Un enorme e raro esemplare di tartaruga marina Liuto meglio conosciuta come tartaruga coriacea o «dermochelys coriacea» per via della corazza formata da tante placchette ossee disposte a mosaico, che presentava diverse ferite superficiali, è stata trovata il 16 febbraio 2011, agonizzante, nei pressi della Scala dei Turchi di Realmonte da un giovane che all’alba stava facendo jogging in spiaggia.
Secondo gli esperti si tratterebbe di un ritrovamento eccezionale, in quanto la tartaruga marina Liuto, la più grande fra tutte le tartarughe marine, protetta per legge da molti Paesi del mondo perché nella lista rossa delle specie minacciate di estinzione dall’Iucn (Unione Internazionale Conservazione Natura), non vive abitualmente nel Mediterraneo ma nelle acque oceaniche subtropicali.
Ferite sul dorso
La tartaruga, del peso di circa 250 chili, presentava tre ferite sul dorso e a una pinna natatoria e quando è stato rinvenuto si trascinava a fatica tra la sabbia. Immediatamente sono stati informati i vigili urbani, giunti in spiaggia con i volontari del vicino Centro di Recupero Tartarughe Marine di Cattolica Eraclea.
Bagnandola continuamente
Nell’attesa d’intervenire per sollevare la grande tartaruga marina Liuto, molta gente del piccolo comune che si affaccia sulla costa sud della Sicilia è scesa in spiaggia e ha cercato di alleviarle le sofferenze, bagnandola continuamente con acqua di mare.
In una grande vasca
Alla fine la tartaruga marina Liuto è stata messa in una grande vasca e trasferita nel Centro di Recupero del “CTS Ambiente” per le prime cure. Spiega il veterinario Calogero Lentini responsabile del Centro: “Si tratta di una tartaruga che appartiene a una specie difficilmente gestibile in cattività, per cui non appena le sue condizioni miglioreranno e sarà in grado di nuotare autonomamente, la rimetteremo in acqua. Stiamo verificando se oltre alle abrasioni in superficie non abbia subito gravi problemi interni”.
Occlusioni intestinali mortali
“Infatti”, prosegue l’ambientalista Antonio Vanadia del WWF Sicilia, “queste tartarughe, che si nutrono soprattutto di meduse, spesso finiscono per avere occlusioni intestinali mortali causate dai sacchetti di plastica che ingeriscono perché dello stesso colore delle meduse. Questo”, continua Vanadia, “è il secondo caso di ritrovamento di tartaruga Liuto sulle nostre coste. Il precedente fu il 2 agosto del 1996 quando una tartaruga di quella specie andò a spiaggiarsi a Porto Palo con un amo di palangrese per la pesca del pesce spada, conficcato in gola. Anche in quella occasione riuscimmo a salvarla”.
Si riproduce solo ogni due o tre anni
A differenza della specie “caretta caretta” che viene spesso a nidificare da queste parti, non si conosce, a oggi, quali siano i siti di ovo-deposizione della “Liuto”, che tra l’altro si riproduce solo ogni due o tre anni, anche se si sospetta, che possa scegliere qualche remota spiaggia libica. È però diffusa lungo le coste di mari temperati e subtropicali come la Guiana Francese o il Gabon dove sono più frequenti gli avvistamenti. La tartaruga marina Liuto, che vive in alto mare ed è una potente nuotatrice, se molestata può diventare aggressiva.
Una certa ripresa
“È ancora presto per formulare una diagnosi”, sostiene il veterinario del Centro di Recupero , “tuttavia ipotizziamo che le ferite possa essersele procurate finendo contro qualche natante o sia rimasta vittima di qualche battuta di pesca con esplosivo. Notiamo una certa ripresa e contiamo il prima possibile di rimetterla in mare perché cibandosi di meduse abbiamo problemi ad alimentarla in vasca”.
Fonte: LaZampa