L’auto elettrica salverà lo stabilimento di Termini Imerese?

di Redazione 47 views0

L’auto elettrica potrebbe scongiurare la chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese o, magari, anche quello belga di Anversa della Opel. La sfida all’auto ecologica è lanciata e diversi paesi stanno pensando ad incentivare fiscalmente la produzione di auto a basso consumo di carburante. La Thailandia lo ha già fatto e vi hanno già aderito tutti i costruttori giapponesi, come Nissan, Toyota, Honda, Mitsubishi, Suzuki e anche gli indiani di Tata.
La Commissione europea non ha perso tempo e ha messo a disposizione 23 milioni di euro per sostenere con un progetto pilota tutte le iniziative che possono far decollare questo tipo di veicoli. L’annuncio era arrivato dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per i trasporti, intervenendo ad una manifestazione organizzata a Bruxelles per promuovere la standardizzazione dei sistemi di approvvigionamento delle auto elettriche.

AUTO ELETTRICHE: QUI INIZIA IL GREEN BUSINESS
Tutti gli attori interessati alla promozione delle auto elettriche, dalle città ai centri di ricerca, dai produttori di automobili a quelli di batterie e di ricambi, dall’industria della distribuzione ai fornitori di energia sono chiamati a dare vita l’anno prossimo al progetto pilota finalizzato proprio alla standardizzazione delle infrastrutture di rifornimenti dei veicoli elettrici, ed in particolare a quella delle prese di alimentazione.
Si tratta di un passo importante che permetterà di ridurre i costi e favorire un’economia di scala: 50 responsabili delle industrie elettriche europee si sono impegnati a percorrere la strada della normalizzazione, firmando una dichiarazione che è stata consegnata al vicepresidente Tajani. Il sostegno della Commissione, ha spiegato il vicepresidente, riguarda anche il sistema di distribuzione dell’elettricità per le auto, che dovra’ essere garantito da colonnine di rifornimento presenti su tutto il territorio, come avviene per i distributori di benzina e diesel.

IL PROBLEMA DELL’ENERGIA
Ma il problema vero da risolvere per la diffusione dell’auto elettrica resta come produrre l’energia necessaria senza inquinare. Alimentare le auto con elettricità da rinnovabili è l’opzione più verde, ma l’attuale legislazione europea potrebbe portare a notevoli distorsioni economiche e ambientali e inoltre se questa domanda aggiuntiva di elettricità venisse da carbone o da nucleare le emissioni paradossalmente aumenterebbero.
Un rapporto valuta l’impatto dell’introduzione dei veicoli elettrici e le politiche da prendere in considerazione per ridurlo al massimo. Mettere sulla strada le automobili elettriche potrebbe far aumentare le emissioni di CO2, a meno che non siano alimentate ad energia rinnovabile. La denuncia è contenta nel report ”Energia verde per le auto elettriche”, elaborato da CE Delft e commissionato da Greenpeace, Friends of the Earth Europe e Transport & Environment.

NORMATIVE EUROPEE INADATTE
Secondo il Rapporto, va cambiata innanzitutto la normativa europea in materia di emissioni dalle automobili perché inadatta: l’attuale meccanismo dei ‘super crediti’ consente infatti ai produttori di usare la vendita di veicoli elettrici per compensare la continua produzione di automobili a elevate emissioni. Per ogni auto elettrica venduta, sostiene il rapporto, i costruttori possono vendere 3,5 veicoli ad alta emissione senza conteggiarli ai fini del calcolo delle emissioni di CO2 della loro flotta. Si valuta allora che un aumento del 10% nelle vendite di auto elettriche potrebbe portare in Europa a un aumento complessivo del 20% delle emissioni di CO2 nel settore automobilistico. Per questo le organizzazioni ambientaliste chiedono che i ‘super-crediti’ siano eliminati nelle attuali e future normative sulle emissioni di CO2, a partire da quella, ora in discussione, per la regolamentazione delle emissioni dei furgoni.
Come e’ ovvio, le emissioni di gas serra dai veicoli elettrici dipendono dal tipo di elettricità che consumano: se alimentati da rinnovabili, avranno un impatto virtualmente nullo, ma se vengono alimentati con elettricità da carbone le emissioni complessive possono risultare uguali o superiori rispetto a quelle di un equivalente motore a combustione interna.

I CONTATORI INTELLIGENTI
Si stima che la domanda addizionale di elettricità per coprire i consumi dei futuri veicoli elettrici sia relativamente bassa. Se vi fossero in circolazione nell’UE 30 milioni di veicoli elettrici o ibridi plug-in, l’aumento della domanda di elettricità sarebbe solo del 3% rispetto a quella attuale. Ma senza una gestione di questa domanda aggiuntiva di elettricita’ ogni aumento dei consumi elettrici potrebbe semplicemente significare un aumento della produzione da combustibili fossili o nucleare.
Secondo lo studio di CE Delft tutte le auto elettriche vendute sul mercato europeo dovranno essere dotate dei cosiddetti ‘contatori intelligenti’, strumenti che consentono ai veicoli di essere in carica solo quando sono disponibili eccedenze di energia, per lo piu’ da fonti rinnovabili. La standardizzazione e compatibilita’ di questa tecnologia, oltre che la capacita’ delle reti elettriche e delle auto elettriche di scambiarsi informazioni, garantira’ che i veicoli elettrici possano ricaricarsi ovunque nel nostro continente.
Infine, gli Stati membri dell’Ue dovrebbero monitorare e presentare le stime della quota di fonti rinnovabili effettivamente usata nei trasporti, per garantire il raggiungimento dell’obiettivo del 10% di fonti rinnovabili nel settore come indicato dalla direttiva, non solo quindi con biocarburanti ma anche le rinnovabili elettriche.

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