Nasce www.equalway.org, il primo social marketplace al mondo per gruppi d’ acquisto e piccolo produttori, dove è possibile sviluppare un consumo responsabile e valorizzare equità, ambiente, tipicità, relazioni umane e lavoro senza sfruttamento. Con Equalway l’ intermediazione tipica delle lunghe filiere della grande distribuzione lascia il posto al contatto diretto: la conoscenza del consumatore, che fino a ora si fermava a un’ etichetta sul prodotto che acquistava, va oltre e passa attraverso l’ esperienza di chi produce.
DIRETTAMENTE DAL PRODUTTORE AL CONSUMATORE
Accedendo a Equalway, infatti, è possibile instaurare rapporti ‘narrativi’ tra produttori e consumatori e tra gruppi di consumatori. Chiunque può creare in pochi secondi un gruppo d’ acquisto e mettersi in contatto direttamente con i produttori, sapere chi sono, in che modo producono, conoscere la loro storia e il percorso dei beni e dei servizi che si acquistano, da dove arrivano e come vengono realizzati.
I GAS
Per gruppo d’ acquisto si intende un insieme di persone che vivono – o che lavorano – nello stesso luogo e che decidono di rivolgersi assieme ai produttori per incontrarli, fare loro domande e proporre acquisti in modo da risparmiare e creare con loro un rapporto di maggiore conoscenza, responsabilità e fiducia.
EQUALWAY PER PROMUOVERE LA PROPRIA ATTIVITA’
Equalway è, inoltre, uno strumento utile anche per i piccoli produttori che hanno la possibilità di promuovere i loro prodotti. L’ obiettivo del progetto, ideato e realizzato da un gruppo di giovani riuniti nella Cooperativa Equalway, già riconosciuta dalla presidenza del Consiglio e dal ministero delle Politiche Giovanili, è portare l’ attenzione degli utenti sul rispetto delle persone e delle culture locali.
”Crediamo che in un periodo di crisi dei modelli economici tradizionali per migliorarsi e migliorare il sistema sia assolutamente necessario puntare sulla conoscenza, sulla condivisione e sulla responsabilità personale” spiega Bruno Ventre, ideatore del progetto.
Per questo, conclude Ventre, “immaginiamo che un mondo economico altro fatto di produzioni biologiche, equosolidali, di acquisti a chilometro zero e consumi responsabili possa essere il mezzo per raggiungere la consapevolezza necessaria”.