In un tipico ciclo alimentare, le piante sono mangiate dagli animali, che a loro volta sono mangiati da altri animali, e così le sostanze nutritive delle piante vengono fatte circolare nella rete alimentare, mentre l’ energia è dispersa sotto forma di calore attraverso la respirazione e come scarto attraverso gli escrementi. I rifiuti, così come gli animali e le piante morte, di decompongono grazie a insetti e batteri, organismi preposti alla decomposizione, che li riducono a sostanze nutritive di base, per essere assorbite nuovamente dalle piante verdi.
I CICLI ALL’ INTERNO DEI CICLI
Nell’ orto integriamo i cicli alimentari naturali nei nostri cicli di semina, crescita, raccolta, compostaggio e riciclaggio. Attraverso questa pratica impariamo anche che l’ insieme dell’ orto è inserito in sistemi più ampi, i quali a loro volta sono reti viventi dotate di cicli propri. I cicli alimentari intersecano questi cicli più grandi – il ciclo dell’ acqua, il ciclo delle stagioni e così via – i quali sono tutti dei collegamenti alla rete planetaria della vita.
LA RETE DELLA VITA
Attraverso la coltivazione di un orto diventiamo anche consapevoli di come noi stessi facciamo parte della rete della vita. Per citare il discorso attribuito al Capo Seattle: “L’ uomo non ha tessuto la trama della vita; in essa è solamente un filo. Qualsiasi cosa egli faccia alla trama, la fa a se stesso“.
I METODI DI COLTIVAZIONE TRADIZIONALE
Nell’ orto impariamo che la terra fertile è un terreno vivo che contiene miliardi di organismi viventi per ogni centimetro cubo. Questi batteri del terreno portano avanti diverse trasformazioni chimiche che sono cruciali per sostenere la vita sulla Terra. Data l’ importanza basilare del terreno vivo, dobbiamo conservare l’ integrità dei grandi cicli ecologici nelle nostre pratiche di orticoltura e agricoltura. Questo principio è incorporato nei metodi di coltivazione tradizionali, basati su un profondo rispetto per la vita. Ogni anno i contadini seminavano colture diverse applicando la rotazione dei terreni, di modo che l’ equilibrio del terreno venisse conservato. Non occorrevano pesticidi, dato che gli insetti attratti da una coltura sarebbero scomparsi con la successiva. Invece di utilizzare fertilizzanti chimici, i contadini arricchivano i loro campi col letame, restituendo in questo modo materia organica al terreno e facendola rientrare nel ciclo ecologico.
L’ AGRICOLTURA CHIMICA
Circa cinquant’ anni fa questa antica pratica della coltivazione biologica è cambiata drasticamente con la massiccia introduzione di fertilizzanti e psticidi chimici. La coltivazione chimica ha seriamente disgregato l’ equilibrio del nostro terreno, e questo ha avuto un impatto violento sulla salute umana, dato che ogni squilibrio nel terreno incide sul cibo che vi cresce e perciò sulla salute delle persone che lo mangiano.
LA COLTIVAZIONE BIOLOGICA
Ora fortunatamente un numero crescente di agricoltori sono diventati consapevoli dei rischi della coltivazione chimica e stanno tornando a metodi biologici ed ecologici. L’ orto di scuola è il luogo ideale per insegnare ai nostri bambini i meriti della coltivazione biologica.
L’ ecoalfabeto di Fritjof Capra