue europee, prestato alla medicina dell’uomo dalla scienza veterinaria. Già in trattati del ‘600 lo si usava infatti per descrivere il colpo secco dato contro la mangiatoia dai cavalli, specie ‘ticcosa’ per antonomasia. A spiegare l’etimologia di un problema che secondo le stime colpisce in Italia “circa 800-900 mila persone“, e nell’universo dei quattrozampe “ha grosso modo le stesse dimensioni in termini percentuali“, è Mauro Porta, direttore del Centro Tourette e Parkinson dell’Irccs Galeazzi di Milano.

I tic dei cavalli
Se a caval donato non si guarda in bocca, mentre prima di comprarne uno gliela si controlla per bene, il motivo è che i denti consumati tradiscono il tic più diffuso fra gli equini: appunto “battere in continuazione i denti sulla mangiatoia – racconta l’esperto autore del volumetto ‘Il manuale dei tic’, durante un incontro a Milano – Un ‘vizio’ che può giustificare la riconsegna del cavallo al venditore con obbligo di risarcimento, perché il cavallo ticcoso rischia enfisema polmonare, denutrizione” e vari problemi di salute che lo rendono ‘inutile’, in gergo tecnico “bolso”, per chi lo ha acquistato.

I tic negli animali domestici
Parola di specialista, il tic è diffusissimo anche tra altri animali di grossa taglia come mucche, vitelli o tori, elenca Porta. Ma gesti stereotipati e rituali ripetuti con una fedeltà ai limiti della compulsione non risparmiano nemmeno i canarini o i criceti, le fiere del circo o le cavie di laboratorio, i cani e i gatti.
Anche gli uccellini, per esempio – evidenzia Porta – spesso si mettono a ticchettare in continuazione sulle barrette della gabbia“. Nella voliera, poi, “si può osservare come traccino sempre lo stesso percorso“. E ancora: “A volte gli equini calciano ripetutamente o si muovono sul posto senza sosta, oppure dondolano la testa o girano in circolo nei box in quello che classicamente si chiama il ‘ballo dell’orso’. Anche gli animali selvatici tenuti in cattività lo manifestano“, mentre “negli animali da laboratorio (topi, ratti) prevale il movimento di andirivieni continuo o il saltare verticalmente nella gabbia“.

I tic di cani e gatti
Passando ai ‘pet’ più casalinghi, “basti pensare al criceto che corre affannato sulla ruota tutti i giorni e a volte tutto il giorno, fino a morirne per affaticamento cardiaco“, descrive Porta. Anche “nel cane o nel gatto si possono osservare continui movimenti di giro in circolo“, oppure Fido e Micio “si rincorrono la coda, saltano sul posto, dondolano la testa o tremano“. Poi ci sono i rituali o le manie che rientrano più nell’indole dell’animale che in un quadro patologico: “Il cane da riporto che continua a riconsegnare sassi o bastoni“, oppure “il gatto che si rifiuta di mangiare vicino alla toilette“, o che sempre alla stessa ora ripete una stessa azione.
Ma gli animali ‘ticcosi’ sono malati o solo stressati dalla cattività e da padroni troppo ansiosi? Il disturbo è multifattoriale, inoltre sia nell’uomo che nell’animale “psiche e cervello sono un continuum – risponde Porta – Ogni problema psicologico può diventare organico e quasi sempre un problema organico ha un risvolto nella sfera psichica“.

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