Non c’è dubbio che la società dei consumi ha permesso a molte persone e a molte famiglie di disporre di un numero crescente di beni e servizi. Il mercato globalizzato offre soluzioni invitanti per tutti ma non sempre sostenibili. In questo contesto, dunque, i nostri gesti quotidiani non sono così innocenti. E dalla spensieratezza degli acquisti bisogna necessariamente passare alla responsabilità. Il primo consiglio è sicuramente: leggere le etichette. Perché oltre ad acquistare un prodotto ‘green’ è necessario utilizzarlo anche in maniera eco-attenta, altrimenti si vanificano gli sforzi della filiera.
La plastica, nemico numero uno dell’ambiente
Ma per essere un consumatore attento al 100% bisogna conoscere bene il ‘nemico’. In pochi forse sanno che uno dei problemi più gravi del pianeta riguarda la plastica, derivata dal petrolio. Greenpeace ha calcolato che ci sono 2000 pezzi di plastica per metro quadrato solo nel Mediterraneo. Quanto al Bel paese, secondo dati di Legambiente, ogni italiano consuma ogni anno 300 shoppers di plastica a testa e, nella classifica europea, l’Italia è agli ultimi posti per numero di sacchetti rilasciati nell’ambiente con grave danno ecologico. Basti pensare che basterebbe sostituire i sacchetti usa e getta con 10 sporte riutilizzabili per risparmiare180mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2. Un dato allarmante ma dal primo gennaio 2011 finalmente le buste di plastica verranno messe al bando. Meno imballaggi si utilizzano e meglio è ma se proprio non se ne può fare a meno ricordiamoci di riciclare correttamente.
Nel 2009 la raccolta di plastica “è stata di 588 mila tonnellate. Il 2010 si dovrebbe chiudere con 620 mila tonnellate. La raccolta quindi dovrebbe aumentare del 6%” afferma a IGN, la testata on line del Gruppo Adnkronos, Gianluca Bertazzoli, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Corepla (Consorzio che si occupa degli imballaggi in plastica) che spiega: “del totale della raccolta si può stimare che 35 mila tonnellate sono rappresentate dai sacchetti di plastica”. Di questa raccolta “il 60% finisce al riciclo mentre il 40% a recupero energetico”.
La sporta riutilizzabile e i prodotti sfusi
E per iniziare a metterci in regola con le buste di plastica possiamo iniziare già da adesso con il Natale: la ricerca dei regali si può fare portandoci dietro un congruo numero di sporte riutilizzabili. Per il cenone, invece, possiamo optare per i prodotti sfusi, meglio è se il contenitore lo portiamo da casa. Per chi, invece, non ha molta scelta il ‘chilometro zero’ è sempre vincente. Nei supermercati stanno aumentando le offerte a ‘basso impatto’. Dalla vendita di alimentari (legumi, cereali, frutta secca, caramelle) e detersivi sfusi alle produzioni equosolidali e biologiche, dagli articoli senza glutine e per diabetici alle confezioni monoporzione per ridurre gli sprechi, dagli articoli a basso consumo energetico a quelli 100% in fibre naturali, dai prodotti a filiera controllata fino ai prodotti locali, e quindi a bassissimo impatto ambientale. Come i supermercati eco attenti di Sma che proprio oggi ha inaugurato un nuovo punto vendita Simply in via Pacetta a Milano che aprirà al pubblico domani. Oltre ai prodotti eco-attenti, i nuovi punti Sma utilizzano materiali riciclati e interventi tecnici per ridurre i consumi energetici. Inoltre, per sensibilizzare i clienti ai temi del riciclo, i comuni sacchetti di plastica saranno affiancati da sacchetti biodegradabili in amido di patate e da borse cabas riutilizzabili.
I prodotti più green sul mercato
Il mercato della grande distribuzione, dunque, è sicuramente ‘green oriented’. Ma per poter essere sostenibile a 360 gradi deve poter contare su un crescente impegno di tutta la filiera fino ad arrivare al consumatore. In questo contesto è fondamentale il ruolo dei fornitori. A vincere la medaglia ‘green’ dei fornitori di prodotto a marchio più virtuosi sono: Kimberly-Clark (prodotti a base di carta), Cartiera Lucchese (prodotti a base di carta) e Surgital (pasta, sughi e piatti pronti surgelati). A decretare i vincitori è Coop che con l’iniziativa ‘Coop for Kyoto’, partita nel 2006, ha invitato i fornitori di prodotto a marchio ad adottare azioni mirate alla riduzione dei consumi energetici in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra sancite dal Protocollo di Kyoto. I risultati non sono da sottovalutare. Relativamente al gruppo dei 110 stabilimenti dei fornitori che hanno aderito fin dall’inizio al progetto, nel triennio 2007-2009 sono state risparmiate 38.041 tonnellate di CO2, come se 1.000 famiglie avessero rinunciato all’energia elettrica per oltre 24 anni. Un buon risultato ambientale, dunque, si può ottenere solo con la collaborazione e le nostre scelte possono orientare il mercato e fare la differenza.