Galline in gabbie da batteria, in Italia sono 40 milioni

di Redazione 194 views1

 “Usciremo volando”. Con questo escamotage i pennuti del film di animazione ‘Galline in fuga’ riescono ad organizzarsi e a fuggire dalla propria ‘prigione’. Una rivincita, almeno nella fantasia, per un animale che nell’opinione pubblica, non gode fama di essere particolarmente intelligente. Un pensiero però che non giustifica alcune condizioni in cui è costretto a vivere. Come l’allevamento nelle gabbie di batteria.

GALLINE IN GABBIE DA BATTERIA
In Italia come nel resto di Europa ”abbiamo ancora circa 39 milioni di galline che vivono in uno spazio più piccolo di un foglio A4” denuncia all’ADNKRONOS, il vicepresidente della Lav, Lega antivivisezione, Roberto Bennati. Ed è proprio dalla Lav che è partita una campagna di sensibilizzazione sul tema per informare i consumatori sulle proprie scelte d’acquisto. Perché ”anche le galline hanno il diritto di vivere dignitosamente”.

COME VIVONO LE GALLINE IN GABBIA
Ma cosa vuol dire vivere in una prigione chiamata batteria? Queste gabbie, spiega Bennati, ”si trovano all’interno di capannoni chiusi, sono impilate fino ad otto piani e sono sottoposte ad una luce artificiale costante”. Queste macchine da uova poi ”dopo aver dato il massimo della loro ‘performance produttiva’, che non dura più di un anno, vengono semplicemente mandate al mattatoio”.

MALATTIE E CONTAGIO CHIMICO
In queste condizioni i danni per la loro salute sono ancora più gravi come: osteoporosi, frattura delle ossa e arti deformati. Le diverse malattie vengono poi curate con antibiotici e sostanza chimiche che ”si trasmettono al prodotto”. Il vicepresidente della Lav ricorda che ”alcuni studi confermano che le uova derivanti da sistemi all’aperto hanno valori nutrizionali molto superiori a quelle di gabbia di batteria”.

IL BANDO DAL GENNAIO 2012
Quanto alla legislazione, la direttiva Europea del 1999 sulla protezione delle galline ovaiole negli allevamenti ha introdotto il bando delle gabbie di batteria convenzionali a partire dal primo gennaio 2012. Già oggi, sottolinea Bennati, ”non è più possibile aprire questi sistemi per nuovi allevamenti”.

IL RISCHIO DI ALLEVAMENTI ILLEGALI
Dal 2012 dovrebbero quindi essere definitivamente banditi. Purtroppo, però, aggiunge il vicepresidente della Lav, ”il mondo della zootecnia non vuole fare questi generi di cambiamenti e non si sta attrezzando”. Le conseguenze? ”Avremo migliaia di allevamenti illegali che produrranno delle uova contro le leggi europee”.
Ma il mondo dell’allevamento, evidenzia Bennati, ”finalmente si sta spaccando. Abbiamo dei grandissimi produttori che non hanno intenzione di adeguarsi e purtroppo le leggi dello Stato lo permettono: basta pagare una piccola sanzione”. Per chi invece vuole adeguarsi, ricorda, ”il governo non fornisce la strumentazione adatta”.

QUANTO CONTANO LE SCELTE CONSAPEVOLI DEI CONSUMATORI
Per questo ”dobbiamo continuare questa campagna e fare in modo che si rispettino le direttive Europee invece di continuare ad essere ancora una volta il paese che viola le leggi impunemente”. Il consumatore, invece, ”sta già facendo una scelta”. Negli ultimi 6 anni ”circa 10 milioni di galline sono uscite dalle gabbie e questo solo grazie alle scelte consapevoli dei cittadini”.

AUMENTI MINIMI, QUALITA’ GARANTITA
Quanto al prezzo più elevato del prodotto, Bennati spiega: ”si tratta di una differenza sul consumo medio di una famiglia pari a un caffé a settimana”. Le nostre scelte quindi fanno la differenza. Le galline, conclude, ”anche se non complottano, non cospirano e non sono organizzate” e per questo non usciranno mai volando dalle loro gabbie, hanno comunque ”il diritto di vivere dignitosamente”.

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