La viticoltura sostenibile, non solo come difesa dell’ ambiente, ma anche come stile ritrovato per grandi vini nel segno della tradizione. Questo il tema del Laboratorio del Gusto “La terza via”, curato da Slow Food in occasione di Wine show (www.wineshow.it), il nuovo Salone del Vino, a Torino dal 24 al 26 ottobre, evento dedicato a tutti gli eno-appassionati italiani, organizzato da Lingotto Fiere-gruppo Gl events Italia.
LA COLTIVAZIONE ECOSOSTENIBILE DELLA VITE
Lo speciale Laboratorio, che si terrà sabato 24 ottobre, è un viaggio-confronto tra aziende che concentrano i loro sforzi produttivi in un approccio sostenibile alla coltivazione della vite e che, al di là degli stili e delle tecniche applicate – dalla coltivazione biologica a quella biodinamica – regalano vini di estrema qualità e forza espressiva, capaci di trasmettere le caratteristiche più importanti del territorio in cui vengono prodotti. Tra i vini protagonisti ci sono i toscani Tenuta di Valgiano e Fontodi, i siciliani di Salvo Foti, il piemontese Dogliani di Sandro Barosi, fino all’ abruzzese Valentini.
LA TERZA VIA
La viticoltura sostenibile puà essere definita una vera e propria terza via, in cui il sodalizio tra biologico e progresso viticolo non si fronteggiano come due estremi opposti, ma si avvicinano progressivamente. Le basi sono il buonsenso (un buon terreno in un buon clima) e l’ avanguardia (conoscenze e pratiche agronomiche evolute, adatte ed ecocompatibili). In una prospettiva più ampia, l’ aspetto che meglio definisce l’ attività vitivinicola è la sostenibilità: soddisfatti i requisiti organolettici irrinunciabili (bontà e sanità), il vino deve essere remunerativo per chi lo produce e conveniente per chi lo acquista. Soprattutto deve essere il frutto di un processo produttivo agricolo e quindi perfettamente integrato nel proprio ambiente.