Le Isole Pelagie rappresentano il gioiello più meridionale del sistema nazionale delle aree marine protette italiane. Le Isole Pelagie racchiudono, in un unico arcipelago tesori e caratteristiche ambientali che appartengono a due continenti distinti: l’Africa e l’Europa. Quasi un ponte attraverso il bacino del Mediterraneo, esse testimoniano l’interdipendenza delle dinamiche ecologiche dal quale non si può prescindere in nessun programma di protezione dell’ambiente. La bianca Lampedusa, la nera Linosa e lo sperduto isolotto di Lampione, sede di attente politiche di tutela ambientale, rappresentano oggi un nuovo contributo alla sfida della sostenibilità in Italia.
Le progressive invasioni di specie alloctone nelle Isole Pelagie costituiscono attualmente una delle principali emergenze ambientali e sono considerate dalla comunità scientifica internazionale la seconda causa di perdita di biodiversità a scala globale. La flora e la fauna del pianeta si sono evolute nel corso di miliardi di anni e gli oceani, i mari, le catene montuose, i deserti e persino i grandi fiumi hanno creato barriere fisiche allo spostamento delle specie, contribuendo in maniera significativa alla grande biodiversità del pianeta e allo sviluppo delle comunità animali e vegetali considerate tipiche di particolari regioni o località.
L’intervento umano
In seguito all’intervento umano sono cadute quelle barriere naturali che avevano circoscritto lo sviluppo di flora e fauna entro determinate regioni e le varie specie stanno arrivando, accidentalmente o intenzionalmente, in località distanti migliaia di chilometri dal loro habitat naturale originario. In molti casi le specie alloctone si adattano a stento al nuovo ambiente e si estinguono rapidamente, ma altre volte riescono a sopravvivere, riprodursi e insediarsi. In alcuni casi i nuovi arrivati si insediano talmente bene da non rappresentare più solo una curiosità dal punto di vista biologico ma una vera e propria minaccia alla biodiversità autoctona, causando gravi danni non solo agli ecosistemi ma anche alle attività agricole e zootecniche, turbando l’ecologia locale con effetti sulla salute umana e serie conseguenze sul piano economico.
Specie “aliene”
Nell’Arcipelago delle Isole Pelagie sono state segnalate alcune specie “aliene” quali Seriola carpenteri e Seriola rivoliana (due specie di carangidi), Siganus luridus (pesce coniglio), Percnon gibbesi (granchio atlantico) e Cephalopholis taeniops (cernia africana).
Il passaggio delle Balenottere comuni nell’area dell’arcipelago delle Pelagie è un evento stagionale che si ripete annualmente.
Per maggiori informazioni visitate il sito web dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie.