Una legge quadro e più risorse per la biodiversità, ma anche piani d’azione regionali e indicatori di sostenibilità. Sono queste le quattro richieste avanzate in una lettera dal Wwf Italia al Governo italiano. L’associazione ambientalista mette così, nero su bianco, le sue richieste e le sue proposte all’esecutivo Berlusconi e, in particolare, al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, a due giorni dall’inizio della Conferenza delle Parti sulla Convenzione per la Biodiversità (Cop10) che si terrà lunedì a Nagoya, in Giappone.
“L’Italia -sottolinea il Wwf- si presenta finalmente al vertice di Nagoya avendo adottato, dopo 16 anni dalla ratifica da parte del nostro Paese della Convenzione internazionale della biodiversità (1994), con le carte in regola dal punto di vista istituzionale: la Strategia nazionale della biodiversità elaborata dal ministero dell’Ambiente, e approvata dalla Conferenza Stato-Regioni, e fortemente voluta dal Wwf, è stata approvata il 7 ottobre scorso“.
La lettera del Wwf Italia
Su questa base, il Wwf Italia, riferisce l’associazione, “ha ricordato in una lettera e in un Position paper, inviati il 14 ottobre al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che il Governo centrale e le Regioni devono dare vita ad una cabina di regia che, in coerenza con gli impegni al traguardo del 2020 che verranno assunti a Nagoya, deve tradurre gli obiettivi e gli strumenti individuati dalla Strategia in misure concrete per contenere e invertire la perdita di biodiversità e in veri e propri piani d’azione, sostenuti da adeguate risorse“.
L’importanza del patrimonio naturale
“Bisogna che già in occasione della Cop 10 di Nagoya le istituzioni del nostro Paese confermino nei fatti di considerare il patrimonio naturale e i servizi che vengono resi dagli ecosistemi come parte integrante della nostra ricchezza nazionale e del benessere della comunità” afferma Isabella Pratesi, responsabile Programma Conservazione del Wwf Italia. L’Italia, sottolinea l’associazione ambientalista, “è il Paese europeo più ricco di biodiversità con 57.468 specie animali (8,6% endemiche) 12.000 specie floristiche (13.5%) endemiche, ma molto di questo patrimonio si sta perdendo“. Secondo il Wwf, “sono a rischio attuamente il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi e l’88% dei pesci di acqua dolce“.
Le risorse economiche per la tutela della biodiversità
Entrando nel merito dei quattro “impegni solenni” che il Wwf Italia chiede al nostro Governo in occasione di Nagoya, al primo posto c’è “destinare adeguate risorse economiche alla tutela della biodiversità a partire dalla finanziaria 2011, partendo da quei circa 30 milioni di euro necessari, a superare il taglio del 50% dei fondi per le aree protette previsto nella Manovra 2011-2012 varata lo scorso luglio“. Il Wwf, quindi, a Prestigiacomo ed al Governo chiede anche di “procedere alla redazione e alla prima attuazione di Piani d’azione regionali, che rendano concreta e visibile l’intervento istituzionale; di tenere in conto la natura, definendo quegli indicatori di sostenibilità che sono previsti nella riforma della contabilità pubblica del 2009 e di procedere alla definizione di una legge quadro nazionale sulla biodiversità, come stabilito nella Strategia“.
L’uso e il consumo del territorio italiano
Dal punto di vista istituzionale, il Wwf chiede all’esecutivo ed al ministro competente di “intervenire per frenare il consumo del suolo e il cambio di destinazione d’uso del territorio allo scopo di rendere coerenti con questi obiettivi i piani paesaggistici e territoriali; di definire un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici basato sull’aumento della capacità di recupero degli ecosistemi; di indirizzare virtuosamente i finanziamenti europei dei Fondi strutturali e dei Piani di sviluppo rurale nazionale e regionale; di concordare programmi di cooperazione e scambio dei Paesi del Mediterraneo a tutela della biodiversità; di creare le condizioni amministrative ed economiche perché si sviluppi il mercato delle professioni verdi, dei green job“. Ma non è tutto.
La tutela del patrimonio forestale
Il Wwf Italia, dal punto di vista della tutela degli ecosistemi, chiede anche di “sostenere, a partire dal 2011 Anno internazionale delle foreste, programmi in ambito nazionale e internazionale di tutela del patrimonio forestale, anche come strumento per il contrasto ai cambiamenti climatici e lottare contro il commercio illegale di legame, aumentando l’utilizzo di legname certificato; di porre fine allo sfruttamento eccessivo delle acque e alla frammentazione e devastazione dei sistemi idrografici, dando piena attuazione alla Direttiva comunitaria del 2000“. E ancora.
I rischi dell’overfishing
Il Wwf Italia chiede anche “l’eliminazione dello sforzo di pesca eccessivo (overfishing) e delle pratiche di pesca distruttive, come ad esempio, le spadare, nel rispetto degli impegni assunti con la Dichiarazione del 2001 di Reikiavic“.
“Il vertice -sottolinea il Wwf Italia- è il più importante dell’ultimo decennio per la difesa della ricchezza di vita sulla terra che a Nagoya si dovrà non solo concordare nuovi obiettivi per contrastare la perdita di biodiversità, ma anche impostare i meccanismi che consentano di finanziare le azioni per raggiungere tali obiettivi“. Ecco perché l’associazione ambientalista annuncia che al Cop 10 sarà presente con una propria delegazione internazionale, prevedendo numerosi ‘side events’ nel corso del Summit.
Mettere in conto la natura
“L’obiettivo -afferma il Wwf- è quello di far raggiungere nuovi accordi in grado di fermare la continua perdita di ricchezza di vita e la continua erosione dei sistemi naturali“. Mettere in conto la natura, più 20% al 2020 di aree protette, pesca sostenibile, deforestazione zero al 2020 contro i cambiamenti climatici e garantire il diritto di tutti alle risorse genetiche saranno dunque i temi in agenda che i delegati del Wwf tratteranno nel corso del vertice di Nagoya.