Il nibbio bruno (Milvus migrans), un rapace di medie dimensioni diffuso in tutto il mondo e soprattutto in Europa, dove trascorre buona parte dell’anno per poi migrare in inverno verso il caldo africano, secondo uno studio spagnolo, pubblicato dalla rivista Science e condotto nel Parco nazionale di Doñana, nella Spagna sud-occidentale, è solito decorare il suo nido con grandi quantità di rifiuti, molti dei quali in plastica. I rifiuti usati dai rapaci per decorare il nido sarebbero, secondo gli studiosi, un simbolo di successo. “È la prima volta che questa funzione decorativa, presente anche in altre specie di uccelli come l’aquila nera e rossa, viene studiata con accuratezza” ha spiegato il direttore dello studio, Fabrizio Sergio della Stazione biologica di Doñana. L’abitudine del nibbio di riempire il nido, a partire da qualche settimana prima della posa delle uova, con immondizia di vario genere, sacchetti ma anche tessuti e carta preferibilmente di colore bianco, era infatti cosa nota.
Circa un centinaio di rapaci
Gli studiosi spagnoli hanno voluto determinare se questa azione rappresentasse una sorta di messaggio per altre specie o altri esemplari. Così in cinque anni ha monitorato circa un centinaio di rapaci, a volte intervenendo per modificare l’ornamento di un nido e vederne la reazione. I risultati del lungo esperimento hanno indicato che chi collezionava il maggior numero di spazzatura era solito difendere con più vigore il proprio territorio e cacciare prede migliori, e rientrava in una fascia di mezza età, tra i sette e i dodici anni.
Funziona come una minaccia
“Con ogni probabilità questa è la classe che mostra il miglior successo riproduttivo e la migliore sopravvivenza”, spiega il professor Sergio. “La plastica bianca chiaramente funziona come una minaccia per gli altri individui della stessa specie, e dunque si tratta di un modo per tenere lontano eventuali predatori. Diciamo che è il corrispettivo ‘animale’ degli avvisi su alcuni cancelli, che indicano la presenza di cani da guardia”. Un’abitudine che nei circa 500 kmq del Parco nazionale di Doñana, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è cosa non limitata solo al nibbio bruno, ma anche ad altre specie di uccelli. Alle quali i rifiuti dell’uomo, come pure pietre, piante verdi, pelli di serpente, e persino escrementi, servono per tenere lontani dal nido altri uccelli, specialmente altri rapaci.
Fonti:
LaZampa.it
Terra news