Riduzione sprechi: arriva il decalogo per non buttare il cibo buono

di Redazione 116 views0

 L’associazione dei dietisti italiani contro gli sprechi di alimenti. Nell’immondizia di ogni cittadino piovono ogni anno 27 chili di cibo ancora consumabile, con uno spreco di circa 585 euro a famiglia, secondo i dati dell’Associazione difesa consumatori (Adoc) che rivelano come nelle discariche finiscano quotidianamente 4 mila tonnellate di alimenti freschi: latte, uova, formaggi e yogurt (39%), pane e pasta (15%), carne (18%), frutta e verdura (12%). Senza contare che questi dati non comprendono il ‘buco nero’ dello spreco delle grandi mense aziendali, ospedaliere e scolastiche, dei buffet luculliani dei grandi alberghi o dei villaggi turistici ‘all inclusive’.

Il decalogo contro gli sprechi di cibo
A lanciare un nuovo allarme, in occasione della Conferenza europea di Bruxelles che si svolge oggi al Parlamento europeo, organizzata da LastMinuteMarket, è l’Andid (Associazione nazionale dietisti) che propone 10 regole per evitare inutili stragi di cibo e approfittarne per seguire una alimentazione corretta. Eccole:
1) Seguire una dieta varia e bilanciata;
2) Essere sobri negli acquisti;
3) Preferire cibi di origine vegetale, di stagione e prodotti localmente;
4) Preferire l’acquisto di cibi freschi e poco lavorati, a filiera corta o direttamente dal produttore;
5)Preferire l’acqua del rubinetto;
6) Privilegiare l’acquisto di prodotti alimentari con minori quantità di imballaggio, o con imballaggio in materiale riciclato munito di eco etichettatura, e certificati a basso impatto ambientale;
7) Non lasciarsi ingannare dalle campagne di marketing che invitano ad acquistare sottocosto cibi in quantità superiore a quelle che poi verranno effettivamente consumate;
8) Fare la spesa seguendo minuziosamente la lista degli acquisti preparata a casa;
9) Imparare a recuperare gli avanzi della tavola trasformandoli in nuovi gustosi piatti;
10) Fare attenzione alla preparazione, conservazione dei cibi e al loro adeguato smaltimento.

Non sprecare, una regola etica
Di fronte a questi dati, vogliamo lanciare un messaggio forte – spiega Giovanna Cecchetto, presidente Andid – invitando gli italiani a considerare il ‘non sprecare’ come una regola etica, di principio, a non sciupare cose tangibili come il cibo, e beni più immateriali come il tempo e la salute, ma bensì ad imparare ad acquisire un atteggiamento di cura verso il cibo stesso e il suo acquisto. Solo apparentemente, infatti, il consumo si esaurisce al momento dell’acquisto“.

Un modello alimentare sostenibile
I dietisti puntano alla promozione e alla sensibilizzazione verso un modello alimentare sostenibile, che bandisca inutili sprechi e contribuisca al miglioramento della salute, alla protezione delle risorse naturali e alla valorizzazione del lavoro dell’uomo.
La cultura alimentare mediterranea, moderata e misurata come era tradizione – conclude Stefania Vezzosi del gruppo Andid Salute pubblica – è sfumata un’era fa e ha lasciato il posto a un’economia dell’eccesso e dello spreco. I dati Istat, riferiti al 2008, lo confermavano. Ma ancora oggi siamo sullo stesso trend“.

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