Dalla crisi economica e dai consumi degli ultimi anni sta nascendo un nuovo consumatore. Attento ai prezzi, ma sempre più rivolto a un consumo di qualità. L’agricoltura biologica, oggi al bivio, deve scegliere quale strada prendere: andare incontro alla richiesta del cibo come esperienza globale, con una storia da raccontare, o puntare sul modello agroindustriale del “bio-qualunque”. Questa è il punto centrale con cui è stato aperto Biofach 2010, il salone mondiale del biologico, in programma fino al 20 febbraio a Norimberga, in Germania.
BIOFACH 2010
Nel discorso di apertura, Simonetta Carbonaro, esperta di psicologia del consumo, ha illustrato i cambiamenti in atto del consumatore in Europa e nel mondo: “Il cibo – ha detto – definisce quello che siamo mentre in questi ultimi anni è stato trattato come una qualsiasi altra merce soggetta a speculazione, come il petrolio. In questo sistema il consumatore prende il prodotto più economico e mangia più di quello che realmente necessita. Ma la figura del consumatore sta cambiando”.
“Il nuovo consumatore – ha spiegato ancora Carbonaro – guarda certamente il prezzo, ma anche la qualità di un prodotto”. Dello stesso parere anche il presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica Andrea Ferrante, che ha affermato: “La crisi economica che stiamo vivendo ha rivelato un sistema produttivo in crisi. Il biologico può essere il punto di partenza per dare forza al nuovo modello di consumatore che sta nascendo in Europa e trasformare di conseguenza lo stesso modello di produzione”.
FAME E INSICUREZZA ALIMENTARE
La Presidente Ifoam (la Federazione internazionale che riunisce i movimenti del biologico di tutto il mondo) Katherine Di Matteo, infine, si è detta convinta del fatto che un sistema economico alternativo non solo è possibile, ma è necessario. “La sfida – ha detto – è ancora grande. L’insicurezza alimentare negli ultimi anni è aumentata, così come la povertà. Nel 2009 i poveri nel mondo hanno superato il miliardo e ci sono ancora forti limiti all’accesso alle risorse. In questo quadro – ha concluso – l’agricoltura biologica deve giocare un ruolo centrale nella battaglia per la sicurezza alimentare e per garantire gli interessi di tutti gli stakeholders del settore, a partire dai contadini poveri e dai piccoli agricoltori”.