Al confine tra Lazio e Toscana, in provincia di Viterbo, proprio sotto Pitigliano e sopra Farnese, adiacente alla media valle del fiume Fiora, poco distante dal lago di Bolsena, si trova una delle aree protette più selvagge, interessanti e meno conosciute del Lazio.
L’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone è stata istituita con una legge regionale del 1994 e si estende per quasi duemila ettari nel territorio del comune di Farnese in provincia di Viterbo, che ne è l’ente gestore.
La Selva del Lamone è un bosco di querce fitto ed isolato che sorge su un territorio collinare di natura vulcanica lontano dai grandi centri abitati. Un’oasi di pace al confine tra Lazio e Toscana dove flora e fauna conservano intatte la biodiversità del territorio, tra colate laviche e resti di insediamenti preistorici.
L’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone si trova tra i Monti Vulsini e il Monte Amiata, il suo substrato principale è costituito da rocce vulcaniche dal colore che varia dal grigio chiaro al rosso, formatesi con la deposizione e sedimentazione dei prodotti delle eruzioni del vulcano Vulsino, attivo tra gli ottocentomila e i cinquantamila anni fa.
Murce e lacioni
Addentrandosi nel fitto bosco di cerri, circondati dalla protetta e pulsante vita della biodiversità, ci si può imbattere d’improvviso in due distese di lava a forma di imbuto, in piccole alture di rocce vulcaniche dette “murce”, in avvallamenti, crepe, e piccoli stagni detti “lacioni” che si formano con l’acqua piovana. Una delle aree protette più singolari e affascinanti del Lazio da vedere almeno una volta nella vita.
Cerri, roverelle e lecci
Il cerro (Quercus cerri) è l’albero dominante dell’area protetta della Riserva Naturale Selva del Lamone, si tratta di una quercia a foglie caduche della famiglia delle “Fagaceae” che sviluppa una folta chioma che può arrivare fino a 30-35mt. Le foglie del cerro sono di colore verde scuro, profondamente lobate. Oltre al cerro è presente il leccio (Quercus ilex), un tipo di quercia molto diffusa nell’area mediterranea, dalle foglie lanceolate, non caduche; la roverella (Quercus pubescens), la specie di quercia più diffusa in Italia, dalle foglie profondamente lobate che in inverno rimangono attaccate, secche, ai rami a differenza di tutti gli altri tipi di querce.
Per maggiori informazioni visitate il sito web della Riserva Naturale Selva del Lamone.