Inevitabilmente, i vulcani richiamano alla memoria il processo mai interrotto della formazione del pianeta. L’ idea di creare un centro di vulcanologia racchiude in sé un forte elemento rituale e simbolico, e acquista tanta più forza se si considera la scelta del luogo. Non una città, ma la natura: un paesaggio segnato dalla presenza ben visibile di attività vulcaniche , dominato da vulcani spenti.
Da qui nasce il Centro europeo del vulcanesimo, in Alvernia, che ha implicazioni sia scientifiche che emozionali.
Un tale museo non può che richiamare visitatori molto diversi tra loro per interessi, età e cultura.
IL PROGETTO DEL MUSEO DEL VULCANO
Il complesso è progettato come un luogo in cui vivere un’ esperienza e comunicare idee e percezioni connesse con il vulcano. Non vi è dunque distinzione tra edificio e ambiente circostante, né tra sottosuole e superficie o tra contenitore e contenuto.
I visitatori, per accedere al museo, devono seguire un sentiero processionale, poichè discendono un abisso, discendono nel mondo infero, diretti al centro della Terra: impossibile non evocare Jules Verne e l’ inferno di Dante, come pure il rapporto con il grembo materno e la cavità protettiva.
IL SIMBOLISMO DEL VULCANO
Il fuoco è presente a simbolizzare il magma e la vita che ne scaturisce. L’ atmosfera è inquietante e nel contempo minacciosa, ma anche esuberante e piena di allegria. La cenere è messa a confronto con il verde.
Insomma, il Centro celebra il legame tra vulcanismo e natura in monaggio all’ Alvernia: una regione ricca di tracce vulcaniche di grande bellezza, in cui si respira un’ atmosfera tutta speciale dovuta ai materiali vulcanici che conferiscono all’ opera il suo carattere particolare.
I MATERIALI DEL MUSEO DEL VULCANO
I materiali di costruzione del museo del vulcano provengono tutti dalla sostanza del sito: pietra, erba, acqua. Nel risalire la superficie, il visitatore gode (da una terrazza o dal ristorante) di una straordinaria vista dell’ intera regione e del Puy-de-Dome; quando lascia il museo non incontra né confini né fine.
Sicuramente un modo per entrare in contatto con la natura “inaccessibile”, che sembra così lontana…