Ambiente dalla A alla Z: da Agroenergie a Biomassa

di Redazione 76 views1

 AGROENERGIE
Per agroenergie si intende la potenzialità energetica che si può ricavare dai processi agricoli come produzione di Biocarburante (biodiesel, bioetanolo), ma anche dalle biomasse come per esempio il legno.
L’Unione Europea (Eu) importa oltre il 50% dell’energia che utilizza. La dipendenza potrà diventare pari al 70% nel 2030 in mancanza di interventi significativi. L’Italia importa oltre l’82% del fabbisogno energetico, che in larga parte è coperto da combustibili fossili. Il progressivo affermarsi di nuove tecnologie consente oggi di produrre energia rinnovabile dal comparto forestale: le agroenergie.

ANIDRIDE CARBONICA
Il Co2, è un gas, chiamato anidride carbonica. E’ incolore e inodore e più pesante dell’aria per cui lo troviamo più facilmente vicino a terra che non in aria. Non è tossico in sé, ma non è respirabile e quindi può provocare la morte per asfissia. Respirare un’atmosfera particolarmente ricca di Co2 produce un sapore acidulo in bocca ed un senso di irritazione nel naso e nella gola; ciò è dovuto al suo reagire con l’acqua per formare acido carbonico.
E questo è il motivo per cui preoccupa il suo accumulo nelle città. È una sostanza fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali. Questo gas, inoltre, è ritenuto uno dei principali gas serra presenti nell’atmosfera terrestre. E’ un gas velenoso solo alle alte concentrazioni (oltre il 30%) e il suo uso più conosciuto è come materiale refrigerante, il famoso ghiaccio secco, che si ottiene raffreddando il Co2 a -80 °C.

BIOCOMBUSTIBILE
Il biocombustibile è un propellente ottenuto in modo indiretto dalle biomasse come grano, mais, bietola o canna da zucchero. Esso, provenendo da una risorsa rinnovabile, dovrebbe contribuire in misura minore all’effetto serra; lo svantaggio primario riconosciuto al biocombustibile potrebbe essere quello di togliere terreno agricolo che viene usato per la produzione di alimenti.
Un secondo ordine di considerazione è che il rapporto tra energia necessaria per produrli e quella resasi disponibile non è sempre favorevole. Sono considerati biocarburanti: il bioetanolo; il biodiesel; il biometanolo; il biodimetiletere; gli idrocarburi sintetici; il bioidrogeno; gli olii vegetali.

BIOETANOLO
Il bioetanolo è un etanolo prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce. In campo energetico il bioetanolo può essere utilizzato come componente per benzine o per la preparazione dell’Etbe (etere etilbutilico), un derivato ad alto numero di ottano.
Può essere utilizzato nelle benzine in percentuali fino al 20% senza modificare il motore, o anche puro nel Motore Flex. Inoltre è possibile utilizzare il bioetanolo come combustibile all’interno di biocamini, sfruttandone il potere calorico per scaldare gli ambienti.

BIODIESEL
Il biodiesel è un biocombustibile, cioè un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili quali olii vegetali e grassi animali, analogo al gasolio derivato dal petrolio.
Contrariamente a quanto si crede comunemente, il biodiesel non è un olio vegetale puro e semplice, come ad esempio l’olio di colza, bensì il risultato di un processo chimico (transesterificazione con alcool metilico) a partire da questi o altri componenti biologici.

BIOMASSA
Per biomassa si intendono tutti quei materiali di origine organica, animale o vegetale, che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione, quindi il petrolio, il carbone e gli altri combustibili fossili, pur essendo di origine organica non possono essere definiti biomassa. Il termine è spesso utilizzato per parlare di fonti di impianti a biomassa per la produzione di energia.
Il contenuto energetico dei diversi materiali può infatti essere sfruttato per produrre energia, costituendo un valido sostituto ai combustibili fossili, ottenendo emissioni di anidride carbonica molto inferiori e ambientalmente sostenibili.

Commenti (1)

  1. Il bioetanolo viene spesso usato come combustibile per alimentare i caminetti biologici: grazie all’utilizzo di questo materiale i biocaminetti riescono a riscaldare senza produrre cenere e con una bassissima quantità di CO2.

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