Una filiera ovicaprina tutta agricola e tutta italiana: Coldiretti tenta di salvare la pastorizia

di Redazione 61 views0

 La perdita di reddittività è la causa principale della crisi del settore ovinocaprino negli ultimi cinque anni, durante tale periodo per molte aziende, soprattutto in merito alla produzione di latte, i ricavi sono risultati inferiori ai costi. E’ quanto si legge nella proposta di piattaforma di mobilitazione della Coldiretti ”Una filiera ovicaprina tutta agricola e tutta italiana” presentata a Cagliari dall’organizzazione.
L’allevamento ovicaprino è un’attività che, concentrata nelle zone svantaggiate, è ad alta intensità di manodopera. Il settore ha registrato un incremento dei costi, – spiega la Coldiretti, promotrice di una mobilitazione nazionale che parte dalla Sardegna – in particolare per il combustibile, l’elettricità e i mangimi, determinando una ulteriore pressione sul settore che già versa in una situazione critica sul piano della competitività”.

IL RITIRO DAL MERCATO DI PECORINO ROMANO
La Coldiretti quindi formula una serie di proposte a lunga e breve gittata. Innanzi tutto, nell’immediato, chiede il ritiro dal mercato del Pecorino Romano al fine di smaltire gli stocks di prodotto; tale intervento dovrebbe essere coordinato tra Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali e le Regioni (Sardegna e Lazio) per un valore complessivo di intervento di 25 milioni di euro; il ritiro dal mercato di tali produzioni deve essere realizzato contestualmente alla sottoscrizione di un accordo pluriennale (almeno biennale) tra produttori e acquirenti che abbia come obiettivo nuove relazioni industriali fondate su un’equa distribuzione del valore aggiunto e una reale copertura dei costi di produzione.

LA RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI
Inoltre, secondo Coldiretti, “serve un intervento di ristrutturazione dei debiti, sia bancari che previdenziali, in modo da ripristinare la situazione finanziaria degli allevatori e garantire la normale conduzione delle aziende. Per quanto riguarda la previdenza, la Coldiretti richiede l’immediato ripristino degli sgravi contributivi nelle zone svantaggiate“.

IL PIANO AMBIENTALE
E infine si chiede “l’introduzione di un nuovo piano ambientale di mantenimento della produzione ovina da finanziare attraverso – conclude la Coldiretti – una nuova modulazione del Psr prevedendo un incremento delle indennità compensative e la reintroduzione delle misure per il benessere animale“.

LA VALORIZZAZIONE DELL’AGNELLO ITALIANO
Quanto alle misure di carattere strutturale l’organizzazione agricola chiede la valorizzazione dell’agnello italiano; le sue diverse tipologie in Italia con un sistema di regolamentazione obbligatorio delle etichette che consenta ai consumatori di distinguere il prodotto italiano da quello proveniente da paesi terzi. E’ necessario poi “prevedere una nuova modulazione dei Psr delle Regioni interessate finalizzate alla possibilità di messa in disponibilità ai produttori di mattatoi mobili, per garantire l’approvvigionamento dei mercati locali di carne ovina prodotta localmente e moderne strutture di stoccaggio e forme agevolate di accesso al credito per consentire ai produttori una gestione finanziaria adeguata ai tempi di immissione sul mercato“.

LA STANZA DI COMPENSAZIONE
La Coldiretti ritiene inoltre “urgente la istituzione e la tempestiva messa a regime della ‘stanza di compensazione’, prevista dal Disegno di legge in corso approvazione da parte del Consiglio Regionale Sardo. E’ necessario che alla sua costituzione possano partecipare anche il Ministero per le politiche agricole e forestali e le altre Regioni produttrici“.

LA FILIERA CORTA
Importante anche la “piena attivazione dei circuiti commerciali di ”filiera corta”; sviluppo della vendita diretta e priorità nella fornitura di mense scolastiche, mense ospedaliere, ecc., per i prodotti provenienti da ‘filiera corta’”. E per quanto riguarda l’energia e i trasporti, che incidono sensibilmente sulla struttura dei costi dell’allevamento ovicaprino, è necessario – sostiene la Coldiretti – rivedere gli interventi sulle energie rinnovabili affinchè si realizzino micro investimenti in grado di garantire ”l’autosufficienza” energetica degli allevamenti.

LA PRODUZIONE SOTTOCOSTO
Coldiretti suggerisce anche la costituzione dell’Osservatorio dei Costi di produzione per rendere consapevoli, attraverso bollettini periodici pubblici, i consumatori che spesso si produce sottocosto nonostante i prezzi al dettaglio non diminuiscano. La realizzazione di adeguate strategie di marketing e di programmi di valorizzazione a supporto di produzioni casearie tipiche e di qualità (anche nel mercato estero), prevedendo un percorso di valorizzazione di tutti formaggi ovini al fine di sganciarne la determinazione del prezzo dal pecorino romano. E il rilancio di una innovata Assistenza Tecnica. E’ necessario infine, “riprendere il percorso di un piano qualità latte regionale garantendo all’allevatore un servizio che permetta di elevare gli standards” conclude la Coldiretti.

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