Trasporto locale, sicurezza idrogeologica, istruzione. E ancora: patrimonio culturale, energia e persino meno fondi al ministero dell’Ambiente. “E’ il regalo di Tremonti alle politiche ambientali contenuto nella Legge di Stabilità, il piano economico 2011 che taglia le gambe alla green economy“. A sottolinearlo è la “Nuova Ecologia” che, nel numero di gennaio, presenta una radiografia della manovra che, ricorda, “penalizza fortemente l’ambiente a partire proprio dallo stesso ministero guidato da Stefania Prestigiacomo che perde, rispetto al 2010, ben 232,7 milioni di euro“.
I tagli all’ambiente
Depotenziati, sottolinea ancora il periodico di Legambiente, anche gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici e i fondi dedicati ai piani straordinari per la messa in sicurezza delle zone a maggiore rischio idrogeologico. “Sono -rileva- 900 i milioni in meno che lo Stato investirà per tutelare 3 milioni e mezzo di persone che vivono nelle zone esposte a frane, alluvioni e smottamenti“. Ma l’esempio più clamoroso dei ‘tagli contro natura’ sono, secondo la “Nuova Ecologia”, quelli al trasporto locale che, stando ai numeri, “rischiano di far diventare il 2011 l’anno nero dei pendolari“. “L’esecutivo Berlusconi e Tremonti -rileva- ha cancellato, infatti, i 1.215 milioni di euro dei trasferimenti alle Regioni per il fondo del servizio ferroviario, riducendo di 8 milioni il contributo al servizio pendolare“.
“Una vera e propria mannaia – spiega Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente – per i due milioni e settecentomila persone che si recano al lavoro, a scuola o all’università in treno, convivendo con ritardi e disagi di ogni genere mentre i finanziamenti per gli autotrasportatori e le autostrade, nonostante la crisi, sono riusciti a trovare un posto di riguardo nell’ultima manovra finanziaria“.
L’editoriale sociale
Ma le sorprese del decreto Milleproroghe non finiscono qui. L’anno nuovo comincia infatti, rileva il periodico di legambiente, “con un vero e proprio colpo basso all’editoria sociale e all’informazione cooperativistica. Il dimezzamento dei fondi, infatti, getta nel panico un settore che conta 95 testate, fra giornali di partito, quotidiani locali e riviste specializzate rischiando di compromettere il pluralismo dell’informazione“.
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