Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne usata in erboristeria per le sue diverse qualità curative.
In alte dosi il finocchio è convulsivante, al contrario dell’anice verde. L’essenza di questa pianta erbacea usata in erboristeria rende gli animali timorosi. I semi di questa pianta erbacea perenne fanno parte delle “quattro semenze calde”, con l’anice, il carvi e il cumino.
Il finocchio era un tempo considerato una pianta erbacea antivelenosa da cinesi e indù ed era usata contro i morsi di serpente, le punture di ragni e scorpioni, ecc.
Questa pianta erbacea era considerata un eccellente medicamento oftalmico ed era utilizzata come fattore dimagrante.
Nella composizione di liquori
L’essenza di finocchio entra nella composizione di liquori usati anche in erboristeria come il genepì, la ratafia dei quattro semi (con angelica, sedano e coriandolo). Si usa in erboristeria nella polvere composta di liquirizia, di dentifrici, di colluttori.
Nei casi di sordità veniva un tempo consigliato di dirigere con un imbuto il vapore del decotto nel condotto uditivo.
Lasciarsi infinocchiare
L’espressione “lasciarsi infinocchiare” deriva dall’abitudine degli osti dell’antichità di “correggere” il vino scadente aromatizzandolo con la base carnosa delle foglie o i frutti o altre parti del finocchio, e dal fatto che spesso i frutti del finocchio, assieme ad altre piante aromatiche, venivano usati per conservare e insaporire la carne scadente e un po’ andata, specie quella di maiale ed i salumi da essa prodotti.
Finocchio femmina e maschio
La comune distinzione tra finocchio femmina e finocchio maschio è solo formale: il primo è di forma allungata e il secondo tondeggiante. Il cosiddetto finocchio maschio, più apprezzato sotto l’aspetto merceologico perché meno fibroso e più carnoso, si ottiene grazie al concorso di fattori ambientali associati alla natura del terreno e alla sua sistemazione superficiale e ad un’adeguata tecnica colturale.