Un evento che capita al massimo una volta ogni 100 anni: è quello che ha fatto dello scorso inverno il più duro degli ultimi 30 anni, con temperature rigide e fortissime nevicate nel Nord America e nell’Europa settentrionale. Si tratta della ‘collisione’ di due fenomeni climatici, la corrente de El Nino e l’Oscillazione Nord Atlantica (Nao), come spiega uno studio pubblicato sulle ‘Geophysical Research Letters’. El Nino è l’effetto del periodico riscaldamento dell’oceano Pacifico tropicale associato ad altri cambiamenti nell’atmosfera, provoca inondazioni, siccità e altre perturbazioni, e si verifica ogni 5 anni circa. Può essere previsto in anticipo. La Nao è invece un fenomeno climatico caratterizzato dalla fluttuazione ciclica della differenza di pressione al livello del mare tra l’Islanda e le Azzorre.
IL RUOLO DELLA NAO
Forti cambiamenti possono essere previsti con una o due settimane di anticipo. Quando la Nao entra in una fase negativa, l’aria fredda viene dall’Artico, e si riversa sull’area orientale del Nord America e l’Europa occidentale. “La Nao lo scorso inverno era probabimente in una fase negativa – spiega Richard Seager, coordinatore dello studio – così come avvenne all’inizio del 1800. Ma da sola non causa tutte le precipitazioni in America, dal momento che raffredda e basta. El Nino invece ha reso gli Stati Uniti più umidi del normale: l’insolita combinazione di questi due fenomeni ha portato alle nevicate cui abbiamo assistito“.
IL PROSSIMO INVERNO MENO RIGIDO
Gli esperti ritengono però improbabile che questo evento si verifichi nel prossimo futuro. Dall’analisi dei dati si è visto che le stesse condizioni si sono verificate infatti oltre 200 anni fa, nell’inverno del 1783-1784.