All’origine dell’ecosistema più ricco di biodiversità della Terra, quello della foresta Amazzonica vi sarebbe uno dei più bruschi eventi di riscaldamento del Pianeta e il sollevamento delle Ande. E’ quanto sostengono due studi pubblicati su Science da due gruppi di ricerca coordinati rispettivamente dallo Smithsonian Tropical Research Institute a Balboa, nella Repubblica di Panama e dall’università di Amsterdam. Nel primo studio i ricercatori hanno esaminato fossili di pollini, semi e altri resti vegetali raccolti in tre siti della foresta Amazzonica, dalla Colombia al Venezuela, relativi a un periodo che comprende il prima, durante e dopo di uno degli eventi di riscaldamento del Pianeta più bruschi degli ultimi 65 milioni di anni. L’evento si chiama Paleocene-Eocene Thermal Maximum durò circa 200.000 anni e iniziò 56,3 milioni di anni fa: il Pianeta si riscaldò di 3-5 gradi e i livelli di anidride carbonica in atmosfera raddoppiarono in 10.000 anni.
La biodiversità dell’Amazzonia
Contrariamente alle teorie secondo cui le foreste tropicali potrebbe risultare devastate da un simile cambiamento, i ricercatori hanno dimostrato che la diversità della foresta Amazzonica crebbe invece rapidamente. Nacquero e si svilupparono nuove specie di piante, soprattutto da frutto, fra cui la passiflora e le piante della famiglia del cioccolato. Altra origine della straordinaria ricchezza di biodiversità di questa foresta, secondo lo studio olandese, sarebbe il sollevamento delle Ande.
Il sollevamento delle Ande
Esaminando i processi geologici della foresta Amazzonica degli ultimi 65 milioni di anni, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che il sollevamento delle Ande ha innescato un complesso e graduale processo che ha modificato il paesaggio, rendendolo per esempio ricco di vaste zone di terre umide solcate dal Rio delle Amazzoni molto ospitali alle specie vegetali e animali che lo hanno colonizzato.
stefano 23 Novembre 2010 il 15:53
che bel discorsetto, peccato che 56 milioni di anni fa non ci fossero ancora gli esseri umani ad alterare i processi naturali, e poi che saranno mai 200.000 anni, basta avere un po’ di pazienza e vedremo anche noi i frutti del prossimo cambiamento…
Ma perchè prima di sparare c…..e non contate fino a 100? Lo sterminio delle balene, degli oranghi ecc, va visto come un positiva azione di ricambio? Per fortuna esiste Greenpeace.
Blogger 24 Novembre 2010 il 11:27
Credo che lo studio sopra riportato si basi sulla teoria del climatologo Robert Kandel (per chi volesse approfondire: “L’incertezza del clima” di Robert Kandel), che è tutto fuorché uno studio interessato. In estrema sintesi, Kandel spiega come i cambiamenti climatici sul nostro pianeta siano sempre avvenuti, anche in modo molto più drastico di quanto stia accadendo oggi, perché fa parte del ciclo naturale di vita del Pianeta.
Cosa cambia oggi? Cambia semplicemente il fatto che guardiamo gli avvenimenti da un punto di vista antropocentrico e ci arroghiamo la presunzione che tutto quel che accade dipenda da noi, UNA delle tante specie presenti sul nostro pianeta. Le cose potrebbero non essere così.
L’azione di Greenpeace non viene sminuita da quest’ipotesi, partendo dal preupposto che stiamo cercando di salvare prima di tutto noi stessi come specie, poiché incapaci di adattarci a situazioni climatiche diverse. Poi – forse – ci interessa il pianeta.
Un punto di vista critico che consiglio ad ogni persona che si definisce “ecologista” di approfondire.
Osvaldo Forzini 5 Aprile 2011 il 10:35
La questione è interessante, però io (che sono scettico sul “global warming” di origine umana, seguendo quello che dicono scienziati come Zichichi o Franco Prodi, fratello dell’ex Pres. del Consiglio) ci vedo un “buco” in questo ragionamento: a me sta pure bene che “allora” quel riscaldamento abbia fatto bene ed abbia provocato quello che scrivono, il problema è cosa provochi “quello di adesso”, almeno nei confronti della nostra vita immediata o da qui a qualche decina di anni.
Poi, che nel lungo periodo la natura abbia comunque il modo di adattarsi e continuare il ciclo della vita, è un altro discorso. saluti