Di fronte a certe notizie viene da chiedersi dove stia la green economy… Italia e Stati Uniti firmano infatti un accordo sulla cooperazione nucleare. L’ obiettivo dell ‘intesa, che è stata firmata a Washington dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e dal segretario Usa all’ Energia, Steven Chu, é quello di istituire un quadro per la collaborazione fra le Parti sulla ricerca e lo sviluppo per migliorare i costi, la sicurezza, il ciclo dei rifiuti e la resistenza alla proliferazione dei sistemi per l’ energia nucleare per usi civili. Le attività di cooperazione svolte nell’ ambito dell’ accordo riguardano esclusivamente gli impieghi pacifici dell’ energia nucleare. Anche le tecnologie nucleari sensibili, come ad esempio l’ arricchimento dell’uranio, sono specificamente escluse dall’ oggetto della cooperazione.E meno male…
VERSO UNA “MIGLIORE” PROLIFERAZIONE NUCLEARE
Le aree tecniche di cooperazione includono, ma non sono limitate, alla progettazione di reattori di nuova generazione con maggior efficienza, minori costi, migliore sicurezza e resistenza alla proliferazione; combustibili avanzati; ricerca nucleare di base; tecnologie per il trattamento rifiuti, lo stoccaggio e il deposito finale; analisi della sicurezza nucleare, standard e criteri.
COSA PREVEDE L’ ACCORDO
Le forme di cooperazione tra Italia e Stati Uniti possono includere lo scambio di scienziati, ingegneri e altri specialisti per tempi e progetti prestabiliti nonché lo scambio di informazioni, di materiali e di attrezzature. Con l’ accordo è istituito un comitato di sorveglianza bilaterale, con due rappresentanti per parte, per la direzione programmatica e supervisione del programma di cooperazione bilaterale. Il comitato si riunirà una volta l’anno alternatamente negli Stati Uniti e in Italia.
Peccato che, in tutta questa cooperazione, nessuno abbia detto quanto ci costa…
RITORNO AL NUCLEARE: SCELTA ECOLOGICA O INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI?
Tra Stati Uniti e Italia, ha commentato Chu, “abbiamo firmato accordi di collaborazione tecnica e di scambio di esperienze in questo settore. L’ Italia sta affrontando il ritorno al nucleare e, al tempo stesso, la riduzione dello Co2, l’uso efficiente dell’ energia e delle fonti rinnovabili ed ha obiettivi molto significativi“. Per questo, ha aggiunto, “abbiamo firmato accordi in questo senso. Lanciando un piano nucleare, società come la General Electric e la Westinghouse potranno partecipare alle gare di appalto per la costruzione di reattori in Italia“.
SCELTE LASCIATE AL MERCATO
La scelta del nucleare in Italia, ha sottolineato Scajola, “l’ affidiamo al mercato. Il governo ha definito gli strumenti giuridici ed entro metà febbraio, come ho detto a Chu, noi definiremo anche i criteri per la scelta dei siti. Il mercato competitivo farà le scelte. Sono investimenti molto ingenti ma che permetteranno di avere energia elettrica a prezzo stabile, nel lungo periodo e a garantire una indipendenza energetica. C’ é spazio per utilizzare la grande esperienza tecnologica sul piano anche della collaborazione industriale con gli Usa e con le grandi imprese statunitensi“.
Insomma, stiamo proprio in una botte di ferro…
DIECI ANNI DI NUCLEARE, SCORIE PER SEMPRE…
Gli accordi firmati, ha aggiunto il ministro, “durano 5 anni più 5 e riguardano le tecnologie e sulla cooperazione industriale. Sulle tecnologie significa anche le tecnologie nucleari piu’ avanzate, comprese pure quelle di quarta generazione. Nella collaborazione tecnologica c’ é il rientro degli italiani nello sviluppo tecnologico del nucleare e nel ragionamento complessivo sul nucleare c’ é lo studio delle nuove tecnologie che ogni giorno si impongono”.