”Com’è possibile cancellare un provvedimento virtuoso che ha creato lavoro, permesso di ridurre le bollette energetiche, riqualificato case e edifici? Le detrazioni del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia sono sicuramente il più lungimirante intervento di sviluppo sostenibile introdotto negli ultimi anni in Italia. Sarebbe un gravissimo errore cancellarlo e provocherebbe danni assai rilevanti per le imprese e le famiglie”. Ad affermarlo in una nota è il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, commentando l’ipotesi che le deduzioni del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia non compaiano nella legge di stabilità per il 2011.
La protesta contro l’abolizione degli incentivi ecologici
Se il Ministero dell’Economia confermerà la sparizione degli incentivi a partire da gennaio, rileva il presidente dell’associazione ambientalista, ”faremo sentire la nostra voce insieme a quella di molti altri. A pensarla come noi, infatti, ci sono imprenditori, costruttori e associazioni dei consumatori pronti a scendere in piazza”.
Per il presidente di Legambiente, ”non si capisce come il Governo possa essere incerto sul riconfermare una defiscalizzazione che, da quando è in vigore, ha dato davvero un impulso positivo alla nostra economia. Oltre 600mila interventi realizzati fino ad oggi e complessivamente 11 miliardi di euro di fatturato messi in moto per la fine dell’anno, senza contare che questa detrazione ha permesso di far lavorare migliaia di professionisti non solo del settore edilizio ma anche delle fonti rinnovabili e di far emergere molto lavoro nero portando un saldo positivo anche per lo Stato”.
Dove vanno a finire gli sgravi in bolletta?
Per Cogliati Dezza, ”è incredibile quindi che il Governo, che ogni giorno promette agli italiani bollette più leggere e sgravi fiscali, decida ora di togliere alle famiglie un’ottima possibilità d’intervento per ridurre la spesa. Ed è ancora più incomprensibile il messaggio che viene lanciato al settore delle costruzioni, in gravissima crisi, che ha visto in questo provvedimento una concreta opportunità di intervento e una possibilità di riconversione verso interventi più innovativi e efficienti”.
Gli sprechi energetici dell’Italia
Legambiente ricorda che le case italiane consumano tra i 150 e i 200 kwh all’anno per metro quadro rispetto, ad esempio, agli 80 kwh dei tedeschi, e l’Italia ha un’assoluta urgenza di intervenire per rendere meno energivoro il proprio patrimonio edilizio e meno care le bollette dei cittadini.
L’intervento dell’Unione Europea
Se sarà necessario, aggiunge il presidente di Legambiente, ”chiederemo all’Ue d’intervenire visto che nel Piano per le rinnovabili inviato dal Governo a Bruxelles a Luglio, il 55% era individuato come una delle strategie fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2020. Ricordiamo -conclude- che quegli obiettivi sono vincolanti, e le politiche sono sotto osservazione da parte della Commissione, quindi il Governo farebbe bene a ripensarci e a mantenere un provvedimento tra i più utili che siano stati fatti negli ultimi anni per ammodernare il Paese e sviluppare un’economia sostenibile”.
Una scelta poco lungimirante
”Una scelta davvero inaccettabile e poco lungimirante quella di abolire l’agevolazione del 55% sulle ristrutturazioni per la riqualificazione energetica. Secondo quale logica, in piena crisi economica, e di fronte ai continui aumenti dei costi di alcuni prodotti energetici, si sceglie di tagliare i fondi destinati ad incentivare e far crescere, nel nostro Paese, la cultura del risparmio energetico?”. Ad affermarlo in una nota è la Federconsumatori.
Si tratta, rileva, ”di un’operazione che conferma, ancora una volta, la politica miope ed iniqua portata avanti da questo Governo, che dimostra, di giorno in giorno, la mancata volontà di investire sul futuro della nostra economia e dell’intero Paese”.
Danni economici ed ecologici
Per questo, conclude, ”facciamo appello ai parlamentari, affinchè non permettano che questo inaccettabile disegno si concretizzi. Non dimentichiamo, infatti, che ciò comporterebbe non solo dei danni alla ripresa economica del Paese, ma anche e soprattutto all’ambiente, dal momento che l’efficienza energetica degli edifici permette di ottenere molti risultati positivi in più rispetto ad appalti poco trasparenti come quelli sull’eolico”.
Le proteste dell’opposizione
“Il governo in agonia vuole seppellire anche lo sviluppo. Tremonti infatti vuole lasciare terra bruciata dietro di sè, ed esclude dalla legge di stabilità per il 2011 il credito di imposta del 55% per gli interventi di miglioramento energetico delle abitazioni. Il Pd fa appello alle forze sociali, imprese edili, artigiani, Confindustria e associazioni ambientaliste, perché facciano sentire le proprie voci e impediscano la cancellazione di una misura che in quattro anni ha dato più lavoro della Fiat, ha fatto guadagnare incassi immediati al fisco e ha reso un po’ più moderne ed efficienti le case degli italiani“. Lo dichiarano i senatori del Partito democratico Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
I posti di lavoro generati dalla green economy
”Le 843mila domande presentate per accedere al credito d’imposta hanno generato ben 150mila nuovi posti di lavoro nel settore della green economy, con un volume di 11,1 miliardi di euro di investimenti in ristrutturazioni ed isolamento di edifici. Dalle fonti rinnovabili alla domotica, dagli infissi ai materiali avanzati -aggiungono i senatori Ecodem- sono state le piccole e medie imprese a giovarsi dell’incentivazione al risparmio energetico, la vera misura anticiclica in questi anni di recessione. Proprio in questi giorni l’associazione degli Ecologisti democratici si sta mobilitando in tutto il Paese a difesa del 55%, ed è necessario che questa protesta cresca e impedisca il pericoloso colpo di coda del governo Berlusconi“.
I danni per le piccole imprese
”E’ gravissimo -concludono Ferrante e Della Seta- che un governo oramai allo sbando affossi, prima di andarsene, la green economy e migliaia di piccole imprese commerciali e artigiane“.
“La detrazione fiscale del 55% sulle ristrutturazioni edilizie è oggetto di riflessione da parte del Governo. L’efficienza energetica è fondamentale per centrare gli obiettivi obbligatori europei”. E’ quanto dichiara Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia, in merito al dibattito sulla norma per la riqualificazione energetica.
”Il Ministero dello Sviluppo Economico – continua il sottosegretario – ha elaborato una formula che prevede un costo netto per lo Stato di 150 milioni di euro a fronte di un volano di investimenti di almeno 3 miliardi. La misura si compenserà da sè grazie al maggior gettito provocato dall’incremento dei lavori. Si tratta di una vera e propria misura di politica industriale”, conclude.