L’ondata di petrolio arriva sulle coste della Lousiana: è disastro nazionale per gli Usa

di Redazione 46 views0

La marea nera fuoriuscita dalla piattaforma petrolifera esplosa nel Golfo del Messico è sempre più inarrestabile, anzi aumenta a dismisura di ora in ora. Ieri si è appreso di una terza falla sempre intorno ai 1.500 metri di profondità, e che la fuoriuscita di greggio è cinque volte rispetto a quanto previsto, 5000 barili al giorno contro i 1000 stimati, come dire 800.000 litri al giorno. La chiazza ha ormai raggiunto una dimensione di qualcosa come 72 chilometri per 169. Il presidente Usa Barack Obama ha definito il disastro “di rilevanza nazionale”, e ha annunciato che saranno utilizzati “tutti i mezzi necessari” per arginarlo. Intanto anche alle forze armate è stato chiesto aiuto.

LO SPETTRO DELLA EXXON VALDEZ
L’allarme è altissimo, si stima ora che, se la fuoriuscita prosegue a questi ritmi, ci vorranno 57 giorni, e non 260 come calcolato in un primo tempo, perché il disastro assuma le dimensione della catastrofe della Exxon Valdez del 1989 a largo delle coste dell’Alaska, finora il peggiore disastro del genere negli Usa. La marea nera potrebbe arrivare oggi in Louisiana, che ha già dichiarato lo stato d’emergenza. Particolarmente in pericolo è la foce del Mississippi, un ecosistema delicatissimo: la macchia si trova già a una distanza di 25 chilometri dal delta.

SALVARE LA FAUNA
La Bp, la società petrolifera britannica che ha in affitto la piattaforma affondata, scrive il ‘Washington Post’, ha incaricato una società specializzata nel salvataggio di uccelli di prendere le misure necessarie. In particolare, sta realizzando una barriera per una lunghezza di 48 chilometri di fronte alle coste più in pericolo. Al tempo stesso, la contrammiraglia della Guardia costeria Usa, Mary Landry, ha annunciato che gli uccelli che si trovano sulle spiagge, verranno fatti scappare con colpi di cannone a salve e fuochi d’artificio in tempo prima dell’arrivo della marea nera.

LE MISURE DI EMERGENZA
Intanto, nelle regioni più a rischio oltre che dello stato della Louisiana, degli stati del Mississippi, dell’Alabama, del Texas e della Florida, sono stati allestiti cinque centri per preparare misure d’emergenza. “Facciamo tutto il possibile, dall’aria come dal mare”, ha detto Eric Swanson, primo sottufficiale della Guardia costiera Usa. Lo stesso Swanson ha confermato che sarà chiesto aiuto alle forze armate Usa, “ogni uomo in più è una benedizione”, ha spiegato. Il presidente Obama ha autorizzato il dispiegamento di mezzi ed esperti militari.
In particolare, si legge nel sito online della CNN, i militari potrebbero posizionare una nave della Marina nel Golfo per sostenere e rifornire altre imbarcazioni o fornire supporto aereo per aiutare a mappare la marea. Inoltre le forze armate potrebbero creare una base di rifornimento lungo la costa per rifornimenti e invio di attrezzature alla Guardia costiera e in genere a tutti gli sforzi di ripulitura dell’oceano.

GLI INCENDI CONTROLLATI
Oggi, per il secondo giorno consecutivo, sono stati effettuati incendi controllati, ma i risultati sono molto limitati. Bp sta però lavorando anche alla preparazione di una cupola d’acciaio da collocare sopra il pozzo da cui sta fuoriuscendo il petrolio. Il greggio potrebbe essere raccolto nella cupola stessa per poi esser pompato in appositi bacini di contenimento. Domani, inoltre, la Bp inizierà i lavori per la realizzazione di una seconda perforazione per alleggerire la pressione dal pozzo danneggiato.
Inevitabilmente, montano le polemiche sulle responsabilità. La Bp è “la parte responsabile” e alla compagnia è “richiesto di finanziare i costi della risposta”, ha dichiarato il segretario alla Sicurezza Interna, Janet Napolitano, in un briefing oggi alla Casa Bianca. Anche il portavoce del presidente, Robert Gibbs ha insistito sul fatto che alla compagnia petrolifera verrà chiesto di rimborsare i soldi dei contribuenti spesi per l’emergenza. “La responsabilità è della Bp e alla compagnia viene richiesto di finanziarie i costi della risposta e delle operazioni di pulizia ed è quello che stanno facendo“.

LE RISORSE PER COPRIRE IL DISASTRO AMBIENTALE
Noi continueremo a fare pressioni sulla Bp per dare la più forte risposta possibile, e continueremo a controllare questi sforzi e aggiungere nostre risorse quando sarà necessario” ha detto ancora la Napolitano che domani, insieme al capo dell’Epa, l’agenzia per l’ambiente, andrà, su ordine del presidente Obama, nelle zone minacciate della marea nera. Una missione tesa, ha sottolineato ancora la Napolitano, anche a contribuire all’inchiesta per stabilire le cause dell’incidente che, ha ricordato, è costato la vita ad 11 operai, i cui corpi non sono stati recuperati, ed ne ha ferito gravemente altri tre. Il segretario degli Interni, Ken Salazar, che in questo momento si trova a Houston, ha ordinato un’inchiesta e, ha sottolineato il suo vice David Hayes, “ci aspettiamo che l’industria rispetti pienamente la legge“.

LE RESPONSABILITA’
L’amministratore delegato di Bp, Tony Hayward, in una intervista alla Cnn, ha però scaricato le responsabilità sulla ‘Transocean’, la società che ha affittato al colosso petrolifero britannico la piattaforma affondata. “La responsabilità per la sicurezza della piattaforma è della ‘Transocean‘”, ha detto.
Il capo della sicurezza della società sotto accusa, Adrian Rose, ha invece sottolineato che prima dell’esplosione non vi era alcun indizio di problemi alla piattaforma. Ancora non chiare, infine, le cause che hanno portato al guasto della grossa valvola che normalmente consente di fermare la fuoriuscita di petrolio dal pozzo. “Non riusciamo a capire perché si sia guastato“, ha detto Hayward.

LA POLITICA DEL PETROLIO
Il disastro potrebbe avere implicazioni politiche, con un impatto anche sulla decisione, annunciata solo nelle scorse settimane, di Obama di autorizzare maggiori trivellazioni petrolifere a largo delle coste americane. “Credo che ora dobbiamo, onestamente, concentrarci su questa emergenza” ha replicato David Hayes. Mentre Carol Browner, consigliere del presidente per l’energia e le questioni climatiche, ha detto che la decisione di Obama era solo “l’inizio di un processo”, lasciando intendere la possibilità di eventuali ripensamenti.
Ci sarà “ampia possibilità di ricevere suggerimenti” ha detto, aggiungendo che dopo che sarà determinato cosa ha provocato l’incidente l’amministrazione vedrà “quali aggiustamenti dovranno essere fatti”.

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