La cimbalaria, Cymbalaria muralis Gaertn., o Linaria Cymbalaria Mill., della famiglia delle Scrophulariaceae, è conosciuta anche come: Ciombolino, Cimbalaria dei muri; Ederina dei muri; Erba tondella; Erba piattella; Linaria dei muri; Parrucca.
Con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica, la classificazione APG, è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae.
Anche il genere non è sempre stato lo stesso: nelle classificazioni fino agli anni 1960 la Cymbalaria muralis apparteneva al genere Linaria sezione Cymbalaria.
Il nome Cymbalaria deriva dal greco “kymhe”, “tazza”, a causa delle foglie rotonde e un po’ infossate.
La cimbalaria è una pianta perenne, legnosa alla base, con fusti striscianti e ricadenti di colore rossiccio. Le foglie della cimbalaria sono sparse, palmato lobate, dicolore porpora nella parte sottostante. I fiori di cimbalaria sono isolati all’ascella delle foglie, con corolla violetta, speronata, con labbro inferiore rigonfio a chiudere la fauce. Il frutto è una capsula globosa.
Una decina di specie
Il genere della Cymbalaria comprende una decina di specie di cui almeno 8 sono presenti nella flora spontanea italiana.
Il portamento di queste piante è strisciante, ma anche rampicante e pendulo. La cimbalaria è una pianta perennante con gemme situate alla base del terreno e con fusti poco fogliosi; ma anche una pianta con fusti bassi e portamento strisciante. Il ciclo biologico della cimbalaria può essere sia perenne che annuale. Le radici sono avventizie sui nodi del fusto, è una pianta stolonifera.
Portamento prostrato-ascendente
Il fusto è legnoso alla base; mentre in alto è arrossato, gracile, filiforme e ramificato. Il suo portamento della cimbalaria è prostrato-ascendente. La superficie è glabra e può raggiungere gli 80 cm di sviluppo. I rami possono essere muniti di stoloni di ancoraggio, terminali dotati di ventose, ai muri o superfici pietrose, ma anche tronchi di alberi.
Un continuo mosaico
Rispetto alla pianta la disposizione delle foglie della cimbalaria sembra quasi un continuo mosaico, ossia con pochissime sovrapposizioni tra una foglia e l’altra; questa disposizione è ottimizzata per catturare la maggior parte dei raggi del sole e del calore emanato dalla terra.