Il territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia è stato plasmato nei millenni dalle forze dell’erosione. Il canyon di Gravina in Puglia, che scende verso Matera e il Bradano, segna il confine sud-occidentale dell’area protetta. Nei pressi di Altamura sono invece le impressionati doline carsiche del Pulicchio e del Pulo, che superano rispettivamente i 100 e i 70 metri di profondità. Anche se il paesaggio del Parco è stato modificato nei secoli dall’uomo, l’Alta Murgia conserva una fauna e una flora di grande interesse dove la biodiversità e l’ambiente sono tutelati nonostante l’antropizzazione.
Il Falco naumanni
Il paesaggio del Parco Nazionale Alta Murgia è suggestivo, costituito da lievi ondulazioni e da avvallamenti doliniformi, con fenomeni carsici superficiali rappresentati dai puli e dagli inghiottitoi. Il substrato è costituito da calcare creataceo, generalmente ricoperto da calcarenite pleistocenica. E’ una delle aree substeppiche più vaste d’Italia, con vegetazione erbacea ascrivibile ai Festuco-brometalia. E’ presente la più numerosa popolazione italiana della specie prioritaria Falco naumanni ed è una delle più numerose dell’Unione Europa.
L’antropizzazione
L’antropizzazione ha trasformato profndamente lo stato della vegetazione del teritorio del Parco Nazionale Alta Murgia, restringendo l’estensione dei boschi ma preservando la ricca biodiversità.
Nella parte del confine settentrionale del Parco Nazionale Alta Murgia, affacciato sull’Adriatico, persistono boschi di querce, nelle altre aree del parco, nelle zone calcaree è presente una vegetazione substeppica di tipi erbaceo o basso arbustiva che ospita un diverso tipo di biodiversità rispetto a quella dei boschi di querce.
Lino delle fate
Tale è l’aspetto con il quale si presenta attualmente la maggior parte della superficie coperta da vegetazione spontanea delle Murge nord-occidentali. In questo territorio sono state censite circa 1500 specie vegetali, ossia il 25 per cento delle specie presenti su tutto il territorio nazionale. Di particolare rilevanza e varietà sono i micropaesaggi dei licheni, dei muschi, delle steppe a graminacee o lande in cui crescono alcune specie di stipa (Stipa tortilis e austroitalica) chiamate comunemente ‘lino delle fate’.
Le specie endemiche più rappresentative
Nei pascoli, in cui si sviluppano le specie endemiche più rappresentative, tra cui le orchidee selvatiche (es. Ophrys mateolana), alcune porzioni sono cespugliate, altre arborate con prevalenza del ‘perazzo’ (Pyrus amygdaliformis). Lo strato erboso è costituito principalmente da graminacee e si caratterizza per la presenza di ferule e asfodeli. Tra i funghi va annoverata una specie pregiata: il cardoncello (Pleurotus eryngii). Nei boschi le specie prevalenti sono la roverella (Quercus pubescens), il fragno (Quercus trojana), la quercia spinosa (Quercus coccifera), il leccio (Quercus ilex), il cerro (Quercus cerris) e il farnetto (Quercus frainetto). Nel sottobosco cespuglioso, tra le piante si annoverano il Gigaro pugliese (Arum apulum) e la Peonia corallina (Peonia mascula).
Fonti: siti web di Parks.it e Parco Nazionale Alta Murgia.
arturo 11 Aprile 2011 il 16:55
Voglio raccontarvi una storiella :
c’è un paese della provincia di bari di nome cassano delle murge il quale
gode di una posizione meravigliosa,di un bellissimo panorama e di una
stupenda
foresta dove una volta c’era un immensa palude. E proprio in questa zona
che
copre dalla foresta di mercadante vicino all’acquedotto ancora oggi in
funzione che porta l’acqua fino a bari ,con tutti i vari boghi mercadante ,
incoronata fino al colle di lagogemolo e proseguendo per il colle dell’
quercia
e continuando sul colle di s.maria proseguendo per il colle di fra diavolo
ecc. Negli anni sessanta si comincia ad lottizzare tutta questa zona e senza
creare nessun tipo di servizi basta che gli amministratori di turno
incassavano
gli oneri di urbanizzazioni ,quindi non c’era ne acqua pubblica ne fogna. I
proprietari di queste ville che nel frattempo sono cresciute fino ad
arrivare
a 50.000 si sono creati degli allacci per la fornitura dell’acqua e hanno
pensato di creare una fonte alternativa per lo scarico fognante. Bel
termine
ma in pratica sapete cosa significa,significa che si crea un pozzo e tutto
quello che viene buttato dagli scari delle abitazioni finisce in questi
pozzi,
e in questi pozzi è stata creata una trivella in modo che tutto questo
venga
ella in modo che tutto questo
venga
assorbito dalla falde. Tutto questo avveniva in buona pace con gli organi
che
dovevano vigilare prima di rilasciare abitabilità dall’ufficio tecnico del
comune e vigili urbani,che invece di fare i posti di blocco sulle strade
della città dovevano occuparsi della salute pubblica di questa città. Però
il
prefetto negli anni 90 fece realizzare sulla strada provinciale che collega
altamura cassano strada che collega i borghi in questione una rete fognante
collegandola alla rete pubblica di cassano murge. Pero il depuratore delle
fogne non era sufficiente per questo si progetto uno nuovo, e si pensa di
costruirlo sulla via di adelfia alle spella di quello esistente sulle
carte
era il posto ideale visto che di fianco,sulle carte,passava un fiume,dove
poter
scaricare le acque dei trattamenti fognanti. si procede alla realizzazione
di
tale opera che costa ha noi cittadini circa 6.000.000 di euro
questo vienie realizzato dell’impresa del senatore PUTIGNANO ,ma soltanto
dopo
che hanno finito si accorgono che il fiume non c’era e quindi era un opera
inservibile.
Oggi legg,o che il sindaco con tutta la giunta e i vari uffici tecnici
stanno facendo un piano per mettere in funzione questo gioiello di
tecnologia.
Stanno commentando lo stesso sbaglio, quale?
Non si sono accorti che l’impianto di depurazione costruito dall’impresa del
SENATORE PUTIGNANO con buona pace di € 6.000.000,00 non esiste più. È stato
totalmente vandalizzato, si sono rubati i motori tutti cavi elettrici ,poste
rame ecc.
Nel frattempo tutti quelli che scaricano nella falde dalle colline questa
merda sta per arrivare nel canale dell’acquedotto e prima o poi non arriverà
acqua ma merda. E a questo punto a che serve fare un referendum per la
privatizzazione dell’acqua. Se non avremo da bere acqua potabile.
firmato
SCHIFATO ARTURO