Pesca: l’ Italia va contro l’ Europa per proseguire la cattura del tonno rosso

di Redazione 231 views2

 A Bruxelles si discute sulla riforma del sistema per i controlli della pesca in Europa, sia per gli sportivi come per i pescatori professionali e l’ Italia fa di nuovo polemica per il suo rifiuto di affettuare i tagli alla pesca del tonno rosso. Come ha detto con forza ai partner europei il sottosegretario al settore Antonio Buonfiglio – “meglio una moratoria mirata sulla pesca industriale, salvando e valorizzando quella tradizionale e artigianale, che lasciare il comparto nella più grande incertezza con un livello di quote che non permette di armare neppure i pescherecci“.
Questa la motivazione per la quale l’ Italia dice no al recepimento dei tagli alla pesca del tonno rosso e alla sua flotta decisi dalla Commissione internazionale sui tonni (Iccat).

LA POSIZIONE DELL’ ITALIA
Questa posizione è sostenuta in buona sostanza dai rappresentanti di tutte le associazioni italiane del settore presenti a Bruxelles. Buonfiglio chiede alla Commissione europea di tenere conto che le ultime decisioni dell’ Iccat portano le quote di pesca a – 47% in due anni, insieme all’ impegno di tagliare la capacità della flotta prima del 50%, poi ulteriormente. L’ Italia non esclude infine di prendere decisioni unilaterali.

LE ALTERNATIVE PROPOSTE
Tra le strade alternative c’ è la possibilità “di un fermo obbligatorio alla pesca industriale (ma retribuito, che tenga conto della sostenibilità sociale), o ancora l’ introduzione del tonno rosso tra le specie a rischio nella Convenzione internazionale delle specie in estinzione (Cites) ma che garantisce la pesca per il consumo interno”.

Commenti (2)

  1. Ancora una volta il rappresentante governativo italiano sembra un pupazo delle varie associazioni di categorie. Invece di rappresentare tutti i cittadini italiani, di avere quindi una visione glibale e prospettica, si attacca alle richiesta miopi della categoria dei pescatori che vogliono … SOLDI e SUBITO.

  2. Che chi ci rappresenta sia un pupazzo,questo è vero,si stava procedendo alla graduale diminuzione delle barche da pesca,lo stato aveva fatto un bando per l’arresto definitivo dell’attività di 22 barche su 49,quasi un dimezzamento della flotta peschereccia,già ben 40 barche avevano demolito o riconvertito la propia attività negli ultimi due anni.Ora il bando è stato sospeso per motivi non precisati.La pesca del tonno ha subito numerose restrizioni,il divieto dell’uso degli aerei,la quota di pesca ridotta in quattro anni dell’ottanta percento,la taglia minima da 6kg a 30kg,il periodo di pesca da sei a due e poi a un mese.Tutto questo su basi scientifiche incerce e fazziose,mirate all’eliminazione della concorrenza dei paesi europei,in particolare degli italiani che ora debbono pagare le colpe di francesi spagnoli,turchi,tunisini libici,che hanno sempre pescato senza limiti,comprando quote di paesi terzi che svendevano le propie.Da un giorno all’altro ci troviamo in mezzo alla strada non perchè il tonno sta finendo,ma perchè decisioni apparentemente ambientaliste fanno prendere voti,perchè non si è fatto lo stesso per le baleniere norvegesi,i giapponesi che massacrano delfini e squali,e quantalto?

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